IL CONVENTO CHE FU CASERMA, OSPEDALE E  CARCERE

Su un promontorio che guarda il mare, c’è un concentrato di antichissimi edifici nei quali è passata la storia. Uno di questi è un Convento di clausura dedicato a Santa Caterina.

Questa antichissima struttura risale agli inizi del XIII secolo, come attesta una concessione firmata dalla badessa di Santa Caterina nel 1202. Intitolato a Santa Caterina di Alessandria e di regola benedettina sin dalle origini, era contiguo a un altro monastero femminile benedettino denominato San Chirico o Quirico. Nel 1255, per volontà del podestà, Gilberto dei Ramisidis, nell'area del monastero fu elevato un faro, l'accensione della cui lanterna ad olio fu affidata alle religiose.  Nel XIV secolo fu edificata l'attuale chiesa di Santa Caterina, in stile gotico. Nell'estate 1547 Ignazio di Loyola, fondatore e preposito generale della Compagnia di Gesù, si prodigò affinché venisse ripristinata e rispettata integralmente da parte della comunità la Clausura. Il monastero che nel 1600 ospitava 41 religiose godette di notevole prestigio nel corso dei secoli, grazie anche al faro che fruttava un dazio da parte delle navi in ingresso o uscita dal porto. Godeva naturalmente di altre rendite e sovvenzioni pubbliche in virtù del fatto che custodisse l'archivio cittadino. Nel 1705 la chiesa di Santa Caterina ebbe dei rifacimenti barocchi. Lavorarono qui personaggi del calibro di Domenico Antonio Vaccaro e Pietro Novelli. Nel 1720 fu sepolto nella chiesa il Vescovo José Guerrero de Torres, che aveva promosso il restauro barocco. 

Con la soppressione degli ordini religiosi del 1809, entrambi i monasteri furono chiusi e l'intero complesso requisito a scopi militari. Il monastero di Santa Caterina fu riconvertito dapprima in Caserma, la "Caserma Cavour", e poi in ospedale militare (trasferito nel 1860 dall'ex convento di san Francesco). La chiesa di Santa Caterina cadde in abbandono e fu utilizzata come magazzino di paglia fino al 1850. Ferdinando II delle Due Sicilie in seguito alla permanenza di Papa Pio IX volle che diverse chiese della città cadute in abbandono per la soppressione degli ordini religiosi, venissero restaurate e riaperte al culto. I lavori in Santa Caterina iniziarono nel 1852 e si protrassero fino al 1856, e furono eseguiti sotto la direzione di Giacomo Guarinelli. Nel 1854 si intervenne anche sul faro modernizzandolo. Il 3 novembre 1943, le truppe tedesche fecero saltare con delle mine l'antico faro annesso al convento; la chiesa fu officiata regolarmente fino al 1945. Nel 1958 i locali della caserma Cavour accolsero il carcere giudiziario di Napoli, per poi cadere nuovamente in abbandono. La chiesa di Santa Caterina fu chiusa al culto nel 1987. Da allora essa giace in stato di abbandono; agli inizi degli anni 2010 le sue facciate esterne furono oggetto di un restauro conservativo. Anche il monastero ha subito dei tentativi di consolidamento e restauro da molto tempo naufragati ma di cui sono rimaste evidenti tracce. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.