.       VENIAMO CON QUESTA NOSTRA ADDIRVI C'ERANO UNA VOLTA I FRATELLI CAPONI

Una farsa grossolana urlata in dialetto napoletano dalla prima all'ultima scena. È avanspettacolo e fumetto della peggior qualità.”.

Era l’anno 1956 e così la stampa stroncava il film Totò Peppino e la malafemmina. Il film è, invece, oggi considerato un capolavoro, con delle gag epocali più volte copiate in altri film.

 

La campagna napoletana fa da cornice ad una love story dal sapore fiabesco. Gianni (Teddy Reno) giovane studente di medicina e appassionato cantante dilettante vive con la madre Lucia (Vittoria Crispo) e con gli zii, i fratelli Antonio e Peppino Caponi, (Totò e Peppino De Filippo) nella Fattoria di Colizzi, una immaginaria borgata di campagna. I fratelli Caponi, Antonio scapestrato e donnaiolo, Peppino ruvido, un po’ avaro e vittima del fratello che gli frega i soldi nascosti sotto al mattone, diventeranno il paradigma della coppia più famosa del cinema italiano: Totò e Peppino. La fattoria confina con quella dell’odiato Mezzacapa (Mario Castellano) detto “il milanese” per aver fatto il militare in cavalleria nel ‘31 nella capitale del nord. Gianni, recatosi a Napoli per gli studi di medicina e ospite di una famiglia conosce in maniera rocambolesca una famosa e bellissima attrice di varietà, Marisa Florian (Dorian Gray) e se ne innamora. Con la complicità di un ricco compagno di Università, Raffaele (Nino Manfredi) riesce a incontrarla. I due se ne stanno nella villa di Posillipo dei genitori dell’amico finché la compagnia va in tournee a Milano e Gianni la segue. La notizia arriva alla madre Lucia che temendo per gli studi ed il futuro del figlio decide di andare a Milano con i fratelli per fare dissuadere Gianni e convincerlo a lasciare la donna. E qui entra in gioco la famosa lettera che fu completamente improvvisata (Ettore Scola confermò che non era nel copione). Tuttavia la “mala femmena” sposerà il dottore nel più classico dei lieto fine, che li vedrà nel giardino della fattoria con la biondissima figlia e nonna Lucia, mentre il figlio Giannino è sul calesse dei fratelli Caponi ad imparare “le tradizioni di famiglia”. La sigla omonima, “malafemmena”, è una delle più belle canzoni scritte da Totò, anche questa massacrata dalla censura democristiana. 

FRAMMENTI DAL FILM

Da sempre innamorati persi dei film di Totò, che conosciamo ormai a memoria, e desiderosi da sempre di poter vedere i luoghi dei film abbiamo sempre ritenuto la “Fattoria Mezzacapa” e la “Fattoria dei Fratelli Caponi” dei luoghi cinematografici, ricostruiti o magari non più esistenti…fino a qualche mese fa, quando abbiamo scoperto che la casa di Mezzacapa esiste davvero. Meraviglia della rete e dei suoi strumenti. Abituati dalla nostra passione per l’Urbex a fare ricerche dal satellite, abbiamo esplorato i dintorni fino a scoprire un rudere di masseria indicato da molti come la fattoria dei Caponi, ma diversa da quella del film. Spostandoci di non molto in un fondo confinante, ci accorgiamo, con un autentico tuffo al cuore, che anche la fattoria dei Fratelli Caponi esiste davvero ed è rimasta pressoché identica a quella del film del 1956. Così siamo andati a vedere e a fotografare quei luoghi leggendari per tutti voi. Non sono in Campania ma nel Lazio, nei sobborghi di Roma, in zona Prenestina. La fattoria di Mezzacapa è ad un incrocio sulla via Porta di Nona, la Fattoria dei Fratelli Caponi un centinaio di metri più avanti. E’ abitata da una anziana signora che ci ha dato il permesso di girare e fotografare. 

OGGI

FATTORIA DEI FRATELLI CAPONI

FATTORIA MEZZACAPA

 

NA' FEMMENA BUSCIARDA MM'HA LASSATO, LUNTANO DA A' CAMPAGNA SE N'E' GHIUTA ...

 

 

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