LA CHIESA DEI SOSPIRI

TIPOLOGIA: Collegiata XV sec.

STATO DEI LUOGHI: molto fatiscente

MOTIVO ABBANDONO: dopo il 1943 - sconosciuto

ACCESSO: facile

TAG: #urbex  #urbanexploration #abandoned 

Perduta nelle campagne dell’Irpinia, fuori da centri abitati, questa antica costruzione risalente alla prima metà del 1400 sta lentamente scomparendo, corrosa dall'incuria e dalle ingiurie del tempo. Si accede da un cancelletto aperto su un muro basso di cinta, attraversando quello che forse era un cortile oppure un orto ed ora è una selva di erbacce. Il portale della chiesa è ormai bloccato da un fitto roveto che lo ha completamente avviluppato e l’accesso è possibile solo dalle pertinenze sotto l’alta torre campanaria; bella la cornice in marmo bianco con il timpano spezzato. 


Entriamo, quindi in questo primo ambiente spoglio e con un altare a muro di cui rimane ben poco. Una angusta scala si inerpica sulla torre, ma è ingombra di calcinacci e detriti, segno forse che si sta lentamente sbriciolando; passati alcuni ambienti tra la torre e la chiesa, il tratto che prosegue verso le campane è molto rischioso ed è sconsigliabile proseguire. Per arrivare alla chiesa ci tocca proseguire attraverso un varco sulla destra che conduce ad un primo ambiente semibuio e diroccato, poi subito in un altro con due grandi finestroni chiusi da grate. E’ una sorta di cappella gotica con le volte decorate da 4 fiori della vita contrapposti ed al centro un quadrato che ingloba un cerchio con la centro un quinto fiore. La luce direzionale proveniente dai due finestroni conferisce alla cappella un aspetto surreale, quasi onirico. Di qui si accede alla chiesa. 


Appena entrati nella chiesa, l’impatto emotivo è forte. Si passa da ambienti angusti e tetri ad uno maestoso ma non meno lugubre. La chiesa è grande, pianta a croce latina a tre navate, dall'aspetto molto severo. Si percepisce una forte umidità, confermata dalle tracce di infiltrazioni lungo le navate laterali, che conferisce un odore molto singolare, quasi da foresta equatoriale, all'ambiente. Il silenzio è assoluto e ogni suono è amplificato a dismisura. Un silenzio che mette a disagio e che dà la costante sensazione di essere osservati da qualcuno o da qualcosa. I battiti d’ali di colombi e rondini, che qui trovano rifugio, si alternano a rumori più impercettibili ma non per questo meno inquietanti. Sembra di avvertire quasi dei sospiri, dei lamenti soffocati, dovuti al vento che si infiltra o forse alle essudazioni delle pareti. L’ambiente è in penombra, ma ci si vede abbastanza bene e non serve l’uso di torce. La navata di destra ha ormai la pietra scoperta, mentre quella di sinistra, meglio conservata, ha ancora il rivestimento ricoperto però di un muschio verdastro. Il pavimento delle tre navate, che era in ceramica maiolicata, purtroppo non c’è più. Andando verso l’abside, nei due transetti laterali si possono ancora ammirare dei bei stucchi raffiguranti gruppi di angeli che sembrano seguirci con lo sguardo. L’abside ha ancora il suo pavimento, un pregevole opus sectile, visibile a tratti sotto una coltre di terra e calcinacci. L’altare non c’è più. Una croce di ferro è appoggiata sul muro di fondo dell’abside ma non è chiaro dove fosse collocata. Alle spalle di dove presumo fosse posto l’altare c’è una botola aperta, in origine coperta con un lastrone funerario di marmo. E’ l’ingresso alla cripta. Era costume seppellire i morti nelle chiese e lo si è fatto fino al 1804, quando l’editto di Saint Cloud non lo vietò. Non sappiamo dire se sia opera di qualche trafugatore di scheletri, tombarolo o qualcuno in cerca di macabre emozioni. Alla luce delle torce si nota che il passaggio è ormai ostruito, invaso da uno spesso ammasso di detriti. 

Lateralmente e all’esterno della chiesa, una cappella, priva di copertura e con un bel portale di legno e ferro battuto, regala qualche ultimo spunto fotografico.

 

L'esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


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