A Castellammare di Stabia, vicino Napoli c'è un edificio che cade a pezzi. Sul lungomare, come un vecchio che si trascina dietro buste di plastica piene di stracci e vecchie inutili cose, il viso nascosto da ciocche di capelli annodati e gli occhi opachi che guardano il mondo pieni di sospetto e paura, aspetta la fine. Ma se gli offri una sigaretta o una birra e ti fermi a parlare con lui, magari scoprirai un passato incredibile. Forse, se il vento non sarà troppo caldo o la schiena non gli farà troppo male, ti rivelerà che un tempo fu un patriota, un attore famoso ed un mecenate. Ti dirà:” vedi, qui ci ho messo un gorilla alto 8 metri, king kong…una volta”, “su questa terrazza mi sono fermato a bere con Nino Taranto e Carlo Giuffrè … una volta”. Se saprai guardare sotto il velo di cataratta che ha coperto il bianco dell’intonaco, se ignorerai le rughe che gli solcano i muri, scoprirai che questo vecchio stanco, malfermo sulle gambe che guarda un mare sconfinato e azzurro si chiama Montil e altri non è che la “pietrificazione” di Natale Montillo.
Natale Montillo fu regista, produttore, sceneggiatore, scenografo, attore e ogni cosa che la vita dura del dopo guerra costringeva a immaginarsi. Sopravvissuto alla prima guerra mondiale, nonostante lo si credesse morto (il suo nome è tutt'ora sulla lapide ai caduti della cattedrale), inventore della Brioche, a metà tra il pane ed un dolce, fu uno dei primi a credere nello scintillante mondo della celluloide che presto avrebbe soppiantato il Teatro. Trasformò un circolo ricreativo cattolico di Castellammare nel suo primo cinema: il cinema Corso. Finita la seconda guerra mondiale, iniziò una proficua carriera di attore e produttore di importanti film. Nel 1954, su progetto dell’Ing. Amodio dell’università di Napoli, realizzò il suo antico sogno: costruì il cinema teatro Montil che con i suoi 2000 posti era uno dei più importanti d’Italia e dei più innovativi dal punti di vista architettonico. Il teatro ha visto presenti i più grandi attori dell’epoca: Macario, Taranto, Giuffrè, Vianello etc. Con la crisi del teatro, una parte dell’edificio fu riconvertito in albergo e ristorante, che hanno funzionato fino a qualche anno fa. Nel 1965 Montillo scomparve e si dice che il suo spirito e le sue risate riempiano ancora i corridoi e le stanze del Montil, ormai abbandonato e ridotto ad una maschera tragica che nulla fa intuire del suo glorioso passato.
Il cinema albergo MONTIL in alcune cartoline d'epoca
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