LA PROCESSIONE DEI FRATI MORTI

 

Sabato 11 novembre 2017.

Chi fosse passato dalle parti di Via Benedetto Croce a Napoli si sarebbe stropicciato gli occhi pensando di avere le traveggole. Avrebbe, infatti, visto monaci incappucciati accompagnati da pastori con zampogne ed una lunga corte di distinti signori e belle dame in abiti ottocenteschi passeggiare per le strette strade del centro storico conversando amabilmente.

Avrebbe in realtà assistito alla “Processione dei Frati Morti e delle Anime Perse”, rievocazione di una antica tradizione abruzzese legata al culto dei morti, che non poteva che trovare asilo e linfa vitale in una città che ha celebrato da sempre la morte, come la vita, in tutti i suoi aspetti, grotteschi, allegorici, tragici e comici.

Queste magnifico evento è stato organizzato e messo in scena da diverse associazioni tra cui le “Zampogne d’Abruzzo”, “Fonte vecchia” di Spoltore, “Camminando insieme” di Teano, le napoletane “I Sedili di Napoli”, l’antica “Arci confraternita del SS. Crocifisso” e “Fantasie d’Epoca”.  

Un particolare merito va dato all'associazione di Rievocazione Storica Partenopea “Fantasie d’Epoca” che da anni anima meravigliosi spettacoli e rievocazioni storiche nei luoghi più significativi e suggestivi della nostra terra. Fantasie d’Epoca si avvale di appassionati figuranti di bell'aspetto e indubbia presenza, ancor più valorizzati dai meravigliosi abiti di Francesca Flaminio, un’eclettica artista che per l’accuratezza ed il gusto delle sue creazioni meriterebbe la direzione costumi di un grande teatro. Gli abiti che vedete nelle foto sono sue creazioni. 


La processione non aveva e non ha natura o intenti religioso liturgici, ma di rievocazione di antiche leggende popolari legate al giorno dei morti. La diffusione anche nel nostro paese della festa di Halloween, molto popolare negli USA, ha fatto riscoprire molti aspetti dei culti pagani precristiani legati ai morti. In un altro articolo di essere altrove avevamo discusso la vera natura di Halloween (https://www.esserealtrove.it/contenuti/napoli/tracce-di-tradizioni-celtiche-nella-cultura-napoletana-le-anime-erranti/), ben diversa dal folklore e dalla valenza di festa satanica attribuitagli; avevamo evidenziato molte coincidenze e affinità con la tradizione partenopea del culto dei morti, che è in parte quella greca. Ebbene, anche queste antiche tradizioni abruzzesi sembrano altrettanto affini alle nostre. La “processione dei frati morti e delle anime perse” vede tra i protagonisti frati incappucciati che nella “Notte dei Morti” si manifestano al mondo dei vivi. Nel simbolismo di questa tradizione i “frati morti” sono raffigurati nell'atto di attraversare un ponte, che rappresenta il confine ed anche il passaggio tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti. E questo simbolismo è presente proprio nel presepe napoletano. In alcuni presepi il 17 gennaio si toglievano dalla grotta i personaggi della Natività e vi si mettevano le figurine delle anime purganti. Spesso queste figure sono poste su dei ponti, nell'atto di attraversarlo. Il richiamo al collegamento tra i due mondi, quello dei vivi e l’oltretomba è chiarissimo. Il noto maestro scultore e presepista, Aldo Vucai, ha magistralmente rappresentato la scena esponendola all'ingresso della sua Bottega in Via San Gregorio Armeno n°14 in occasione dell’evento. Seguendo la processione siamo stati nella sua bottega, come ogni volta che passiamo per San Gregorio e lui ce ne ha parlato, ce l'ha mostrata e ci ha permesso di fotografarla. 

IL PONTE DELLE ANIME di Aldo Vucai

La processione è partita dalla basilica di Santa Chiara ed ha attraversato il decumano inferiore e, con diverse soste lungo il percorso come in Piazzetta Nilo, passando per Via San Gregorio Armeno, è approdata alla sede della antica Arci confraternita del SS. Crocifisso in Piazza San Gaetano, dove il Presidente della stessa, Luciano Iovinelli, ha illustrato ai presenti la storia della Confraternita e dell’antica cura dei Morti nelle Terre sante napoletane. La sede dell'Arciconfraternita è alla base della basilica di San Paolo Maggiore ed è uno scrigno di tesori d'arte.

 

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