LA CHIESA DEL CANE DELL'INFERNO

La chiesa di San Piero in Barca e le abitazioni intorno ad essa in passato formarono un piccolissimo borgo sotto la signoria dei Berardenghi. Il nome “Barca” deriva da un podere della nobile famiglia Tolomei di Siena. Un documento del 1074 ritrovato nel castello di Montaperti attesta che l’arciprete Lamberto del capitolo di Siena diede in enfiteusi ai predetti il patronato della chiesa di San Pietro in Barca con diversi beni. Questo piccolo borgo e la sua chiesa sono oggi in rovina. Come per tutti i luoghi ameni e abbandonati, aleggiano diverse leggende più o meno radicate in fatti autentici. Sembra che sotto o nei pressi della Chiesa un tempo ci fosse una sorgente di acque solforose denominata appunto “fons putrida”; questo sembra essere confermato dalle adiacenti terme di “acqua borra”. Lo zolfo è sempre stato associato al diavolo ed a luoghi infernali, per cui la chiesa fu da molti ritenuta maledetta. Ed è forse a questa credenza che si collega un’altra leggenda, quella del cane infernale. La presenza di un grosso cane feroce terrorizzava la gente della contrada e così il parroco lo fece uccidere. Da quel giorno fu tormentato dal latrare di quel cane fino alla sua morte. 

Leggende spaventose a parte, il luogo lungi dall’essere infernale è assolutamente incantevole. Un lungo viale fiancheggiato da alti cipressi conduce alla Chiesa che si mostra di schiena; la prima cosa che si vede infatti è l’abside. La chiesa è ormai avviluppata da una pervicace e spontanea vegetazione. La scala di accesso è invasa dai rovi ed è possibile accedere alla chiesa solo nella parte più esterna della scala, vicino al parapetto, facendosi largo tra i rovi non abbastanza intricati da impedire del tutto il passaggio ad una persona per volta. Al termine della scala nello spiazzo antistante la chiesa c’è una lapide ai caduti della prima guerra mondiale. A vedere dalle date, tutti giovanissimi. Vi è scritto: ”1915-1918 Abbiano il meritato premio nel Regno della Pace indefettibile i generosi di questa parrocchia che perirono nella Grande Guerra qui alle preghiere dei posteri raccomandati”. A seguire l’elenco dei caduti. 

La porta della chiesa, ormai divelta dai cardini, mostra subito la distruzione della chiesa all’interno. La chiesa è a navata unica, il tetto è interamente crollato e le macerie ingombrano tutta l’area rendendo problematico il procedere. Le pareti, ancora in piedi, mostrano le decorazioni originarie. Sulla sinistra c’è un grande fonte battesimale e più vanti un altare in precarie condizioni. Sulla destra uno sgangherato confessionale e più avanti un altro altare. L’abside è l’unica parte della chiesa ancora intatta con un semplice altare di marmo ancora al suo posto. Questo è ciò che rimane della Chiesa. 

Dirigendosi sulla destra dell’area antistante alla chiesa vi sono gli ambienti della canonica. Un cortile con un pozzo, una ringhiera di ferro battuto che si perde tra i rovi ed una vecchia cucina. Oltre alla chiesa, si trovano altri edifici, tutti in pessimo stato la cui esplorazione è sconsigliabile. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato spostato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.