VECCHIE CARCERI MASCHILI DI S.A.

I DUE ANTICHI CONVENTI CHE FORMARONO IL COMPLESSO CARCERARIO DI S.A.

Percorrendo la stretta via che lambisce il centro storico non si può che rimanere incantati da tanta bellezza; un panorama mozzafiato che si stempera nel non minore stupore per ciò che offre lo sguardo a media corta distanza, i siti storici che si snodano lungo questa antica strada. È la strada degli antichi conventi che si susseguono uno dietro l’altro. Uno di questi ha delle torrette di cemento e vetro che assomigliano a delle moderne garitte. Nel 1808 le leggi napoleoniche soppressero gli enti ecclesiastici e confiscarono i conventi ai religiosi per destinarli ad usi civili. I conventi di San P. e G. e di San F. divennero sede del carcere maschile, che quindi era costituito da più edifici originariamente diversi che insieme formarono il complesso carcerario di S.A. 


Come si può immaginare, questi edifici essendo molto antichi divennero presto inadeguati. Si costruì, così, un carcere più moderno che sostituì il S.A. , che verso la metà degli anni ottanta fu chiuso ed abbandonato.  Essendo quello di S.A. un complesso di elevato pregio storico artistico, il dibattito si è spostato sulle sue condizioni di precarietà dovuta all’abbandono e sulla opportunità di recuperarlo. Quello che poi è possibile vedere da fuori e da dentro non è affatto confortante: tetti sfondati, muri crollati, vegetazione che ha invaso passaggi e cortili le cui radici stanno ulteriormente indebolendo tutta struttura. Come una nostrana Angkor, il complesso è ormai una intricata selva di piante e cemento che sembra ormai irrecuperabile e aspetta solo di crollare sotto l’azione delle intemperie e della spinta devastatrice delle radici. I quasi quarant’anni di abbandono hanno prodotto guasti irrimediabili. Esplorarlo è davvero rischioso, altamente sconsigliabile. Alcuni ambienti sono inaccessibili poiché i solai sono pericolosamente collassati verso il basso pronti a implodere. 

Il piano in alto parte rivela quello che era l’infermeria, il gabinetto sanitario ancora pieno di vecchi impolverati registri e forse quello che era il refettorio. 

Scendendo ancora si va verso i bracci con le celle con tutto il loro carico di testimonianze umane e storiche. 

Nell’ultimo livello, come in una discesa agli inferi, c’è l’obitorio preceduto da un locale docce, non sappiamo se per i detenuti o per le guardie.

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.

 

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