LO STABILIMENTO BOTANICO "CALABRESE"

INGRESSO

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In una delle più belle ed antiche vie di Napoli, la monumentale Via Foria, c’è un luogo di cui si sta riscoprendo la memoria: il Vivaio "Calabrese"(oggi Calvanese).

Oltre a essere stato il primo vivaio napoletano, è uno scrigno di rara bellezza, autentica “arcadia” napoletana. Si trova in via Foria 234, di fronte all’Orto Botanico, in uno storico palazzo progettato nella fine del settecento dall’arch. Pompeo Schiantarelli di cui era in origine il giardino.  Diventerà in seguito il luogo dove esploderà la creatività della famiglia Calabrese e sedimenterà la sua storia. Francesco Saverio Calabrese appassionato di Botanica, lo inaugura nel 1864, col nome di STABILIMENTO BOTANICO CALABRESE. Tuttavia, sarà il figlio Francesco Paolo, autore peraltro del volume “nomenclatura botanica vulgare”, un elenco delle specie vegetali napoletane e la spiegazione dell’uso che se ne può fare, che lo farà diventare il luogo onirico che oggi ammiriamo. 


Giuseppe Calvanese, figlio di Luigi il giardiniere dello stabilimento rilevò il vivaio dopo la scomparsa di Rita Stern, moglie di Francesco Paolo. Ricorda che c’erano ben venti operai giardinieri che iniziavano a lavorare alle cinque di mattina. Oggi è solo lui a lavorare nel vivaio, tra gatti e tartarughe. 

GIUSEPPE CALVANESE

Il vivaio conta ben nove serre, un piccolo edificio che nasconde una caldaia a carbone che le riscaldava, e una vasta antologia di proverbi impressa su mattonelle di ceramica stile vietrese nascoste un po’ ovunque nel giardino, opere di Rita

Nello studio rimasto intatto, si possono osservare strani oggetti, miniature, dipinti di paesaggi, vecchi dischi di vinile, accanto alle tante fotografie e storie documentate della famiglia Calabrese: viaggi, mostre, la passione per la botanica. Un piccolo archivio di immagini d’epoca estremamente interessanti poiché hanno come soggetto luoghi della città non più esistenti. L’attuale proprietario ci indica in particolare il vecchio albergo Continental e la birreria Bavaria. Molti oggetti sono ricordi propri di Rita Stern. In evidenza, alcune foto di celebri personaggi napoletani come Pupella Maggio ed Edoardo de Filippo, che sembra trascorressero parte del loro tempo libero in questi giardini. 

Una, in bella mostra, ritrae Pupella con dedica proprio a Rita Stern: ”Alla cara Rita con tanta tenerezza, con l’amore di sempre. Pupella Possiamo immaginarli discorrere di teatro tra i viali o scherzare davanti ad una tazzina di caffè nella “kaffehaus”, piccolo gioiello di architettura ottocentesca e ulteriore chicca del posto. 

LA "KAFFEHAUS"

Su una ceramica seminascosta da vasi pendenti, c’è una frase a firma di Francesco Saverio Calabrese: “noi giardinieri siamo gli ultimi romantici”. E che questo luogo senza tempo, pieno di fascino decadente e di eterea bellezza, sia uno dei luoghi più romantici di Napoli è certo.

 

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