GAETA, LA SIGNORA DEL MARE

Gaeta è un antico insediamento costiero, il cui nome ha incerte origini. La tesi più accreditata si riporta a Strabone, il quale parla di "καϊέτα" (caieta), con riferimento alla baia di Gaeta. Il termine era infatti usato dal popolo dei Laconi per indicare ogni cosa cava o concava. Caieta era anche la nutrice di Enea le cui gesta Virgilio ambientò proprio su queste coste e molti pensano che questa sia l’origine del suo nome.

 La vocazione marinara della cittadina affonda le radici nel passato e non è solo legata al semplice contatto col mare; pochi sanno che tra il IX ed il XII sec. l’allora ducato di Gaeta fu una autentica, anche se meno potente e conosciuta, “repubblica marinara” al pari di Amalfi. La Città di Gaeta fu uno dei cinque distretti dell'antica provincia di Terra di Lavoro nel  Regno delle due Sicilie, ultima roccaforte a cadere sotto i colpi dell’esercito sabaudo. Dopo il 1860 e fino al 1927, Gaeta continuò ad essere campana, uno dei cinque distretti di Terra di Lavoro con Sora, Caserta, Piedimonte e Nola. Nell'ambito della riorganizzazione fascista delle province, Terra di Lavoro fu soppressa e Gaeta fu accorpata dapprima nella provincia di Roma e poi nella neo provincia di Littoria (poi Latina), entrando così di fatto a far parte del Lazio. E che Gaeta sia stato un pilastro del Regno Borbonico si avverte fortemente, negli accenti partenopei, nella cucina, nell’architettura storica, nel suo indissolubile legame col mare. Oggi è una piacevole cittadina divisa tra le leggende di Virgiliana memoria, il suo illustrissimo passato e le incertezze del futuro, in bilico da sempre tra Grecia e Roma.

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