Imponente palazzo di età rinascimentale, purtroppo caduto da anni in un malinconico abbandono. Appartenuto ad una nobile famiglia desiderosa di essere al livello di magnificenza di altre del calibro dei Farnese o degli Orsini. Con i suoi splendidi giardini e le maestose fontane, doveva certamente essere una della più belle residenze dell’epoca.
Oggi è parzialmente crollato, invaso da una fitta vegetazione spontanea e spogliato di quelli che dovevano essere i preziosissimi arredi. Anche se ormai morente, questa bellissima residenza mostra ancora i segni della sua grandezza. La magnificenza degli esterni, che oggi si può solo intuire nella intricata selva di rovi e di resti sparsi ovunque di panchine e balaustre, è niente a paragone di ciò che si nasconde all'interno. Il portone di accesso è invaso da detriti; questa ala del palazzo è stata interessata da un imponente crollo. Quindi, per esplorare ciò che rimane accessibile, bisogna inerpicarsi su per tortuose scalinate a chiocciola in pietra. Ci si muove tra enormi sale, camini monumentali, soffitti a cassettoni, stemmi, portali intarsiati, eleganti bagni in marmo e volte affrescate. La cosa che maggiormente colpisce è sicuramente l’enorme salone con le pareti rosse del secondo piano, non fosse che per il colore sgargiante. Con il soffitto di legno a cassettoni ed impresso lo stemma della casata, è impreziosito da un maestoso camino in peperino rosa. Dalla porta alla sinistra dell’immenso camino, si accede ad una piccola cappella privata, che versa in condizioni assai precarie ed è proprio a ridosso dell’ala crollata.
Fotografando questo gigante del passato non si può non provare una grande tristezza, mista a rabbia impotente, nel vedere uno dei tanti tesori della nostra Italia affogare nell'incuria e nell'abbandono. Se c’è qualcosa di davvero terribile nella esplorazione urbana è il contatto diretto con la precarietà, con l’oblio e con la disgregazione che non risparmia niente e nessuno. Il tempo esalta e fa brillare le cose, ma allo stesso tempo le scava, lentamente le distrugge. Questa consapevolezza rimane dentro e non ti abbandona nemmeno quando sei fuori, nel tuo mondo che sembra eterno e immarcescibile, e che invece un giorno inesorabilmente cambierà, diventerà irriconoscibile e poi svanirà.
E' L'ORA DEL BAGNO: ALLE NOVE IN INVERNO, ALLE OTTO IN ESTATE (Plinio, Epistulae)
LA SALA ROSSA
L'esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato spostato e/o prelevato.
IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.