-                         IL SANTUARIO DELLE ELEMOSINE                        -

Costruito nel XV secolo sui resti di una preesistente struttura fortificata, nacque come una semplice chiesa. La crescente devozione per questo luogo fece sì che la struttura progressivamente si ingrandisse al punto tale da somigliare ad un convento. Si tratta in realtà di un santuario dedicato alla Madonna della Mirra ma anche al culto di S. Anna, madre di Maria. 

La mirra è una resina profumata derivata dagli alberi della specie Commiphora mirra. Tale resina ha avuto molti usi nel corso della storia; veniva usata come incenso profumato ma soprattutto come ingrediente per l'imbalsamazione. Nella Bibbia, la mirra occupa un posto speciale come simbolo del sacro, del divino. Le sue diverse apparizioni nel racconto biblico sottolineano momenti importanti, dall'unzione dei sacerdoti e degli oggetti sacri nell'Antico Testamento alla nascita, morte e sepoltura di Gesù nel Nuovo Testamento.

Il santuario si presenta schermato da una incolta e fitta vegetazione spontanea che arriva fino al limitare del porticato a “elle” che lambisce la chiesa. Il pavimento del porticato, fatto di vecchi blocchi di cotto consumato dal tempo e sconnesso, porta ad immaginare quando questo posto era vivo: quante persone saranno passate da qui, vecchi che qui trovavano frescura oppure riparo dalla pioggia, mendicanti in cerca di elemosina o qualche cosa da mangiare. E a proposito di elemosina, l’attenzione cade su due finestre chiuse da pesanti grate: la prima affaccia nella chiesa ed è sormontata da un affresco con scritto “Elemosina per la chiesa della mirra”. Attraverso una fessura si potevano gettare delle offerte che finivano in una intercapedine chiusa davanti con una antiquata serratura nella parete interna della chiesa, appena sotto la finestra; l’altra poco discosta, ha un affresco con scritto “elemosina per S. Anna” ed altro identico elemosiniere. Nella prima finestra qualcuno ha appoggiato alla grata una immagine di Gesù benedicente, ormai sbiadita, impolverata e piena di ragnatele; è segno che il luogo continua ad essere oggetto di venerazione e culto, nonostante cada in rovina. 

Viste le condizioni dei luoghi, con evidenti ripetuti crolli e rischio concreto di collasso totale, queste scritte appaiono come un grido di dolore, una supplica; sembra quasi che sia il santuario stesso a chiedere aiuto, raccogliendo da esso stesso fondi per sopravvivere. Con un senso di grande pena, cerchiamo di raccogliere belle immagini che descrivano il luogo a chi non potrà vederlo perché non ci sarà più, che ne preservino - dunque- la memoria o, si spera, con l’auspicio che convincano chi può e deve a fare qualcosa per salvarlo dalla rovina. 

Entrare nel santuario è relativamente semplice, ma pericolosa la visita e la permanenza, che dovrà essere breve ed accorta. Ci sono evidenti segni di dissesto, a partire da una strana asimmetricità delle colonne del porticato, e crolli generalizzati. La condizione dei tetti è pessima ed è la notizia peggiore, perché la fine inizia proprio dall’alto. Ad essere nelle condizioni peggiori, più che la chiesa sembrano essere le strutture adiacenti. In più punti ci sono solai e muri crollati. A ciò si aggiunga il fatto che i profanatori hanno lungamente fatto violenza a questo santuario, rompendo e sporcando con simboli pseudo satanici e, quello che è peggio, con scritte odiosamente antisemite. Nelle nostre foto non le vedrete, perché le abbiamo rimosse, almeno virtualmente ma è quello che potevamo fare.

In definitiva questo luogo meriterebbe sicuramente un poco più di attenzione e di cura. Forse non è troppo tardi per salvare questo relitto del passato così pieno di fede e di storia.

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.