ISCHIA

Il castello aragonese

Il Castello Aragonese di Ischia fa bella mostra di se su un isolotto collegato alla terraferma da un istmo, non lontano dal principale insediamento dell’isola e dal suo porto naturale. In realtà, non ci troveremo di fronte un vero e proprio castello, ma ad un denso ammasso di siti storici di tutte le epoche confusi dal tempo e soprattutto dai seri danni inflitti dal cannoneggiamento delle navi di Horatio Nelson, nella guerra franco inglese che ha agitato queste coste e queste acque. Questo luogo ha, infatti, una storia millenaria quanto in generale l’isola di Ischia. Abitata fin dai tempi più remoti, conobbe il suo sviluppo come insediamento di coloni provenienti dalla Magna Grecia: il suo nome originario Pithecusa. Il primo insediamento sull’isolotto fu la fortezza di Gerone I di Siracusa. Chiamato in aiuto dalla colonia greca di Cuma, Gerone sconfisse i Tirreni in una epica battaglia navale nelle acque antistanti l’odierno Lacco Ameno. In dono Gerone ottenne l’intera isola di Ischia, il quale edificò sull’isolotto la sua fortezza nel 474 A.C..  Di quei passarono Romani, Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini che utilizzarono la fortezza adattandola e trasformandola continuamente dall’originaria struttura. 

Il periodo di maggiore fortuna e splendore per questo luogo impervio, ragione per cui ancora oggi tutto il complesso sito è chiamato “Castello Aragonese”, fu nel XV sec. allorquando Alfonso d’Aragona (detto il magnanimo) fece ricostruire il Castello Angioino di Napoli (conosciuto come Castel Nuovo o Maschio Angioino) dandogli la struttura che oggi vediamo. Il sovrano di Napoli fece costruire un ponte per unire l’isolotto con Ischia e lo difese con muraglioni e fortificazioni. Il sito divenne una vera e propria cittadella protetta dalle continue incursioni saracene. Si calcola che tra la fine del XV sec. e il XVI sec. si insediarono sull’isolotto ben 1892 famiglie. Furono edificate ben 13 chiese, l’abbazia dei monaci Basiliani ed il Convento della Clarisse. A partire dal XVIII sec.  l’isolotto smise di essere il principale insediamento e polo attrattivo dell’isola di Ischia, grazie anche al fatto che erano quasi del tutto cessate le incursioni dei pirati. Non certamente i pericoli. La rocca, presidiata dai francesi, fu infatti quasi distrutta dai cannoni delle navi inglesi. Restaurato il governo Borbonico dopo la fallita “rivoluzione napoletana” del 1799 e la cacciata dei francesi, Ferdinando I trasformò l’isolotto in carcere e gli ultimi pochi abitanti lasciarono il luogo.

Oggi il Castello Aragonese è un sito fantastico, dove potere “respirare” la storia, immergendosi letteralmente nelle strutture di varie epoche susseguitesi una sull’altra, godendo di panorami mozzafiato del golfo dalle tante terrazze che si affacciano sullo strapiombo e lungo i sentieri che guidano nel cammino attorno e lungo l’isolotto. E per gli appassionati di natura, c’è un campionario superbo di macchia mediterranea e piante fiorite (non per nulla Ischia è anche chiamata “l’isola verde”) oltre la possibilità di vedere tanti uccelli che vengono a nidificare sui dirupi circostanti: rapaci, cormorani, avifauna di transito e residente. Il tutto sotto gli occhi vigili di centinaia di candidi gabbiani Corsi, i veri padroni di questi luoghi. Li vedrete pattugliare tutta l’isola: dall’ingresso fino alla parte più alta della rocca, dove sfruttando le correnti ascensionali si librano senza sforzo alcuno. Potrete ammirarne facilmente il piumaggio giovanile macchiettato di marroncino scuro o quello da adulto, bianchissimo e folto, dal momento che usano riposarsi si parapetti delle terrazze a sbalzo sul mare o su quella del Bar in cima alla Rocca concedendosi agli sguardi dei visitatori. 

Dista circa 2,5 km dai moli di attracco del porto e si raggiunge in poco più di mezz’ora di piacevolissimo cammino attraverso le viuzze di candida muratura del porto, su sentieri costeggiati da colorate ville e giardini fino alla località chiamata Ischia “ponte” dove sorge l’isolotto del Castello. L’ingresso costa 10 € e c’è anche un ascensore all’interno della montagna che facilita l’ascesa a chi ha qualche problema fisico, portandovi nei pressi del Monastero delle Clarisse, evitando il primo impervio tratto. All'ingresso viene dato un opuscolo con una mappa utile per sfruttare al meglio i percorsi. Tuttavia, lungo i sentieri c’è abbondanza di indicazioni della via da percorrere e dei luoghi visitabili. Chi lo desidera può anche rifocillarsi sull’isolotto grazie ad una caffetteria nel pressi del Monastero delle Clarisse ed il caffè ristorante “la terrazza”, da cui si gode di un panorama straordinario, nei pressi del carcere Borbonico. Tuttavia, anche nel borgo antistante l’isolotto e sull’istmo ci sono eccellenti ristoranti dove poter mangiare un ottima cucina di mare ischitana a prezzi molto vantaggiosi.