Napoli è per definizione “la città dei misteri”, nasconde ad ogni angolo antichi tesori e luoghi leggendari. Uno di questi si cela dietro la facciata di un palazzo, apparentemente anonimo, in via Cesare Sersale n°9, esattamente alle spalle di Largo Croce Sant’Agostino alla Zecca. Qui ha sede una delle più antiche e prestigiose istituzioni religiose nobiliari napoletane, la Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, fondata nel 1290, prima arciconfraternita laica sorta nel centro di Napoli. Vanta tra i suoi membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e membri della società civile, tra i quali spiccano Jacopo Sannazaro, i Cardinali Rinaldo Brancaccio e Astorgio Agnese, Domenico Marzio Carafa duca di Maddaloni e Priore dell’arciconfraternita nel 1724. L’ arciconfraternita, fin dalle origini, si è distinta nella assistenza ai più bisognosi.
La sede della Compagnia ha un meraviglioso giardino nascosto all’interno del palazzo (si accede al secondo piano) con pergolati, fontane e viali ammattonati, un tempo completamente affrescato con episodi della vita di Gesù; oggi, sono sopravvissute soltanto due scene, in cui sono raffigurati Cristo e la samaritana e la sacra famiglia. Proprio qui, nel silenzio e nella discrezione di questo giardino, nel 1485 i nobili si riunirono per tramare contro il re Ferrante I d’Aragona, nella cd. “congiura dei baroni” finita male per questi ultimi.
Nell’oratorio ci sono gli stalli lignei realizzati da Maresca nel 1603. La sala è arricchita da preziosi dipinti e dalle insegne delle famiglie dei membri appartenenti alla Compagnia della S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone ligneo del soffitto.
Dal giardino si accede direttamente alla Chiesa il cui interno è caratterizzato da un bel pavimento maiolicato della prima metà del XVIII secolo, realizzato dalla storica e rinomata fornace di Giuseppe Massa. La chiesa fu costruita al posto di un oratorio in epoca angioina. Al centro della navata vi è la lastra sepolcrale di Bartolomeo del Sasso realizzata nel 1367. Sopra l’altare vi è collocato un prezioso dipinto quattrocentesco, raffigurante la “Deposizione di Cristo”.