LA VILLA DEI GUELFI BIANCHI

Questa imponente magione di campagna l’abbiamo scoperta grazie ad una amica urbexer toscana che a sua volta l’ha trovata per puro caso. In effetti, è estremamente difficile trovarla, o anche solo sapere della sua esistenza, se non si è della contrada. Ha l’aspetto vagamente rinascimentale e una certa austera bellezza che ne tradisce immediatamente le nobilissime origini. Infatti, questo luogo è appartenuto in passato ad una illustre famiglia della locale nobiltà rurale, caduta in disgrazia nel corso del XIII sec. durante le accesissime contese all’interno dei guelfi, divisi nelle due fazioni contrapposte dei guelfi bianchi e dei guelfi neri. Tornati in patria qualche tempo dopo, i membri di questa antica famiglia iniziarono ad affermarsi nella vita pubblica ricoprendo molte importanti cariche. Nella cappella della Villa ci sono le lapidi che ricordano i membri della famiglia. La casata risulta ormai essere estinta da quasi due secoli.

A dire il vero, questo luogo ha due anime poiché pur mantenendo le sembianze di un possedimento nobiliare, ancorché spoglio ed abbandonato, si rivela essere una dismessa azienda agricola di produzione di vino, di cui sono visibili ancora spaziosi ambienti terranei con grandi tini, botti, vecchi torchi di legno e più moderni contenitori per la decantazione del mosto. Ed in effetti per un certo tempo risulta esserci stata una fattoria che produceva vino pregiato, assicurato dalle secolari vigne del possedimento. Il tutto però giace in un desolante e apparentemente lungo abbandono. La villa è completamente aperta così come anche i locali dell’ex azienda; le vigne che si vedono in lontananza appaiono gravemente ammalorate, segno di una mancanza di cure; le adiacenze della villa sono invase da una vegetazione pervicace che sta attaccando anche l’edificio stesso. Non c’è segno che lasci pensare ad un utilizzo recente o almeno a qualcuno che se ne prenda, anche occasionalmente, cura. Eppure, le autorità locali avevano mostrato attenzione e sensibilità verso il destino di quello che è definito come “patrimonio rurale immobiliare in stato di abbandono”. Fu infatti promossa una sorta di conferenza all’interno di questo luogo, con invito esteso a tutta la cittadinanza, per trovare una possibile opportunità di recupero. Tuttavia, la cosa non ha prodotto risultati concreti perché la villa ancora giace in abbandono ed esposta a possibili azioni vandaliche e furti (anche se rimane nulla o quasi da prendere). Ed infatti e purtroppo, oltre ai soliti graffiti (non molti per la verità) ci sono segni di devastazione più gravi che hanno interessato l’interno della Villa. Qualcuno si è “divertito” a prendere a picconate il grande camino decorato con le insegne della famiglia; parimenti, ci sono segni di atti vandalici (almeno presunti) e diremmo quasi profanatori nella cappella, con le belle lapidi spezzate in più parti. A ciò si aggiunge l’attività deleteria degli agenti atmosferici che penetrano nella dimora grazie a numerosi punti del tetto crollato o fortemente ammalorato. Questa è la cosa forse più preoccupante; si sa per esperienza che quando comincia a crollare il tetto, tutto il resto si deteriora di conseguenza con grande velocità, partendo dall’alto verso il basso. La villa è vuota dei suoi arredi tranne qualche vecchia poltrona e materassi, ma mostra ancora un notevole pregio architettonico. Molto probabile che questa nobile dimora andrà inesorabilmente ad allungare la lista degli sprechi e delle occasioni perdute di questo paese.

Il nostro tentativo di fermare nel tempo la bellezza di questi luoghi e testimoniare una piccola parte di ciò che furono è ben poca cosa, ma è anche l’unica nelle nostre possibilità. Abbiamo mantenuto un riserbo assoluto sull’ubicazione dei luoghi; per fare ciò, e ce ne dispiace davvero, abbiamo oscurato anche i nomi dell’illustre famiglia che qui dimorò che compaiono e che avremmo invece voluto celebrare. Il troppo fugace tempo trascorso lì lo porteremo per sempre nei nostri ricordi.    

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.

 

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