La biblioteca circolante per definizione è quella che “dà in prestito libri, gratuitamente o dietro la corresponsione di una modica cifra”.
In Italia le biblioteche circolanti arriveranno relativamente tardi, nel 1861, derivando per lo più dalla esperienza delle biblioteche polari. In vero, la biblioteca circolante nasce molto prima, agli inizi del XVIII secolo negli Stati Uniti e si diffonde in seguito nel nord Europa. Come dice il nome, inizialmente erano biblioteche ambulanti; diffondevano quindi in maniera dinamica la cultura. Erano carrozzoni, poi autoveicoli, che si fermavano nelle periferie, nei villaggi rurali ed in genere nei luoghi frequentati dalla classe lavoratrice che non poteva permettersi svaghi culturali, portando libri di ogni genere.
La prima biblioteca popolare venne istituita nel 1700 nella Carolina del sud. Nel corso degli anni si diffusero i books wagons, ossia le biblioteche mobili. Anche nel Regno Unito la storia delle biblioteche popolari passa attraverso la diffusione delle biblioteche ambulanti, la più antica delle quali sorge nel 1725 ad Edimburgo. Possiamo certamente affermare che le biblioteche circolanti sono nate con intenti assolutamente filantropici. Il loro grande merito è aver contribuito a rendere il libro, e dunque la cultura, accessibile a tutti.
Come detto, in Italia la storia inizia nel 1861 quando Antonio Bruni costituisce a Prato la prima biblioteca circolante italiana. I cittadini che vogliono usufruire del servizio pagano un contributo di 30 centesimi al mese. Dopo pochi anni, secondo statistiche ufficiali del Regno, si contano in Italia 210 biblioteche popolari. Nel XX secolo si costituì la Federazione italiana delle biblioteche popolari, che dal 1917 avrà un suo Bollettino curato da Ettore Fabietti. Con l’avvento dell’era fascista Ettore Fabietti venne rimosso per far posto a Leo Pollini. Fu costituito l'Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche (ENBPS) che assorbì la Federazione italiana delle biblioteche popolari; un chiaro tentativo di statalizzare e controllare la diffusione della cultura, realizzando anche censimenti delle biblioteche e del loro patrimonio librario.
LA BIBLIOTECA CIRCOLANTE DI LARGO S.ORSOLA A CHIAIA
Proprio in quel difficile periodo nasce a Napoli, con sede in Largo S. Orsola a Chiaia n°3, accanto a dove oggi c’è l’uscita degli artisti del teatro Sannazaro di Via Chiaia, una biblioteca circolante: la Società Anonima Cooperativa Editrice Libraria. In un periodo così buio a austero, questa non è solo una semplice biblioteca ma un luogo di incontro, svago ed anche di scambio di idee. Qui si davano appuntamento artisti, scrittori, intellettuali napoletani e non. E non mancarono i problemi; vista l’epoca, questi luoghi venivano visti dal regime con sospetto. Anche questa, come tutte le biblioteche circolanti in Italia, era sottoposta a rigido controllo e a specifici censimenti, non tanto per conoscere il numero delle librerie, notissimo al potere, ma per conoscere il genere di pubblicazioni, di letture nonché di soci delle stesse. Di seguito, c’è un raro esempio di questi censimenti, il modulo compilato dalla Biblioteca di Largo S. Orsola (Foto 1-5) del censimento del 1939, in cui si tranquillizza sulla "segretezza dei dati forniti": excusatio non petita, accusatio manifesta.
Anima della biblioteca una nobildonna napoletana, Anna Rossi Filangieri, scrittrice, poetessa, giornalista, fotografa, pittrice e disegnatrice. Il C.d.A. della biblioteca era così composto: Ugo Arcuno Presidente, Anna Rossi Filangieri Consigliere, Lorenzo Ciusso Consigliere. Sindaci erano invece Guido Fiore, Eugenia Staffelli, Ottorino Curgo, Carlo Barbieri ed Elena Rosati.
Il regolamento (Foto 7) prevedeva una quota mensile per ogni socio, inizialmente di £ 5 per poter prendere in lettura un libro alla volta, £ 7 per due libri, £ 9 per tre libri. L’abbonamento poteva essere disdetto in ogni momento, anche terminato il solo mese. I libri potevano essere cambiati dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 tutti i giorni non festivi. C’era un catalogo da poter consultare diviso per materia ed era possibile partecipare alla selezione dei libri da acquistare, lasciando consigli, suggerimenti e richieste. Al momento del censimento di cui accennato, ottobre del 1939, la biblioteca aveva concesso in lettura circa 20.000 volumi.
IL CENSIMENTO DEL 1939
ANNA ROSSI FILANGIERI
CARTOLINE DAL FRONTE INDIRIZZATE ALLA BIBLIOTECA
Ed alla guerra la Biblioteca è sopravvissuta, non sappiamo fino a che anno preciso, ma certamente fino alla metà degli anni cinquanta. Vera e propria arcadia degli intellettuali napoletani, ospitava al suo interno rassegne di poesia, presentazione di libri, mostre di pittura e scultura. Cenacolo di artisti che qui si incontravano e lasciavano la loro firma di saluti nel libro degli ospiti. Dagli stessi, tra i tanti nomi di amici e personalità dell’epoca leggiamo quelli di artisti famosi come il pittore Polacco Rubin Sarfer in arte “Rodolphe Banet”, che nel frattempo aveva sposato Anna Rossi Filangieri, Emilio Notte, Biagio Mercadante, Pasquale Monaco; i nomi dei maggiori critici d’arte del tempo come Alfredo Schettini, Carlo Barbieri e Paolo Ricci; la scrittrice Gina Formiggini, il poeta Carlo Baccari e il giornalista e critico d’arte Gino Grassi; Guido Mannajuolo, autentico mecenate dell’epoca, ideatore del “Al Blu di Prussia”, la galleria d’arte che contribuì per lustri ad informare ed aggiornare l’ambiente artistico napoletano sulle tendenze dell’arte figurativa di quel tempo.
Particolare davvero singolare e toccante è che Anna Rossi Filangieri che aveva girato il mondo, vissuto a lungo lontano da Napoli, tra Parigi, la penisola Sorrentina e Bordighera, nel 1993 tornò a vivere a Napoli, in Vico Monteroduni, e li si è spenta, a pochi passi davvero da quella sua creatura della guerra, la Biblioteca Circolante di Largo S. Orsola a Chiaia.
LIBRO DEGLI OSPITI
QUOTIDIANI ANNI CINQUANTA RUBIN SARFER IN ARTE BANET
1950 MOSTRA PITTURA ANNA ROSSI FILANGIERI
LIBRERIA MODERNA - PRESENTAZIONE DI UN JOUR EST UNE VIE MILANO - LETTURA POESIE DI ANNA ROSSI FILANGIERI
Coloro che desiderassero approfondire, o visionare i documenti, possono contattare attraverso noi l’Archivio Rossi Filangieri.
LE FOTO E I DOCUMENTI DEL PRESENTE ARTICOLO SONO PROPRIETA' DELL'ARCHIVIO DELLA FAMIGLIA ROSSI FILANGIERI. E' VIETATO COPIARLI, PUBBLICARLI E/O UTILIZZARLI SENZA ESPRESSO CONSENSO. LA PUBBLICAZIONE SU QUESTA PAGINA E LA SUA DIFFUSIONE IN INTERNET NON SIGNIFICA IN ALCUN MODO ACCONDISCENDENZA O PERMESSO DI UTILIZZO
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