LA SCUOLA DELLE SCOLOPENDRE

Lungo una tranquilla via di campagna, appena fuori il centro abitato di un minuscolo comune, un vecchio cancelletto arrugginito rivela, al di là delle sue sbarre, un edificio nascosto nella fitta vegetazione. Ci vuole poca immaginazione per capire che si trattasse della scuola elementare del paese, per i disegni dai colori pastello e di fattura infantile sulla facciata d’ingresso; ed altrettanta poca immaginazione per comprendere che sia abbandonata ormai da lungo tempo, visto il boschetto incolto che ha avviluppato ormai l’edificio. 

Non sappiamo come saranno le condizioni all’interno, ma immaginiamo non buone. Appena varcato l’ingresso, notiamo subito che la scuola è ormai come un corpo scarnificato: intonaco quasi a nudo, sul pavimento detriti dei solai in parte crollati, mobili marciti, finestre rotte.

Una prima grande aula al pianterreno conferma la nostra primaria impressione: questa scuola è ormai in disuso da decenni ed ormai in condizioni di estrema decadenza. I banchi, ancora presenti, sono come scheletri anneriti che ammiccano alla lavagna vuota; c’è solo il telaio che conteneva la tavola. All’interno, si è insediata una pasciuta colonia di Phyllitis scolopendrium, una felce sempreverde comunemente chiamata "lingua di cervo". Qualche scatto e saliamo al piano superiore dalla scala, anch’essa piuttosto malridotta ma ancora sicura. Sopra troviamo una serie di ambienti: bagni, un salottino con camino, un terrazzino ingombro di macerie. 

Scendiamo di nuovo al pian terreno. Stavamo per lasciare la scuola quando riflettiamo che un’aula sola fosse troppo poco: ce ne sarebbe dovuta essere almeno un'altra che, però, non abbiamo ancora trovato. Così proseguiamo nell'esplorazione del pian terreno scavalcando collinette di detriti e oggetti irriconoscibili; attraversiamo uno stanzone semibuio per arrivare, con grande sorpresa, ad una seminascosta quanto coloratissima aula scolastica. Se la prima sembrava quasi in bianco e nero, qui la immaginazione e la sensibilità di qualche straordinaria maestra ha trasformato questo ambiente in un’oasi di luce e colore. Ci siamo messi ad immaginare i bambini che qui hanno passato lunghe ore e la loto sfrenata allegria. Le scolopendre qui sono ancora più rigogliose e numerose. Le tende a righe ormai logore e stracciate cercano come possono di stare in tono con la parete disegnata dai bimbi. Tema: un bosco pieno di animali esotici e le felci quasi ne costituiscono il prolungamento reale. Ci sarebbe piaciuto studiare ed essere bambini qui. E’ con questi pensieri che lasciamo questa scuola, forse per sempre.

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.