Caro Massimo...

19 febbraio 1953 - 4 giugno 1994

 

 Ultimogenito dei sei figli di Alfredo Troisi (ferroviere) e di Elena Andinolfi (casalinga).

Cominciò la sua carriera col gruppo I Saraceni e poi con la Smorfia (insieme a Lello Arena ed Enzo Decaro). Il successo della Smorfia fu enorme ed immediato e consentì ad un giovanissimo Troisi di esordire al cinema nel 1981 con Ricomincio da tre  Seguirono, poi, tanti altri film di cui il Postino fu l’ultimo. Morì prima ancora che il film fosse terminato a soli quarantun anni e non lo vedrà mai nelle sale. Era affetto sin da bambino da febbre reumatica, sviluppò una grave degenerazione della valvola mitrale (solo i familiari e gli amici intimi ne erano a conoscenza).  

Artista eclettico, fu notato anche da Hollywood che gli propose dei ruoli che Troisi divette rifiutare sempre per ragioni di salute.  O ssaje comme fa 'o core, una poesia messa in musica dall'amico Pino Daniele, è un'allusione ai problemi cardiaci, sia suoi che di Pino Daniele, e forse il suo testamento morale.

La comicità troisiana entra nel sistema infrangendo con tutte le sue parti, il complesso di valori al potere. Un rifiuto che in chiave ironica mette in crisi quel complesso di valori religiosi, politici e persino linguistici. Troisi amava parlare in napoletano, anche quando era in contesti istituzionali ed è per questo stato ferocemente criticato e tacciato di provincialismo. Provinciale è, invece, risultato chi non lo ha capito, perché Troisi è oggi apprezzato e conosciuto ovunque, accostato da qualcuno persino a Woody Allen.


A CASA DI MASSIMO TROISI

C'è una persona che è rimasta nel cuore del napoletani, tanto da essere un'icona e da meritare di appartenere al quel "pantheon" di personaggi rappresentativi di Napoli. Una persona che è scomparsa troppo presto. Il suo nome è Massimo Troisi. Se i napoletani cantano, con un misto di orgoglio e malinconia (sarebbe meglio scrivere Apucundria), le canzoni di Pino Daniele o recitano a memoria i film di Totò  e le commedie di Eduardo, altrettanto fanno con i film di Massimo Troisi o le gag del gruppo teatrale "La Smorfia", di cui Troisi faceva parte insieme a Lello Arena e Enzo Decaro. Perché Massimo aveva dentro quella scintilla di eternità che lo ha reso immortale, nonostante la sua prematura fine. Ed anche perché Massimo incarnava a pieno lo spirito napoletano, fatto allo stesso tempo di allegria e tristezza, di generosità e cattiveria, di paura ma anche sfida della morte, di cinismo ma anche di coraggio rivoluzionario. Massimo sempre con noi, grazie anche ad una bellissima iniziativa chiamata A CASA DI MASSIMO TROISI. Cosa è? Innanzitutto uno spazio dove sono riunite cose a lui appartenute: non solo cimeli e premi, ma anche oggetti di tutti i giorni come i mobili e il telefono di casa sua, la sua carta di identità etc. Potremmo aggiungere: un salotto dove incontrare i suoi familiari e tanti appassionati. Ma cosa sia "a Casa di Massimo Troisi" lo dice il nome stesso: la casa di Massimo Troisi!   La trovate a: San Giorgio a Cremano (NA), all'interno di "Villa Bruno", in Via Cavalli di Bronzo.

Anche io ci sono stato e ci torno, talvolta pensando a quel giorno lontano, quando - ragazzino - ho assistito ad uno spettacolo della Smorfia al Metropolitan di Napoli. E da allora il mio mondo si è popolato per sempre di "minolli", "rostocchi" e quel meraviglioso frasario fatto di "non te preoccupà, non te preoccupà" "Annunciazione annunciazione" "o napoli sta perdendo co Cesena!", sognando di potere vedere un giorno l'agendina di Minà.  Allora...CIAO MASSIMO 

 

© Giovanni Rossi Filangieri 2015

 

CONDIVIDI SU