FRANCIA

.    SARA LA NERA il pellegrinaggio dei gitani


LE SANTE MARIE DEL MARE E LA LEGGENDA DI SARA

Secondo la tradizione, Maria Jacobe e Maria Salome, parenti della vergine Maria e di Gesù, furono cacciate dalla Giudea. Su una barca senza remi, insieme a Maria Maddalena e Lazzaro, arrivarono alla odierna spiaggia del paese che da questa leggenda prende il nome: Saintes Maries de la mer. Sempre secondo la tradizione, una donna di origini egizie di nome Sara ebbe una visione, una barca con tre donne ed un uomo che stavano per naufragare, e ne vide il luogo; corse così a salvarle. Fu così che iniziò la evangelizzazione della Francia, con Sara che chiese il battesimo per se ed il suo popolo. Questa leggenda nasconde qualcosa di vero, poiché la storia dice che la cristianizzazione della Francia iniziò proprio dalla valle del Rodano, con Arles prima città. Una seconda tradizione vuole Sara essere la serva di Maria Salome ed anch'essa sulla barca. Comunque vada, Sara è divenuta la protettrice e patrona dei Gitani, venerata come santa anche se la chiesa non l’abbia mai ritenuta tale.

I GITANI

Tutti o quasi hanno sentito il termine Gitano o Zigano, nomi da cui deriverebbe il termine Zingaro, ma pochi conoscono la storia e le origini di questo popolo, che non si identifica con un territorio o con una lingua, ma con tratti comuni ed una cultura molto antica. Il termine "Zingaro" è quasi sempre usato come dispregiativo, per indicare persone senza fissa dimora, dedite all'accattonaggio ed a lavori illeciti. In realtà, il loro vestire in modo stravagante e colorato, l’essere stati per molto tempo nomadi e l’essere ritenuti per antica tradizione depositari di conoscenze e poteri esoterici ha generato da sempre nei confronti dei Gitani una certa diffidenza o paura.  Una leggenda vuole che essi provengano da Agarthi, un mitico mondo sotterraneo e per questo le loro donne sarebbero dotate di particolari poteri di chiaroveggenza e divinazione. Leggenda o meno, i gitani hanno sempre praticato le arti magiche attraverso l’uso dei tarocchi, delle sfere di cristallo, o interpretando i fondi del tè o del Caffè e leggendo la mano. Nel loro passato nomade la esercitavano spostandosi in pittoresche carovane spesso condivise con gruppi circensi. La loro magia era ritenuta potentissima e per questo erano molto temuti.

Il termine "Gitano" deriverebbe da Egyptien, cioè originario dell’Egitto, ma indagini antropologiche ed etnologiche hanno fatto ritenere che provengano da un’area collocata nel nord ovest dell’India. Furono per secoli un popolo senza fissa dimora; dall'India si spostarono in medio oriente (Iran, Armenia Turchia, Georgia etc.) fino ai Balcani. Dai Balcani arrivarono in Europa solo tra il XIV e il XV secolo ed è per questo che per molto tempo si è ritenuto fosse un popolo di etnia balcanica. In realtà, si tratta di un popolo con diverse etnie (croati, albanesi, serbi, greci), ma i due ceppi principali sono i Rom e i Sinti.

Oggi, i gitani non si spostano più con i tipici carrozzoni, ma con moderne roulotte o camper; hanno, tuttavia, mantenuto intatte tutte le loro tradizioni, tra cui la musica, le arti magiche e il bizzarro modo di vestire. Da grandi viaggiatori, hanno sempre partecipato ai pellegrinaggi e alle feste celebrative, che sono anche una occasione per riunire persone lontane, ma accomunate dalla stessa cultura. L'antica leggenda delle tre marie ha reso Saintes Maries de la mer il Sancta Sanctorum di questo popolo. 

NAVIS IN PELAGO


Da sempre Saintes Maries è luogo di pellegrinaggio ed in particolare per la festa di Marie Jacobe, il 24 e 25 maggio, e quella per Marie Salome il 22 ottobre.

In particolare, la festa di maggio attira a Saintes Maries de la mer moltissimi pellegrini, facendo diventare questo evento religioso di fatto anche la festa dei Gitani. Rom, Manouche, Gitani arrivano da tutto il mondo, si sistemano per le strade, in riva al mare formando dei veri accampamenti. Qui si sentono a casa. Durante i giorni che precedono il 24 maggio e quelli che seguono il 25 maggio potrete vederli di giorno vicino le roulotte, in famiglia; la sera sono in giro per Saintes Maries nel loro tipico colorato abbigliamento: gli uomini suonano nelle piazze o nei bar musica gipsy e le donne ballano senza stancarsi mai, in un aria di festa ed allegria contagiosa. Da qualche anno a questa parte, grazie anche alla diffusione delle notizie via internet, insieme ai gitani arrivano una enorme quantità di curiosi e giornalisti da tutto il mondo, rendendo caotica la situazione in quella che è normalmente una tranquilla e piccola cittadina del sud della Francia. 

In occasione della festa della Santa Maria Jacobe, al termine della cerimonia del “reliquiario”, “il popolo del viaggio (come viene chiamato il popolo gitano) porta la statua di Santa Sara la "Kali" (la Nera) in processione fino alla spiaggia e dentro il mare, in ricordo dell’accoglienza di Sara alle Marie che arrivavano sulle rive del paese.

IL PELLEGRINAGGIO DI SANTA SARA 2018

Quest’anno siamo tornati a Saintes Maries de la mer per assistere a questa festa e documentarla. Vi anticipiamo che è stata una esperienza unica e vi invitiamo caldamente a parteciparvi. La Camargue è un territorio abbastanza vasto e selvaggio e quindi avrete bisogno di un’auto per spostarvi. Le soluzioni sono due: arrivarci con la vostra auto oppure volare su Marsiglia e noleggiare un auto all’aeroporto.

Noi abbiamo scelto la prima per essere più liberi di partire o rimanere a seconda delle situazioni. Abbiamo calcolato che la spesa sarebbe stata quasi la medesima; l'inconveniente è che occorrono due giorni di viaggio in più, tempo che noi abbiamo sfruttato alla grande, facendo tappa nel viaggio di ritorno in un altro luogo che da tempo volevamo visitare: Triora.

 

Abbiamo scelto come base una fattoria a metà strada tra Arles e la costa, proprio sulla "Route du Saintes Maries". Un posto che si è rivelato incantevole e strategico, poiché da lì si raggiunge in poco ogni punto della Camargue (ne parleremo più avanti). Siamo arrivati la sera del 22 maggio per avere un giorno di tempo per poter verificare la situazione sul posto in anticipo e visitare altri punti di questa splendida terra.


 

La festa si articola in due giorni, il 24 e 25 maggio, in cui tuttavia è il primo giorno ad essere dedicato a Santa Sara con una grande partecipazione fisica ed emotiva del popolo gitano.

Il 24 maggio, si inizia alle ore 10 con la messa solenne nella Cattedrale del Mare per Saint Marie Jacobe, nella quale si ricorda la leggenda e si cantano inni alle Marie ed a Sara.

Alle 15.30 inizia la cerimonia del “reliquiario”, assolutamente da non perdere, al termine della quale la statua di Santa Sara esce dalla cripta, dove è custodita durante l'anno, e viene portata in processione dai gitani fino a mare.

Per chi vorrà andarci, ecco alcuni consigli basati sulla nostra esperienza.

A Saintes Maries bisogna arrivare molto presto o sarà impossibile parcheggiare in città (non dopo le 8 del mattino). Anche nella cattedrale andateci con largo anticipo se volete trovare un buon posto.

La processione è bella, ma il momento più emozionante e spettacolare è quando arriva sulla spiaggia. Per questo, terminato il rito della discesa del reliquiario, conviene andare subito alla spiaggia, dove ci sarà già tantissima gente e andare in acqua in posizione strategica per le riprese: non troppo lontano per non essere disturbati dai tanti che vorranno fare riprese o foto, ma non troppo vicino e rischiare di vedersi arrivare addosso i cavalli bianchi dei Gardiens de Toreau. 

Insomma, riuscire a fare un buon servizio è stata veramente dura, ma ne è valsa la pena.


24 MAGGIO Siamo usciti dal nostro albergo che da poco è spuntata l’alba. Ci sono da fare 31 km per arrivare a Saintes Maries. Per fortuna arriviamo presto, non c’è quasi nessuno in giro e troviamo posto proprio in prossimità della spiaggia dove arriverà la processione e non lontano dalla cattedrale. C'è un piccolo bar già aperto e facciamo una sosta per la colazione. Il paese comincia intanto ad animarsi. Andiamo nei pressi della cattedrale che è aperta ma ancora quasi vuota, sono appena le 8. Dopo aver fatto riprese intorno alla cattedrale decidiamo di stazionare in chiesa con più di un’ora di anticipo sulla messa per essere sicuri di parteciparvi. Nella cripta c’è una troupe televisiva che sta filmando un matrimonio gitano. Ne approfittiamo per fare riprese agli sposi e alla fila di gitani che sono venuti prima della funzione ad omaggiare la Statua della loro santa. E’ davvero toccante la devozione che hanno per Sara, la baciano, la accarezzano, qualcuno piange commosso. 

Alle 10 comincia la funzione che dura circa un’ora tra canti, salmi ed inni alle Marie e a Sara. C’è tantissima gente, nella cattedrale non entra più uno spillo e come prevedibile c’è tanta gente rimasta fuori.

Fuori è un tripudio di musica e colori. Notiamo nei volti le più incredibili combinazioni di tratti e carnagioni, un riassunto dell’umanità intera concentrato in poche stradine e piccole piazze. A dire il vero, è gente di bel aspetto e dalla inusuale vitalità. Mentre “impazziamo”, insieme a molti altri fotografi, davanti a tanta grazia si è fatta quasi ora di fare uno spuntino. Le “operazioni” riprenderanno alle 15,30 ma sarà necessario andare ancor prima che alla messa nella cattedrale per non rimanere fuori. Così compriamo due insalate di mare e ce le andiamo a mangiare nei pressi della Arena.

Alle 13.45 siamo di nuovo nella cattedrale. C’è già tantissima gente e nessun posto a sedere, ma con un inusitato colpo di fortuna due persone davanti a noi si alzano e riusciamo a sederci. Ora l’attesa di quasi un’ora e mezza sarà più lieve. Il rito della “descente de châsses”, la discesa del reliquiario, è un crescendo di tensione emotiva e religiosa. Ora c’è la presenza del Vescovo. Si cantano inni alle sante che terminano sempre col grido: “Vive les Saintes Maries, vive Saint Sara!”. Gli addetti al reliquiario hanno assicurato la grande cassa alle funi e inizia la lenta discesa seguita da fasci di fiori assicurati ad intervalli alle funi. E sotto,  il vescovo, i sacerdoti ed un gruppo di gitani alzano decine di lunghe candele verso la cassa. La discesa dura alcuni minuti densi di emozione, di mistica aspettativa. Nel banco, cerco di concentrarmi per ottenere immagini decenti nonostante la scarsa luce. La cassa è ormai scesa e tutti la sostengono prima che venga liberata dalle cinghie, come in un abbraccio a lungo desiderato. Tra poco inizierà la processione di Sara e non vogliamo perdere l’uscita dalla cattedrale.

La gente è tantissima e la tensione alta. Fuori c’è un cordone di protezione che ci intrappola sulla corsia della processione insieme alla stampa e alle televisioni di tutto il mondo. Finalmente la Statua di Sara esce tra le grida e gli applausi; veniamo quasi investiti dal servizio d’ordine che tenta di proteggerne il passaggio dalla folla. Catturate alla meglio immagini, ci defiliamo verso la spiaggia. 

C’è già tantissima gente, lungo la strada dove passerà il corteo e sulla spiaggia. Anna si occupa  delle riprese video mentre io mi dedico solo alle foto. Entro in acqua, dove già siamo in una trentina almeno appostati con macchine fotografiche e telecamere. La tensione sale quando la processione si approssima alla spiaggia. E’ talmente fitta la folla sul bagnasciuga che mi accorgo dell’arrivo del corteo solo perché vedo spuntare le lunghe lance dei Gardiens de Toreau a cavallo sui tipici stalloni bianchi delle Camargue. Dapprima una fila di cavalli bianchi e dietro i simboli di Sara e poi infine la statua di Sara quasi occultata dai drappi messi sopra per devozione.

In acqua è caos totale, i cavalli cominciano ad innervosirsi, qualcuno a scalciare con le gambe anteriori. Difficile fare foto rimanendo in equilibrio precario, con corte onde che a intervalli regolari arrivano addosso. Anche se l’acqua mi arriva solo alla vita devo alzare la macchina in alto per proteggerla. E poi c’è la ressa della gente arrivata in acqua dietro la processione che tenta di rubare qualche foto con tablet e cellulari. Non vedo più Anna che avrà il suo bel da fare con le riprese video. 

Come è arrivata a mare, così Sara torna sulla spiaggia simbolicamente con le Marie che ha accolto e salvato. La gente è felice, e lo siamo anche noi che abbiamo potuto vivere questo intimo, profondo momento di fede ed appartenenza. Si dice che chi entra in acqua con Sara, qui a Saintes Maries de la mer, farà parte del popolo gitano per sempre. In ogni caso, per sempre loro faranno parte della nostra vita e dei nostri migliori ricordi.

 

Arrivare a Saintes Maries de la Mer: attraverso la A10 Genova Ventimiglia si entra in Francia in direzione Marsiglia – Aix en Provence – Nimes – Arles - D750 direzione ruelle du vaccares – route de Saintes Maries

Alloggiare: è necessario prenotare con largo anticipo, perché per la settimana dal 20 al 27 maggio la disponibilità di alloggi finisce rapidamente, nonostante la grande quantità di piccoli alberghi, chambre d’hotes e B&B sul territorio. Noi siamo stati all' Auberge des Plaines.

AUBERGE DES PLAINES

Si trova tra Arles e Saintes Maries de la mer, sulla strada che conduce a Saintes Maries, in posizione strategica anche per vedere i vicinissimi grandi stagni del parco delle Camargue (etange du vaccares, Saline du Giraud etc.).

Si tratta di una fattoria in delizioso stile provenzale, con parcheggio comodo e gratuito davanti l’albergo, dotato anche di ristorante ( si deve prenotare). Le stanze, tutte al primo piano, sono comode, se dobbiamo trovare un difetto, il bagno è un po’ piccolo. Molto silenzioso e pulito. Gli unici rumori che potrete sentire sono quelli della rigogliosa natura circostante I proprietari sono due ragazzi molto accoglienti e dai modi gentili. Parlano anche spagnolo e di conseguenza capiscono e parlano un po’ di italiano. All'ingresso, ci sono a disposizione tante mappe e opuscoli turistici con informazioni per visitare le Camargue. Molto economico, circa 50 € prima colazione inclusa. 



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