LA VILLA DEL CONTE

Siamo davvero stupefatti davanti a questo strano luogo, che sembra più uscito da una saga nordica che dalla mente di un architetto. La giornata è afosa, ma il cielo nero di nuvole minaccia pioggia aumentando ancora di più la percezione dell’umidità. Erano svariati anni che desideravamo visitare questa dimora ed oggi se ne è presentata l’occasione.

Questo edificio rispecchia in qualche modo la personalità eclettica del suo creatore e primo proprietario, il Conte Cesare Mattei.

Nato nel 1809 da Luigi e Teresa Montignani, di famiglia benestante con numerosi possedimenti, Cesare perse presto suo padre che morì nel 1827. Qualche anno dopo sua madre si ammalò gravemente ed è questo forse che spinse il giovane Mattei a intraprendere gli studi di medicina. Nel 1845 Teresa Montignani si spense tra grandi sofferenze. Questo ulteriore evento tragico indusse Cesare a sperimentare nuovi metodi di cura approdando, infine, alla scoperta della elettromeopatia, una terapia basata sull'utilizzo di derivati di erbe medicinali combinati con l’elettricità.

Fu nel 1847 che Cesare Mattei insieme al fratello Giuseppe acquisì il titolo di Conte per aver aiutato finanziariamente Pio IX nel conflitto contro gli austriaci. Nel 1848 Cesare Mattei venne eletto Deputato a Roma.

Quando il Conte si trovò in visita al fratello a Savignano, ebbe l’intuizione di edificare la sua dimora in quella zona; e così fece. Nel 1850 acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell’antica rocca di Savignano ed edificò un castello in stile moresco, che chiamò Rocchetta, cioè piccola rocca, per distinguerlo dal castello diruto di Savignano. In esso si rifugiò scomparendo dalla vita politica e mondana per dedicarsi anima e corpo allo studio della sua elettromeopatia. Iniziò la produzione dei rimedi elettromeopatici su larga scala, creando trentasei stabilimenti in tutto il mondo. Va ricordato e rimarcato che Mattei curava gratuitamente i poveri, garantendo così le cure a tutti.  

Il 3 Aprile 1896 Cesare Mattei morì, disponendo in un testamento separato da quello principale a chi dovessero essere affidati i segreti della sua scoperta. 

Villino Romito fu costruito nello stesso periodo della Rocchetta e serviva ad ospitare i pazienti più facoltosi per le cure elettromeopatiche. Dopo la morte del Conte, cambiò diversi proprietari. Restaurato da un certo Pietro Ventura nel 1969 (c’è una targa che lo ricorda) fu utilizzato fino alla fine degli anni novanta. Oggi la villa versa in uno stato di incuria e degrado, abbandonata da oltre venti anni. 

come si presenta dalla strada

La villa di colore giallo sgargiante ha un aspetto molto particolare, ricordando molto le abitazioni bavaresi ma con elementi che fanno più pensare ad intenzioni nascoste di natura semantica. Dai complementi di arredo del giardino, tavoli e sedie ricavati da pensati tronchi, alla finta chiesa che termina con una torretta sormontata tre elementi conici allungato come i denti di una gigantesca forchetta: tutto sa di surreale, di fiabesco. La villa si presenta completamente aperta. Gli interni sono in legno, nel complesso eleganti ma anche con un tocco rustico.  Al pian terreno c’è una cucina piccola, alcuni passetti ingombri di spazzatura e oggetti vari e due grandi saloni. Una scala porta al secondo piano alla zona notte. Nel complesso, l'aspetto interno (che sicuramente negli anni sarà stato stravolto o modificato) è decisamente ordinario rispetto all’aspetto esteriore della Villa, ma ci ha permesso di ripararci da un violento acquazzone, per fortuna di breve durata, scatenatosi improvvisamente. Infine, in un terrazzamento sulla sinistra della villa c’è una bella piscina.


 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.