JURASSIC TRAVEL

Vi portiamo ad esplorare un luogo non creato dall’uomo ma dalla natura (anche se plasmato dall’opera dell’uomo), che contiene al suo interno un campionario di autentici relitti dell’industria automobilistica. Questo ameno luogo ripercorre anche la storia di un’antica e prestigiosa impresa napoletana. 

La morfologia della città di Napoli è stata determinata sostanzialmente da due grandi eventi eruttivi. Il primo, avvenuto circa 39.000 anni fa, noto come "eruzione dell'Ignimbrite Campana", la più grande eruzione vulcanica avvenuta nella regione mediterranea, talmente potente che si pensa abbia portato cambiamenti nei comportamenti dei primi Homo sapiens in Europa. Il secondo, avvenuto circa 15.000 anni fa, noto come “eruzione del tufo giallo”. A quei tempi la morfologia dell’area napoletana era molto diversa da oggi. Il livello del mare era più basso di quello attuale, le isole di Ischia e Procida formavano un unico promontorio e l’isola di Capri era unita alla penisola sorrentina. Il litorale napoletano era molto più esteso verso sud e l’area oggi occupata dalla città, così come l’area dei Campi Flegrei, era costellata di colline vulcaniche formatesi nei 20.000 anni precedenti. A vedere la situazione attuale, possiamo immaginare la spaventosa forza di quegli eventi, eventi che però forse determinarono la fortuna stessa della città. Possiamo considerare il tufo giallo come l’oro di Napoli. Questo tipo di roccia ha una straordinaria elasticità e capacità di isolamento termico - igrometrico. Per questo il tufo è un eccezionale materiale da costruzione, utilizzato fin dai tempi più antichi. I segni di questa opera di escavazione si trova nel sottosuolo di Napoli percorso da un dedalo immenso di profonde caverne scavate nella roccia. In tutti i quartieri, specie quelli a vocazione turistica, ci sono accessi a queste antiche gallerie, gallerie non ancora tutte studiate ed esplorate (Napoli sotterranea sul decumano intermedio, il tunnel borbonico con accessi da Via Morelli e di Gennaro Serra, Napoli sotterranea agli accessi dei quartieri spagnoli etc.). La città è come una gruviera, costruita sopra questi buchi estrattivi. Se però ci si avventura verso le colline, in zone meno urbanizzate, si può vivere l’esperienza di vedere queste montagne di tufo modellate dai fiumi e talvolta anche da attività estrattiva. Questa immense caverne sono state utilizzate come catacombe, cripte, ipogei funerari, abitazioni, officine e persino rifugio dai bombardamenti durante l’ultima guerra. 

Abbiamo esplorato due di queste immense cave che si addentrano nella montagna, le quali diventarono nel dopoguerra il deposito della Aloschi Bros, una compagnia di viaggi e trasporti.

Adolfo e Alessandro Aloschi fondarono nel 1932 la società denominata Aloschi Bros. Fin dall'inizio della loro attività hanno operato come Tour Operator fornendo i loro servizi direttamente nelle principali località e porti italiani. Le cave, abbandonate da tantissimo tempo, oggi sono un autentico museo automobilistico nonché testimonianza storica della proficua attività di questo “tour operator ante litteram”. Gli ingegnosi fratelli intuirono il potenziale dell’offerta di turismo a mezzo di auto e pullman di lusso privati, proponendo, tra le tante cose, tours lungo il litorale campano e isole. Le cave sono profonde, quasi completamente buie in alcuni tratti e piene di pericolose insidie. Anche se tanta gente ci entra, attratta da quei vecchi malandati pullman rossi che si intravedono sin dall’ingresso, è assolutamente sconsigliato avventurarvisi se non le si conosce bene. Noi siamo stati accompagnati da una persona che le conosce come le stanze di casa sua; questo ha reso l’esplorazione sicura ed anche proficua, perché ci ha permesso di trovare ogni singolo veicolo interessante nei posti più nascosti. Perciò, un grazie enorme a Marco.

I pullman turistici, meravigliosi, appartenenti a varie epoche ma tutti rigorosamente rossi come i bus londinesi e con la scritta a lettere metalliche in rilievo sui fianchi, sono purtroppo in condizioni di degrado. Alcuni sono inaccessibili ormai, altri accessibili. Oltre i Pullman c’è un certo quantitativo di auto storiche, a partire dagli anni 40-50, fino a modelli anni 80. Divertitevi ad identificarle. C’è anche qualche motoscafo e qualche camion. Alcune di queste auto presumibilmente potrebbero essere appartenute ai dipendenti dell’azienda, che parcheggiavano in apposite aree di queste gallerie. Gli uffici sono per lo più fatiscenti e vuoti.

È stato un vero tuffo nel passato e affidiamo alle immagini, più eloquenti delle parole, il compito di descrivere il luogo. 

(cliccare sulle immagini per aprirle)

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato.  

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.