LA CASA DELLA MORTE

Avete presente certe favole, in cui c’è un gruppo di ragazzi che si è allontanato dal villaggio? Sorpresi da un temporale, scorgono una casa nel bosco e cercano riparo. Mistero, avventura, ignoto, paura. Questa esplorazione sembra quel genere di favole. Nata così, per caso, per colpa di una violenta grandinata che ci ha sorpreso sulle colline di una minuscola frazione. È un maggio anomalo, con piogge continue e temperature quasi invernali. Troviamo riparo sotto l’arco di una sorta di fattoria. Dopo una giornata di esplorazioni impegnative siamo esausti; ci godiamo, così, una piccola sosta al riparo di vento e grandine. Mentre attendiamo che il temporale finisca, o almeno diminuisca di intensità, ci guardiamo attorno per esaminare lo strano luogo in cui eravamo capitati. Sembra una vecchia casa colonica apparentemente disabitata con un ampio androne che conduce in una corte interna invasa dalle erbacce. La curiosità ci fa muovere nonostante la stanchezza e ci accorgiamo che all’interno la grande struttura è ancora più ammalorata e sembra abbandonata da tempo. Una porta aperta ed una scala in muratura ci tenta da lontano. Decidiamo di andare a vedere. Attraversiamo così quasi di corsa sotto la pioggia la corte piena di fango ed erbacce fino alla porta.  Le scale sono buie, sporche e spoglie. Accendiamo le torce: “C’è nessuno?” gridiamo a gran voce più volte, ma una volta terminate le scale ci rendiamo conto che nessuno avrebbe mai risposto. Si tratta di una vecchia abitazione, molto fatiscente, in cui non abita nessuno, probabilmente da decenni. Nella penombra scorgiamo oggetti che appartengono ad un non troppo remoto passato e datano l’uso di questo posto agli inizi degli anni settanta, probabilmente 1972 come da calendario appeso in cucina. Ovunque disordine e sporcizia. Potrebbe essere stato il rifugio occasionale di qualche pastore per la presenza di escrementi di capra. La casa è molto semplice negli arredi e nelle finiture, molto spartana anche nella suddivisione degli ambienti. 

Come accennato, si accede da una stretta e spoglia scala direttamente ad un primo piano che consta di due grandi ambienti corrispondenti grosso modo ad una cucina e sala da pranzo- soggiorno. La prima stanza è una sorta di grande cucina molto spartana con un mobile credenza verde chiaro, un tavolo ingombro di ogni genere di cose, un lavello del tipo rudimentale in pietra con scolapiatti ed un fornello a legna con ancora tre pentole sopra. Una apertura conduce ad un attiguo secondo ambiente dove c’è un mobile credenza bianco, due mobili vetrinette di fogge diverse (uno in finta radica con la foto di una madonna sul vetro, l’altro in noce e vetri colorati), un tavolo ed un camino con sotto un antiquato frigorifero. 

Dal fondo della prima stanza si accede ad una seconda scala che porta al secondo piano dove ci sono, l’una appresso all’altra (senza disimpegni), due stanze da letto. Nell’ultima stanza c’è sembrato di intuire che questa sia stata teatro di qualche veglia funebre, forse ultimo atto vitale di questa casa. La presenza di due grandi porta ceri in ottone, vangeli, la quantità di santini e rosari, mozziconi di candele e fiori rinsecchiti lascerebbe intendere questo. Abbiamo acceso le candele della stanza come forma di omaggio e preghiera verso chi qui un tempo ha vissuto e forse ci ha finito di vivere, perché ovunque fossero la luce potesse illuminare il loro cammino. Spegniamo le candele, rivolgiamo un ultimo saluto agli spiriti della casa. La porta, ormai deformata, non si chiude ma l'accostiamo quel tanto che basta per impedire che qualche animale selvatico possa entrare a farsi il rifugio.

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.