L'ALBERGO DEI DISCHI VOLANTI

In un borgo di poco più di duemila anime perduto tra le montagne, nascosto da una fitta boscaglia alla vista distratta dei passanti e delle auto che sfrecciano sulla statale, c’è qualcosa di davvero sorprendente, qualcosa che non ti aspetti di trovare in un luogo remoto come questo. Ma partiamo dall’inizio. Ce ne aveva parlato un caro amico, espertissimo urbexer laziale, ma non c’era stata ancora l’occasione di andare a vedere, prima per i vari blocchi covid, poi per l’incessante periodo di maltempo. Così abbiamo approfittato di una inaspettata giornata di sole di febbraio, abbastanza calda da sciogliere il ghiaccio e la neve che qui cade copiosa in questo periodo dell’anno. Come di consueto, ci siamo a lungo documentati sul luogo, anche se non ci sono poi tante notizie a riguardo: poche frammentarie notizie trovate in internet. È per lo più parlando con le persone del luogo che abbiamo scoperto la storia di questo complesso alberghiero. Ci limiteremo a dare informazioni di carattere molto generale per proteggere questa struttura, che presenta al suo interno ancora tutti, o quasi tutti, gli arredi e al contempo è priva di qualunque protezione e che risulta essere già stata vittima di furti. 

Quando fu inaugurata negli anni ‘80, questa struttura era sorprendentemente originale: in posizione panoramica con vista sulla valle sottostante, abbracciata da un curatissimo parco impreziosito da statue, fontane, una grande piscina e persino un ruscello artificiale, vantava un nucleo centrale che aveva l’aspetto di una grande astronave. Era, infatti, formato da tre edifici di forma discoidale uniti da un corpo centrale, che visti dall’alto la fanno assomigliare ad una futuristica nave spaziale. Arredato con gusto, con un misto di antico e moderno, ampio uso di vetri colorati e lampadari di Murano, era un luogo di sicuro fascino per cerimonie e convention molto esclusive. A questa struttura non mancava davvero nulla. Le stanze di quattro tipologie (Singole, Doppie, Matrimoniali, Suite) erano dotate di ogni comfort: TV, frigobar, modem, telefono, riscaldamento/condizionamento autonomo, serrature con schede magnetiche, cassetta di sicurezza, asse e ferro da stiro, set di cortesia, scrivania, radio. Le Suite erano dotate anche di vasca idromassaggio. Due sale ristorante ed un bar salone svago completavano l'offerta. Disponeva di ben sette sale in grado di accogliere fino a cinquecento persone per eventi di vario genere. In tutte le aree comuni  vi era copertura Wi-Fi. C’era anche un servizio interno di lavanderia. E come se tutto questo non fosse abbastanza, aveva una grande struttura indipendente adibita a ristorante/piano bar articolata in quattro grandi sale, su due piani, di cui una dedicata ai convegni, e tre adibite a cerimonie di ogni genere. La grande piscina e i suoi pergolati completavano lo scenario perfetto per feste di grande suggestione. 

LA STRUTTURA COME ERA

Una struttura così grande ed articolata ha costi di gestione altissimi ed è naturalmente fragile ed esposta a possibili rovesci finanziari. Crediamo che la grande crisi degli anni 2000, alimentata dagli eventi catastrofici internazionali, abbia messo in grave difficoltà questa struttura. In un video dell’epoca, che abbiamo trovato in rete, si pubblicizzano eventi con chiaro riferimento a sconti e prezzi particolari, che nascondevano una evidente situazione di difficoltà economica. C’è però chi attribuisce la chiusura ad una cattiva gestione del complesso, che in un periodo di grande incertezza avrebbe persino pensato di ingrandire un complesso di per sé molto grande e completo, facendo saltare un equilibrio già molto fragile.

Fatto sta che vedere quelle immagini, godere anche solo da lontano di quelle atmosfere, di quei banchetti principeschi, della eleganza non ostentata delle sale ci ha fatto davvero male al cuore. Si, perché nonostante la struttura non sia stata fortunatamente vandalizzata, non assomiglia a quel posto idilliaco del video, mostra tutti i segni della decadenza e della progressiva inesorabile marcescenza. È un posto che non mostra più quella allegria e quella freschezza, ed anzi mette una certa inquietudine e tristezza. Le sale sono vuote e silenziose, i due pianoforti non suonano più per qualche dolce sposa, le cucine non risuonano più delle concitate voci dei cuochi che danno ordini, le narici non sono invase da meravigliosi profumi ma da un acre odore di chiuso e muffa.

Entrando, la prima struttura che ci troviamo di fronte è il ristorante, riconoscibile perché non ha una struttura in cemento armato come l’hotel, ma in mattoncini e legno. Colpiscono da subito le tante vetrate colorate che creano un contrasto evidente con la malinconica atmosfera di abbandono che si respira dentro. La struttura è enorme ed ancora con tutti i suoi preziosi arredi all'interno. Due pianoforti, uno per livello, completano la scena surreale. Lasciamo alle immagini, più eloquenti di qualunque descrizione a parole, il compito di illustrare il luogo che ci siamo trovati di fronte. 

IL RISTORANTE/PIANO BAR

LE CUCINE

LA PISCINA

Attraversata l’area della grande piscina, oggi una scura palude, attraverso un cancelletto basso aperto si accede all’Hotel. Anche qui grandi vetrate, lampade di Murano, preziosi legni e marmi, a riempimento e sviluppo di una algida struttura in cemento armato, creano ancora oggi una grande suggestione. Anche per l’Hotel meglio lasciare alle immagini ogni ulteriore commento. 

L'HOTEL

LA LAVANDERIA

In conclusione, la nostra speranza è che per una volta il tempo rompa i suoi cardini e le nostre immagini di decadenza diventino il passato di questa bella struttura. Sarebbe davvero bello rivedere quell'atmosfera gioiosa, delicata ed elegante, tornare ad essere il suo presente. 

 

L'esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.