LA VILLA DEI LEVRIERI

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Tra le Ville abbandonate da noi visitate finora, questa è una di quelle che ci è piaciuta di più. Sobria e tuttavia molto ricercata e bizzarra nelle finiture degli interni, inconsueta nel suo stile coloniale, eppure dalle atmosfere neoclassiche con la sua piscina di forma ottocentesca abbellita con statue di veneri ed amorini. Un bel parco di alberi secolari la nasconde alla vista dalla strada provinciale; dal grande cancello in ferro battuto dell’ingresso il chiarore della sua facciata bianchissima si percepisce appena attraverso il fitto viale di querce e pini. Su questa casa circolano leggende sinistre e racconti di tragici accadimenti, di cui tuttavia non abbiamo trovato alcun riscontro. Per quanti sforzi abbiamo fatto non siamo riusciti a trovare nulla sulla storia della Villa e dei suoi proprietari e rimane, almeno per noi, avvolta nel mistero…sì ma un mistero dolce. Sappiamo di andare controcorrente, ma a noi questa magione ha comunicato sensazioni positive diversamente dalla maggior parte di report che abbiamo letto.

Come detto è “leggera” nella sua eleganza. Si svela piano piano al suo visitatore, in tutta la sua semplice bellezza man mano che si procede sul vialone principale. La facciata principale, bianchissima, come un rettangolo allungato, mostra due livelli nel cui basso è presente un porticato sorretto da quattro pilastrini in stile colonna dorica squadrata, che gli conferiscono un gusto neocoloniale. Al livello superiore, una ampia balconata corre lungo tutto il piano. Al centro dell’edificio c’è un piccolo terzo livello, una soffitta con un grande finestrone circolare sormontata da un timpano che interrompe la regolarità delle forme conferendo all’insieme un aspetto quasi da tempio greco.

La facciata posteriore è invece molto più semplice e risulta in condizioni peggiori, di un colore bianco grigiastro, segno che su quella principale sono stati fatti diversi interventi nel tempo di restauro. Sul retro della villa c’è la grande piscina ormai riempita di alta erba cresciuta sul fondo. Oltre la piscina, un bello scalone di marmo ornato da statue si perde nel parco. Gli interni sono ormai quasi vuoti, gran parte del mobilio non c’è più, portato via o forse rubato. Tuttavia, la villa mostra un forte interesse emotivo ed anche fotografico con i suoi meravigliosi saloni riccamente rifiniti di tendaggi dai colori rosso amaranto o verde marcio, dai suoi bei parati in molti punti ammalorati e strappati, dai suoi eleganti camini decorati in oro brillante, ai suoi pavimenti di marmo policromo. Tuttavia, la vera peculiarità della villa che ne ha fatto scaturire il nome nel mondo urbex (e che abbiamo voluto mantenere) di Villa dei Levrieri, è l’elegante scalone che collega i due piani dal corrimano di velluto rosso e dalle ringhiere decorate con grandi levrieri. Alla fine del corrimano inferiore e superiore c’erano delle teste, sempre di levriero, che purtroppo qualche barbaro idiota ha portato via; ed ora i terminali del corrimano appaiono monchi, come un braccio a cui è stata mozzata la mano. 

Alla Villa ci siamo arrivati di primo pomeriggio dopo averne fallita un’altra la mattina. Un timido sole si affacciava tra le nuvole dense e nere quasi a voler esaltare il biancore della sua facciata, come il gesto orgoglioso di una diva attempata, sfregiata dagli anni e dalla vita. Abbiamo così la possibilità di vederla in tutto il suo candido ed austero splendore. La porta principale è di legno chiaro finemente intagliata con decorazioni vegetali e puttini e al centro due medaglioni, uno per ogni anta, con dentro due figure umane non ben identificabili. Tutti gli infissi, anch’essi bianchi, sono in buone condizioni, tranne quelli della facciata posteriore dove sono mezzi rotti e sporchi e ciò conferma quanto scritto in precedenza. 



Adesso entrate con noi in questo gioiellino, da più parti liquidato come una “pacchianata” da ricchi da chi scambia originalità e leggerezza per tracotanza e presunzione. Il piano terreno è assorbito quasi per intero da un salone enorme, in cui lo spazio è solo parzialmente diviso da colonne e piccoli tramezzi, senza che questi tolgano visione di insieme del tutto fino allo scalone dei levrieri. Questo crea un effetto di straordinaria spazialità e grandiosità che non corrispondono alle reali dimensioni della villa che, come detto, non è enorme né architettonicamente complessa


La prima reale stanza, separata da questo primo unico ambiente, è subito dopo lo scalone. Ha un bel camino, un tempo ornato da due colonnette e da belle mattonelle oggi solo un ricordo, bei parati e ricchi tendaggi dalle sfumature verdi rendono questa stanza piacevole alla vista almeno quanto il grande salone “delle feste”. Abbastanza grande ma allo stesso tempo intima, potrebbe essere stata la sala da pranzo perché prelude alle cucine; queste, non molto grandi ma funzionali e decorate con splendide mattonelle decorate blu che ricordano le "Azulejos" portoghesi che impreziosiscono città come Porto o Lisbona.


Saliamo ora il bello scalone ad elica, di marmo policromo, scortati dalle sagome in ferro battuto dei levrieri per arrivare ad un ulteriore grande salone, a cui due lati c’è sulla sinistra la zona notte e sulla destra alcuni saloncini da intrattenimento con vecchie librerie ormai vuote. 


Dirigendosi sulla sinistra si entra in un bel anticamera bagno con armadi ed un mobile lavabo dal sapore barocco, che stona un po’ col resto della villa. Di qui si entra nella grande camera da letto padronale. Una pedana in legno sopraeleva dal pavimento di parquet scuro un letto di ferro battuto nero. La stanza è tutta affrescata con motivi neoclassici bucolici. In fondo un armadio a muro finemente lavorato con dentro una piccola cassaforte con ancora la chiave nella serratura. Di lato all’anticamera c’è un piccolo bagno in cui spicca una originale vasca da bagno di marmo rosa. Vi è inoltre un altro piccolo bagno più moderno. 

Tornando nel salone e dirigendosi dall’altro lato, troviamo alcuni ambienti di lettura e svago; in uno una libreria di legno massiccio scuro e rivestimenti di feltro rosso cremisi che gli conferiscono un aspetto un po’ macabro, simile ad una bara più che ad una libreria. In un altro salottino di parato verde e tende salmonate, c’è una bella libreria bianca semicircolare dal sapore rinascimentale. Tutta la villa è una sorprendente commistione di stili e soluzioni che la rendono davvero originale. 

Una scaletta porta alla soffitta con il finestrone circolare, ormai caduto in terra. 

LA SOFFITTA

Nel seminterrato della villa dove forse si conservavano anche vini e derrate, c’è una stanza che termina con un vetro attraverso il quale si potevano osservare le persone nuotare in piscina. Corrisponde allo spazio tra la parte posteriore della villa e la piscina che, come detto, occupa il retro della villa. La piscina è grande, con un’ansa semicircolare che interrompe la monotonia delle linee squadrate e conferisce alla piscina l’aspetto quasi di una grande fontana. Nel tempo con le piogge si deve essere accumulato uno strato di limo che ha favorito l’insediarsi di un fitto boschetto di canne facendo assomigliare la piscina ad una sorta di piccola palude azzurrata. Il lato della piscina che si oppone alla facciata della villa è delimitato da un elegante muretto semicircolare di marmo bianco ornato con statue al centro del quale uno scalone di marmo che si perde nel parco. 

Ce ne andiamo via che sta piovigginando. Il cielo si è fatto denso di nuvole nere, sta per scatenarsi un temporale e così ci incamminiamo verso il cancello di ingresso della villa.

I nostri pensieri sono quelli di ogni esplorazione: chi ha vissuto qui? Che storie si sono avvicendate in questo luogo? Perché i suoi abitanti se ne sono andati, abbandonando questo meraviglioso posto? Sono stati infelici o colpiti da qualche improvvisa disgrazia? Non sappiamo se troveremo mai una risposta a queste domande, ma ci siamo emozionati immensamente ad esplorare questo luogo. Speriamo di avere catturato queste emozioni nelle nostre immagini e soprattutto di avere ridato un po’ di vita a questa Villa, prima di chiudere la porta dietro di noi e restituirla all’oblio. Abbiamo visto fantasmi, spettri di bambini annegati o col collo spezzato? No, abbiamo solo visto una antica, splendida, ferita dimora … così meravigliosamente bella nella sua desolazione.

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.

 Treespassing private properties is both illegal and dangerous.


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