LA VILLA DEVASTATA DAI NAZISTI

Nascosta da un florido uliveto, questa bella magione di campagna è stata una delle molte vittime della furia nazista durante il secondo conflitto mondiale.

Ci troviamo in Puglia, teatro di massiccio intervento degli alleati che nella regione costruirono la testa di ponte per l’invasione della penisola. Sfruttando le vaste aree pianeggianti, installarono numerosi aeroporti da cui far decollare i bombardieri in appoggio alle truppe di terra. I nazisti gradualmente si ritirarono verso nord, non senza aver fatto sentire la loro brutale e mortifera presenza. Durante la loro risalita nello stivale, infatti, non risparmiarono di razziare e distruggere tutto ciò che di pregio incontrassero sul loro cammino, una progressiva rappresaglia che attraversò tutta la penisola.

Questa splendida villa, per il solo fatto di trovarsi nelle adiacenze di uno dei campi allestiti dagli alleati, divenne oggetto di attenzione da parte dei tedeschi; venne, infatti occupata, devastata ed incendiata dalle truppe tedesche in ritirata.

Alla storia di questa Villa siamo risaliti da una foto, scattata da un soldato americano e facente parte di un archivio, che ci ha permesso anche di localizzarla.

La furia nazista e le ingiurie del tempo non hanno del tutto cancellato la bellezza di questo luogo. 

Circondata da grandi alberi di ulivo che la isolano da sguardi indiscreti, questa villa a pianta quadrata, realizzata nel classico stile moresco, si sviluppa su due livelli oltre un torrino in vetro e metallo che sporge dalla copertura. Sulla facciata principale c’è uno stemma che reca la probabile data di fondazione: 1880. 


Se all’esterno si avverte una atmosfera di pace ed inquietudine allo stesso tempo, l’interno comunica un misto di emozioni di stupore, tristezza e rabbia. Dopo aver attraversato alcuni grandi ambienti vuoti accediamo al cuore della Villa, una sala dove c’è l’elegante scalone a doppia rampa che conduce al piano superiore. Questa era interamente affrescata e decorata con meravigliosi trompe-l’oeil; e dico “era” poiché questo ambiente è in gran parte annerito dall’incendio appiccato dai tedeschi. Tuttavia, una parte quasi intatta delle decorazioni si conserva in uno stretto passaggio tra le due rampe che porta a due stanze sottostanti gli scaloni, oggi vuote. Le pareti azzurro cielo impreziosite con gazebi dove sono ritratti coloratissimi uccelli tropicali danno un’idea della originaria bellezza di questi ambienti. Il contrasto tra la semioscurità della sala ed il pozzo di luce nelle due rampe determinato dall’oculo sovrastante genera una peculiare e suggestiva opportunità fotografica.

Le scale, ingombre di detriti ma ancora in buono stato, conducono al piano superiore, che risulta completamente scarnificato, rimanendo solo la muratura grezza. La doppia rampa che confluisce in un’unica centrale è sovrastata dal torrino con oculo che permette alla luce di invadere tutto il piano, a contrasto con gli ambienti semibui del pianterreno. Il pavimento è letteralmente invaso da uno spesso strato di guano. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.