LA VILLA DEL SEQUESTRO

Questa grande e lussuosa Villa è tristemente famosa per un sequestro di persona, da cui il titolo. È il 26 gennaio 1977, è buio quando sette uomini incappucciati irrompono nella Villa, rubano gli oggetti di valore, sequestrano il proprietario, un noto imprenditore fermano del settore calzaturiero, legando ed imbavagliando tutti gli altri presenti in casa. È la famigerata banda di Graziano Mesina, nota come l’”anonima sarda sequestri”, che ha portato a termine numerosi rapimenti estorsivi tra gli anni 60 e 90, per lo più in Sardegna, tra cui quello celebre di Farouk Kassam. B. fu liberato nell'aprile successivo a seguito del pagamento di un riscatto di 750 milioni di lire. L’enorme somma, contenuta in due sacchi, fu affidata agli avvocati della famiglia del rapito incaricati della mediazione con i rapitori. Per il riconoscimento, i sardi chiesero che sopra la macchina fosse legata una carrozzina. In seguito, fu lo stesso sequestrato che permise di catturare Graziano Mesina. Raccontò ai carabinieri di avere sentito durante la lunga prigionia rintocchi di campane che suonavano a orari regolari l’Ave Maria di Schubert. Di qui, l’Arma identificò la chiesa, situata tra la località Internone nel Cingolano e il confine con San Severino, e di lì riuscendo ad individuare il covo dei banditi in un casolare nei pressi di Cingoli. Ma veniamo alla bellissima magione. 

La Villa principale è grande, anche se non enorme, ed è circondata da un vasto parco che la nasconde alla vista; ed è forse per questo che si è abbastanza preservata. Il lato accessibile è quello dell’ingresso secondario, cui ci si arriva dopo aver attraversato un sentiero a elle rovesciata in un fitto bosco. Appena entrati nella villa, sulla destra c’è una piccola cappella e sulla sinistra alcuni ambienti di servizio. 

Una prima rampa di scale porta ad un livello superiore, dove c’è l’entrata principale, anch'essa spalancata e sfalsata rispetto al secondario da cui siamo entrati. Qui, dunque, una piccola saletta di ingresso, con ai due lati gli armadi guardaroba dove ci sono ancora alcuni indumenti. Oltre, si accede ad una sala più grande riccamente arredata con stucchi, tendaggi ed un grande specchio. Sul lato destro una sorta di salottino di intrattenimento più intimo con divani, una specchiera, alcune librerie. 

Oltre la prima sala descritta, si apre una grande sala da pranzo con mobilio in radica di noce dal sapore alquanto retro: un grande tavolo e relative sedie, una cristalliera, una credenza. Dal soffitto pende un lampadario a gocce di cristallo. Su un lato della stanza c’è un camino di marmo bianco. 


In un’altra ala del piano c'è la zona notte, con una grande camera da letto matrimoniale ancora contenente tutto il suo arredo: un grande letto con testiera di damascato blu in una cornice di legno dorato, una scrivania, una grande specchiera a tre ante recante la stessa cornice li legno dorato del letto, un grande armadio di radica di noce ancora pieno di vestiti. Come tutte le stanze del piano, la camera da letto è impreziosita da tendaggi e parati. Dalla camera si accede ad un bagno diremmo vintage dalle tonalità verde acqua marina. Nella camera abbiamo anche trovato alcuni pacchi di effetti cambiari in protesto. Sulla scrivania molti libri d’arte testimoniano il gusto e l’elevato livello sociale dei proprietari. Molti gli oggetti che parlano del passato e degli abitanti di questa villa, anche molti dischi in vinile e libri sulla musica, tra cui anche spartiti musicali, che ci fanno capire che fossero amanti ed anche intenditori di musica. E la mente va a quel ”ave Maria” riconosciuto dall’imprenditore rapito. 

Non molto discosta da questa camera più grande ci sono altre due camere da letto: una matrimoniale ed una più piccola, con letto singolo ed in un caotico disordine; all'interno un armadio pieno di abiti, una cassettiera con alcuni cassetti estratti e posati a terra, come se qualcuno avesse rovistato. Sul letto ci sono radiografie e prescrizioni mediche intestate alla padrona di casa, forse defunta dopo il marito. C'è anche un altro bagno, più piccolo di quello padronale verde, di tonalità rosa.

Un bel terrazzo coperto gode di una meravigliosa vista incorniciata in un colonnato. Su un tavolo, una cartolina di saluti da amici con parenti in Australia

Tornando dentro, il piano ha ancora da mostrare una cucina rustica, altri ambienti di servizio ed un coloratissimo passetto dalla sgargiante carta da parati verde dove c'è un vecchio televisore. Il tutto in uno stato di caotico disordine.

Da questa ala del piano si accede, mediante una scaletta di legno, ad un livello inferiore dove c’è una vera sorpresa: un grande salone che termina con un monumentale camino di travertino giallo con ai lati due statue di colore nero che sembrano sorreggere il massiccio transetto superiore.

Uscendo, si accede ad alcuni ambienti di servizio che dovevano servire da lavanderia e deposito di derrate alimentari, vino, olio etc.

Tornando indietro al primo piano, riprendiamo l’elegante scala della villa, impreziosita da tendaggi, che conduce ad un ulteriore ed ultimo livello occupato da una ulteriore e gradita sorpresa: una grande ed elegante sala da biliardo. Non è difficile immaginare le serate trascorse a giocare filotto sorseggiando liquori di marca e fumando pregiati sigari; non manca nemmeno un bagno di servizio. 

Scendendo di nuovo nel parco attraverso l’ingresso secondario, troviamo sulla sinistra un edificio merlettato e coperto di edera. Dentro, al piano terreno c’è una piccola cappella e una stanza vuota dove forse si svolgevano funzioni religiose private. Al livello superiore, accessibile da una scala esterna, c’è uno studiolo biblioteca ed alcune terrazze che affacciano sul parco e la grande piscina.


Abbiamo goduto a sufficienza di questa meraviglia, è tempo di uscire. È ormai inizio pomeriggio, si allungano le ombre dei secolari alberi del parco e ci aspettano diverse ore di guida prima di arrivare a casa. Prima però dobbiamo passare per un campo non lontano dalla Villa, all’interno del quale la mattina avevamo avvistato un aereo Cessna abbandonato … ma questa è un’altra storia. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.

 

 


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