-                         FOTOGRAFIA DI VIAGGIO: IL REPORTAGE                             -

Questo scritto non è ovviamente dedicato ai professionisti del reportage, né tanto meno al reportagista amatoriale esperto che avrà già il suo personale e collaudato metodo ed assetto di viaggio. Non è nemmeno dedicato a chi si accontenta di portare dai viaggi qualche foto ricordo; per quello basterà una qualunque compatta digitale o uno smartphone.  

Mi rivolgo a chi, pur non avendo una grande esperienza, non si accontenta di foto ricordo ma desidera portare immagini del suo viaggio che lo aiutino non solo a ricordare per sempre ciò che ha visto e fatto, ma che raccontino anche la bellezza di un paese e di un momento unico nella vita. Se tornati da un viaggio siete rimasti delusi dalle vostre immagini, se amate guardare i reportage di viaggio, se vi emozionate di fronte ad una bella foto o ad un video di una meta di viaggio…allora siete in trappola. Non appartenete alla categoria dei viaggiatori puri e semplici, a quelli cui basta viaggiare: “purtroppo” siete dei fotografi di viaggio (diversi dai viaggiatori fotografi, che sono quelli che amano la fotografia e viaggiano, ma non necessariamente sono perdutamente innamorati della fotografia di viaggio). Se è l’unione delle due cose, viaggiare e riprendere, il vostro obbiettivo, allora questo articolo è per voi. 

La problematica delle riprese in viaggio si risolve nel combinare tre cose: leggerezza, efficienza e versatilità. La vera sfida è mediare tra un assetto da viaggio necessariamente il più possibile leggero e la qualità e versatilità dell’attrezzatura. Naturalmente ognuno ha le sue preferenze e sviluppa una proprio “sistema”. Tuttavia, tutti devono fare i conti con questi tre problemi. La buona fotografia è legata all'utilizzo di attrezzature spesso ingombranti e pesanti, oltre che delicate. Questo fa evidentemente a pugni con la filosofia del viaggio che predilige leggerezza ed essenzialità. In viaggio, a meno di non essere professionisti “tutto spesati” che inviano con spedizioni speciali ogni genere di materiale e attrezzature da ripresa, si dovrà per forza di cose limitare il bagaglio all'essenziale, senza trascurare - però - la qualità delle attrezzature e la loro versatilità. Si dovrà, quindi, scendere a compromessi tra qualità e versatilità in nome della leggerezza. Naturalmente, ogni viaggio fa storia a parte e va da se che, partendo con la propria auto, non ci sarà in linea di massima alcun problema. Dunque, immaginiamo il viaggio tipo e che dà più problemi: quello in aereo. Dando per scontato che per il fotografo viaggiatore il bagaglio a mano è sempre assorbito dall'attrezzatura fotografica, che è delicata e non va spedita possibilmente in stiva (salvo che non si tratti di stativi o attrezzature non ottiche), sarà spesso necessario (come ad esempio nei voli low cost) aggiungere un bagaglio da stiva per gli effetti personali. La soluzione migliore è uno zaino fotografico abbastanza capiente da contenere tutto il necessario oppure una valigia fotografica (tipo Pelican) formato trolley e delle dimensioni giuste per essere imbarcata come bagaglio a mano. Io ho scelto lo zaino che è più versatile e meglio trasportabile.

 

 

 Lo stativo potrà, invece, essere messo nel bagaglio da stiva, se è abbastanza grande da contenerlo, o spedito a parte con la sua sacca (in questo caso proteggetelo comunque con carta bullonata, dal momento che purtroppo in quasi tutti gli aeroporti del mondo non hanno grande riguardo per i bagagli).

 

L’ATTREZZATURA

In viaggio le situazioni di ripresa sono abbastanza varie ed eterogenee. In tema di ottiche,  è indispensabile  avere: un buon grandangolo (14-18 mm.), focali medie (50-105mm) ed un tele (200 -400 mm), tanto più necessario quanto si avrà a che fare con soggetti lontani e sfuggenti (un safari, foto natura etc.). Non potendo portare con se molte ottiche, si può optare per gli zoom invece che per le ottiche fisse. Ovvio che le ottiche fisse danno maggiore resa rispetto agli zoom, ma gli zoom permettono di avere molte focali concentrate in due o a volte anche un solo obbiettivo. Le soluzioni, parlando sempre di foto non professionale, sono tre: 1) optare per uno zoom “tuttofare” che copra tutte le ottiche (tipo un 18-300mm), soluzione che, a scapito della qualità, permette grande leggerezza, ed anche operatività non dovendo cambiare mai obbiettivo; 2) optare per due zoom, uno che copre le focali corte(14-24mm) e l’altro le medio lunghe (24-120mm, 28-70 mm). Questo è quello che prediligono molti e permette una discreta leggerezza unita ad una buona operatività; 3) la terza soluzione è quella che garantisce più qualità, mantenendo un quantitativo delle attrezzature a livelli accettabili, ma che è un po’ più impegnativa dal punto di vista operativo: un grandangolo fisso luminoso (14-16 mm f 2.8), uno zoom che copre le focali medie, con escursione non troppo spinta così da mantenere una buona qualità ottica (24-120, 28-70 mm) ed un tele fisso (200 o 300 mm f 2.8 o 4) luminoso così da garantire resa e velocità nelle situazioni più difficili. 

IN OGNI CASO BISOGNA AVERE:

-Corpo macchina reflex con batterie di riserva.

- Secondo corpo macchina.

 - Stativo: con attacco e sgancio rapido, sufficientemente robusto per l’attrezzatura che useremo. 

 - Filtri di protezione con diametro per le varie lenti che useremo.

 - Kit di pulizia (pennellino e cartine ottiche). Molti trascurano la pulizia delle lenti, ma è un errore. Va fatta prima e dopo ogni set di ripresa, se non si vuole perdere poi tempo a "pulire" le immagini da fastidiosi punti e macchie scure.

Ciabatta con protezione e numero di prese sufficienti a caricare più batterie contemporaneamente. 

- Adattatore corrente: ce ne sono diversi, anche universali per tutte le prese. Deve avere le certificazioni di sicurezza. Evitate quelli economici e di dubbia provenienza. 

Protezione da sabbia e salsedine: utili le imbracature per la macchina e l’obbiettivo se siete nel deserto o su una piccola barca con vento. La sabbia e la salsedine si infilano dappertutto e può danneggiare e bloccare la vostra macchina. Io ho spesso arrangiato con le buste frigo e degli elastici.

Schede di memoria: fatta salva la buona abitudine di fare ogni giorno il back up su un portatile, bisogna avere schede di memoria sufficienti per il doppio delle foto che pensiamo di fare. Meglio non avere una sola scheda, ma più schede meno capienti. In caso di smarrimento o danneggiamento di una scheda non perderete tutto.

PC portatile o Tablet per salvare e/o editare le foto in viaggio. Oltre che per il back up, è utile per poter vedere subito il risultato; in caso non si sia soddisfatti, spesso si ha il tempo di rimediare.

 

Con questa attrezzatura, sarete in grado di fare buoni reportage e affrontare più o meno tutte le situazioni di ripresa. 

FOTO O VIDEO?

 Oggi con le moderne reflex digitali si possono fare anche video di buona qualità. La mia opinione è che un viaggio possa essere ben raccontato con delle belle foto, che possono accompagnare un articolo oppure essere montate in slide con la musica. Tuttavia, personalmente amo molto anche fare video. Quindi ho dedicato la card di memoria della seconda slot della reflex ai file video e porto con me anche un paio di GoPro scafandrate per le riprese di azione (subacquee, in spazi stretti tipo mercati etc.). Hanno il pregio di prendere pochissimo spazio, di pesare nulla e rendere file video di alta qualità. Sono consapevole che non è la stessa cosa che avere una attrezzatura dedicata alla videoripresa di viaggio, ma per non rinunciare alle foto o ai video bisogna scendere a compromessi. E con alcuni accorgimenti, come l’uso del treppiedi quando possibile, anche i video di viaggio girati con la reflex saranno di buona qualità.

L’ETICA DEL FOTOGRAFO

In viaggio ci si confronta con culture, usanze e credenze diverse che bisogna assolutamente rispettare. Fare sempre attenzione alle situazioni contingenti prima di iniziare a fotografare. Accertarsi che in quel luogo le riprese siano permesse; talvolta lo sono pagando una piccola somma. State attenti a non violare la privacy e la proprietà privata; se non siete sicuri, informatevi se un luogo è pubblico o privato; in molti paesi la cosa non è sempre così evidente come da noi. Evitate di riprendere l’interno di case o giardini, a meno di non essere invitati o di farlo senza arrecare disturbo. In queste situazioni io uso sempre zoom molto spinti che rendono il fotografare non sospetto, vista la distanza di ripresa. Ma al primo accenno di fastidio o reazione è opportuno smettere immediatamente. 

 Grande attenzione bisogna metterla nella ripresa delle persone. Per quanto le situazioni possano essere per così dire “non intime” (stazioni, mercati, porti etc.) molte persone non amano essere fotografate, specie nei paesi arabi dove manifestano apertamente il loro fastidio alla vista di una persona con macchina fotografica o videocamera. In questi casi, rassicurate la persona che non la riprenderete. A volte, con un po’ di gentilezza ed cercando di entrare in confidenza con le persone si riesce ad avere il loro permesso a fare una foto, magari insieme. Talvolta, capita che le persone invece manifestino allegria e gioia davanti al fotografo (spesso i bambini nei villaggi) e se saremo veloci, riusciremo a rubare anche foto molto dinamiche e naturali (l’importante è che i soggetti non si mettano staticamente in posa). Sono situazioni più rare, ma quando capitano ci rendono tutti molto felici. Anche con le persone, è necessario un tele spinto per ottenere foto naturali e con il giusto isolamento del soggetto. (vedi anche: Gallerie-> People gente dal mondo)

Un gruppo di bambini stava giocando in una fontana pubblica di Luxor in Egitto. Non appena mi hanno visto, si sono esibiti in una serie di simpatiche pose.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa bambina vendeva collanine sulla strada per Hurghada. Dopo aver acquistato alcune cose, gli ho chiesto se potevo scattargli una foto e lei ha detto di si con un gran sorriso.


SETTING E OPERATIVITA' 

 Ognuno deve trovare il proprio, con l’esperienza maturata nei viaggi e nei tanti sbagli che inevitabilmente tutti commettiamo. Ci sono situazioni in cui la rapidità di esecuzione è tutto e, se la luce non è particolarmente ostica e le foto sono relativamente “semplici”, potete affidarvi agli automatismi della macchina, magari con dei correttivi come il limite sulla velocità dell’otturatore o sugli ISO. Generalmente, è comunque meglio agire completamente in manuale per gestire gli effetti del tempo di posa (evitare il micro mosso oppure, al contrario, ottenere degli effetti voluti di mosso) e della profondità di campo per ottenere isolamento o effetti di tutta messa a fuoco. Gli ISO vanno tenuti al valore più basso possibile con esclusione dell’automatismo. Ci sono situazioni in cui si può scegliere una impostazione intermedia per assicurarsi buone riprese. Nelle riprese con soggetti veloci e sfuggenti (ad esempio cetacei o uccelli in movimento), impostato un valore di diaframma sufficiente ad avere il soggetto tutto definito (il che dipende anche dalle dimensioni del soggetto) ed una velocità dell’otturatore sufficientemente alta rispetto all’ottica e alla velocità del soggetto in movimento, si può impostare l’automatismo degli ISO che correggono con la sensibilità gli eventuali scarti di luce che si presentano durante le riprese (a volte anche considerevoli), permettendo di avere foto quanto meno sovra o sotto esposte possibili. In luoghi chiusi o situazioni luce variabile, tenete sempre montato il flash, così non perderete tempo a montarlo se vi dovesse servire. Montate l’obbiettivo che pensate di usare maggiormente, ma tenete a portata di mano l’altra o le altre ottiche, magari in una borsetta da tenere in cintura o in un giubbetto fotografico per cambiarlo più rapidamente. Di solito, Anna mi porta lo zaino così che io posso rapidamente prendere le cose dallo zaino quando servono.

FOTOGRAFIA E COMPAGNI DI VIAGGIO

Capita, a volte, che non si viaggi da soli ma in gruppo. Non è la situazione ideale per un fotografo, che ha bisogno di tempo, tranquillità e libertà, anche di scegliere il giorno e l'ora migliori per andare in un determinato posto. Ma a volte è necessario adattarsi. A meno di non essere tutti fotografi incalliti, non si avrà tutta la libertà ed il tempo che serve per scattare buone foto. Può essere utile talvolta precedere il gruppo, anche di poco, per avere più tempo. Spesso io preferisco, il contrario:  stare in coda a valutare le scene di ripresa e iniziare a scattare quando il gruppo si è allontanato e lascia campo libero; bisogna, ovviamente, stare attenti a non perdere il contatto. Se il tipo di viaggio lo permette, potremo tornare da soli in un posto che merita, ad un' ora migliore rinunciando a qualche visita poco interessante o qualche cena, trovandoci così nella situazione ottimale per fare buone foto. Di solito, i viaggi di gruppo sono quelli da cui si ritorna più insoddisfatti e con più rimpianti, per quanto riguarda le immagini. 

Lungi da me, l'intenzione di essere esaustivo, dal momento che la fotografia di reportage è complicatissima ed appannaggio di professionisti della ripresa, spero di avere dato qualche buon consiglio a chi sta iniziando ed ha bisogno di capire come si opera in situazioni di viaggio e, soprattutto, come confezionare il proprio equipaggiamento. Per quanto riguarda le tecniche di ripresa, non sono diverse da quelle classiche: foto di paesaggio, foto di architettura urbana, ritratto, foto di natura e rimando ai manuali o ai blog che trattano più strettamente di pura fotografia. Viaggiate, fotografate e, soprattutto, condividete le vostre immagini con gli altri...non siate gelosi, non tenetele per voi

 

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