Questa grande chiesa in stile neoclassico, a navata unica, era dedicata alla madonna della assunzione. Davanti alla facciata anteriore c’è una grande impalcatura di tubi innocenti rossi, che sembra più messa per puntellare ed impedire l’accesso che per un restauro. Del resto, il terremoto del 1980 ha seriamente danneggiato l’edificio, che nei successivi oltre quaranta anni si è progressivamente ammalorato, al punto da divenire, a parere dello scrivente che non è certo un esperto, di difficile recupero. Il tetto interamente crollato e la fitta vegetazione che è cresciuta all’interno lo fanno assomigliare più ad un tempio cambogiano di Angkor che ad una chiesa delle nostre latitudini. Sul fianco destro della chiesa, accessibile dal fondo della navata, c’è un ambiente laterale invaso da una teoria di piante rampicanti talmente fitta da rendere molto complicato il passaggio. Da qui si accedeva ad ambienti posteriori alla chiesa vera e propria ma che a vedere da lontano sembrano crollati ed anche al grande campanile.
Nonostante la devastazione, o forse dovremmo dire proprio grazie ad essa, questa chiesa è di grandissimo fascino ed interesse per gli urbexer, sicuramente quella parte, me incluso, che amano il “decay” autentico. Sulle facciate laterali della navata sono visibili gli altari ancora con i rivestimenti di marmo, che mostrano almeno che la chiesa non è stata depredata o vandalizzata. L’abside con l’altare, unica parte ad essere rimasta coperta, è accessibile scalando la montagna di detriti del crollo del tetto. Sulla sommità di questa collinetta c’è un vecchio lampadario a candele di ferro. Sull'altare ci sono tre "capuzzelle", le teste di tre teste di angioletti che ci hanno suggerito il soprannome per la chiesa. Il catino absidale, come detto intatto, mostra un grande affresco talmente ammalorato da essere di difficile lettura. C’è una figura centrale, non è chiaro se sia la madonna o Cristo circondata dalle altre figure forse santi, uno dei quali porta la mitra vescovile. Dietro quel che rimane dell’altare c’è il relitto di uno stipo di legno dove certamente erano conservati i paramenti sacri. Vecchissimi pannelli elettrici ormai imputriditi e invasi di ragnatele sono un ulteriore spunto fotografico. Una cappella laterale, invasa dal un cumulo di detriti dai quali emerge un vecchio confessionale, mostra due dipinti raffiguranti forse santi. Ancora al suo posto, nonostante il crollo integrale del tetto, un pulpito sul lato destro della navata. Sul fondo della chiesa il coro è impreziosito da una bella balaustra che sembra il balcone di una villa gentilizia più che ornamento appartenente ad una chiesa. Entrambe le facciate laterali mostrano in alto dei suggestivi finestroni, ulteriore suggestivo spunto fotografico.
Sulla storia di questa chiesa non abbiamo trovato assolutamente niente ed è sorprendente viste le dimensioni e l’apparente maestosità di un tempo. Ci riserviamo di integrare questo racconto ove mai sapessimo di più. Stay tuned!
L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato.
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