Romagnano al Monte

TIPOLOGIA: paese abbandonato

STATO DEI LUOGHI: fatiscente

MOTIVO ABBANDONO: terremoto

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Il 23 novembre 1980, alle ore 19.34, un terremoto altamente distruttivo ebbe luogo in Irpinia. Misurava il 7° della scala "Richter", che classifica così il sisma “percepito da tutti; panico; crollo delle case; rischio maremoto; elevato pericolo per la popolazione”. Le vittime accertate furono 2.914, intere comunità furono spazzate via per sempre. Una di queste fu Romagnano al Monte, un borgo abbarbicato sui monti alburni, in cima ad una rupe che guarda un gigantesco baratro. Romagnano si trova a circa 70 km da quello che fu l’epicentro del sisma, stimato nei pressi di Conza della Campania. Il nuovo centro abitato di Romagnano al Monte fu ricostruito a diversi chilometri, mentre quello vecchio è ormai un paese fantasma, vivida testimonianza della forza distruttrice del sisma. In realtà, il borgo aveva già subito diversi terremoti in passato tra cui quello del 16 dicembre 1857 che costrinse gli abitanti a lasciare a lungo l’abitato per le interminabili e continue scosse che continuarono per quasi un anno.

L’antica Romagnano è arroccata su un crinale roccioso a picco sulle profonde gole scavate dal fiume Platano, che in quel tratto fa anche da confine tra la Campania e la Basilicata. La zona era già abitata in tempi remoti e rimane qualche traccia di un pavimento romano in località San Pietro. Ma fu nel periodo longobardo che il paese assunse la collocazione e l’aspetto di quello che ora è il vecchio paese distrutto dal sisma del 1980. Intorno all'anno mille fu costruito un castello, di cui non rimangono che poche pietre, e la prima Chiesa intitolata alla Madonna del Parto anch'essa non più esistente. Nel 1600 fu costruita una seconda chiesa dedicata alla Madonna del Rosario. Le prime notizie scritte riguardo Romagnano compaiono in un registro databile al 1167. Sappiamo che nel 1297 il casato dei de Lagni ottenne il feudo di Romagnano al Monte in Principato Citra e lo conservò fino al 1730, quasi cinque secoli. Successivamente, passò ai Baroni Torella. La vita su questo remoto borgo dei Monti Alburni non è mai stata semplice, tra pestilenze, carestie e terremoti. Anche la dura condizione della popolazione, quasi tutti contadini, pastori o artigiani, era resa peggiore dalle ferree usanze feudali.

Agli inizi del 1800 scoppiò una sanguinosa lotta tra i Baroni Torella ed un gruppo di cd. Briganti, in realtà persone che si opponevano alla tirannia dei feudatari. Si racconta che un giorno un tale Antonio Di Leo non volle togliersi il cappello davanti ai figli del barone Torella e per questo dovette fuggire dal paese braccato. Chiese ed ottenne la protezione dei briganti con i quali il 22 agosto del 1809 dette assalto al paese. Nello scontro i figli del barone, Paolo e Ottavio Torella furono uccisi. La cosa non portò fortuna al Di Leo che il primo marzo del 1810 fu catturato ed impiccato. Poi, gli fu mozzata la testa che fu esposta come monito nella piazza del Santissimo Rosario. Come sappiamo la fine dell’antico borgo fu decretata dal terremoto dell'Irpinia del 1980, che fu definitivamente abbandonato per diventare una delle “Ghost Town” più famose d’Italia. 

Oggi gli unici abitanti sono animali selvatici come cani randagi, topi, serpenti. L’unico rumore che si ode è il sibilo del forte vento che si incunea nelle gole circostanti, fischiando tra i muri fessurati e facendo sbattere le finestre sgangherate (e palpitare il cuore del povero urbex). Ovunque i segni di quella terribile sera di novembre di tanti anni fa: case sventrate, muri contorti, tetti sfondati.  

LA VECCHIA LINEA FERROVIARIA ABBANDONATA SICIGNANO-LAGONEGRO

La bella piazza del Santissimo Rosario è dove fu appesa la testa mozzata di Antonio Di Leo e dove si trova la omonima Chiesa, che oggi versa in condizioni di estrema fatiscenza. L’ingresso fu murato ma oggi presenta una fessurazione abbastanza ampia da permettere il passaggio. Fate molta attenzione perché il tetto sembra poter venire giù da un momento all’altro. Evitate di entrare, ma se lo fate camminate lontani dal centro, la zona più pericolosa. Marmi e stucchi sono ormai un ricordo, il pavimento è invaso dai detriti ed il bellissimo soffitto di legno intarsiato sta per collassare.  Si era tentato un parziale recupero che poi è stato abbandonato. Non sono più presenti nemmeno le impalcature di sostegno nella chiesa. Forse saremo tra le ultime persone ad aver visto il soffitto ancora al suo posto. 

CHIESA DEL SANTISSIMO ROSARIO

 

Altro luogo simbolo è la scuola elementare, che presenta una bellissima veranda porticata. Banchi, lavagne, un tempo presenti, non sono più in loco. 

LA SCUOLA ELEMENTARE

 

A chi volesse visitare l’antica Romagnano ricordiamo che è un luogo sacro, dove tante persone hanno perso tragicamente la vita e dove si sono spezzate famiglie e legami per sempre. Quindi, silenzio, rispetto e la solita regola: lasciate solo impronte e non prendete niente altro che fotografie.    


Come arrivare: autostrada SA- RC, uscita Sicignano degli Alburni in direzione Potenza – Buccino, uscire nuovamente a Buccino direzione SP 415 Romagnano al Monte/Ariola.

Attenzione: strade a rischio frana, specie sotto il costone roccioso che ospita il paese. Evitate di guidare di notte per la presenza di molte pietre e massi sull’asfalto


IL VIDEO


L'esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


 

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