.                 ANNA VITA, LA CASA DELL' ATTRICE SCULTRICE                         .

TIPOLOGIA: villetta abbandonata

STATO: discreto

INTERESSE: fotografico, storico, emotivo

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Una casa di pietra e legno, seminascosta da cascate di rampicanti fioriti, adagiata nella radura di un boschetto. Un’immagine che evoca le fiabe dell’infanzia oppure le storie fantastiche della letteratura, antica o contemporanea. Ed è quello che ci siamo trovati di fronte in una mattina di primavera di un bel giorno assolato. Quello che però non sapevamo era di chi fosse questa deliziosa abitazione. Sapevamo della sua esistenza grazie ai tanti, contorti, giri che l’urbex ti fa fare; cerchi un luogo e ne trovi un altro, cerchi una storia e finisci per trovarne una diversa e più intrigante. Tuttavia, il mistero (almeno per noi) era ancora in gran parte da svelare. Proprio così, è stata una scoperta intensa ma graduale. Man mano che ci addentravamo nella casa capivamo qualcosa della persona che l’abitava. Doveva essere una persona benestante, tanto da abitare in una bella villetta dotata anche di una grande piscina, ma anche stravagante per abitare in un posto così ameno ed isolato. Una persona “di mondo”, ma che forse dal mondo si nascondeva. Una star o, come si direbbe oggi, un V.I.P.? Probabilmente qualcuno con gusti ricercati, come dagli originali arredi della casa. Un intellettuale, vista la massa di libri e riviste di arte e cultura sparse in giro. Certamente un’artista, visto che troviamo un laboratorio di scultura pieno di opere di bella fattura. Probabilmente una donna, da alcuni particolari quali il tipo di arredo, le imposte delle finestre di legno con intagliati dei cuori di gusto vagamente tirolese. Il puzzle lentamente si stava componendo. E’ come se il padrone, o più probabilmente la padrona di casa, lentamente ci stesse dando il benvenuto, lasciandosi conoscere a poco a poco, come una star che un po’ per ritrosia un po’ per vanto non si concede subito, ma si libera a poco a poco della sua maschera. 


La cucina è moderna ma non troppo; c’è un calendario del 2009, segno probabile che quello fu l’ultimo anno in cui la casa fu abitata. Appena terminata l’esplorazione del pian terreno, composto dalla cucina, dal laboratorio ed una serie di saloncini che si intersecano pieni di mobili malconci, libri e sculture, tra cui campeggia un austero san Pietro dallo sguardo severo ne sappiamo di più ma non abbastanza. Saliamo, ora, al primo piano attraverso un corridoio con tappeti rossi ormai sporchi e logori, illuminato da finestroni di ferro battuto che si affacciano sul bosco. Li c’è la zona notte, la più intima della casa. 

Il primo piano è composto da una angusta camera da letto piena di grandi armadi di legno, un’attigua stanza guardaroba grande quasi come la camera da letto, due grandi stanze che dovevano essere di complemento ed un elegante bagno. Questa è la parte della casa che forse ci dirà chi vivesse qui e chi fosse davvero. A poco a poco la sorpresa e l’emozione si impadroniscono di noi. Molte delle ipotesi fatte si sono rivelate giuste: la casa è di una donna, artista poliedrica facente parte del “beau monde”  ma che da esso poi rifuggiva, tanto da ritirarsi in questo luogo che ne è la sua personificazione di pietra. Tutto, infatti, parla di lei ed è adesso ancora più evidente e chiaro. 

Sto parlando di Anna Vita, attrice, scultrice, pittrice e imprenditrice … fino alla fine, avvenuta il 27 dicembre del 2009. È stata una diva dell’immediato dopoguerra, ritiratasi molto presto dalle scene e per questo meno nota di altre grandi del passato come ad esempio Silvana Mangano, Lea Massari, Elsa Martinelli. Tuttavia, Anna Vita era una donna che merita di essere raccontata e ricordata

STORIA DI ANNA: L'ATTRICE, L'ARTISTA, LA DONNA

Chi era dunque Anna Vita? Nata a Locri il 1 dicembre 1926, figlia di uno scultore, inizia la sua carriera come attrice di fotoromanzo, un genere molto popolare nell’immediato dopoguerra, e che proprio in quel periodo si stava affermando. Ed un primo contatto col grande cinema Anna Vita lo ha proprio grazie al fotoromanzo, recitando in un film documentario di Michelangelo Antonioni dal titolo l’amorosa menzogna, che indagava in modo ironico ma non provocatorio il mondo dei fotoromanzi e dei suoi divi. Naturalmente, nel film Anna Vita interpretò sé stessa. La pellicola vinse il nastro d’argento come miglior documentario nel 1950. 


Sempre nel 1950 Anna Vita è protagonista del Film di Aldo Molinari Vendetta di Zingara la cui trama era una torbida storia esotica in cui un uomo si innamora di una ragazza e poi della sorella. La ragazza li scopre e cerca in tutti i modi di riprendersi l'uomo ma per evitare lo strazio della sorella lo uccide per poi suicidarsi. Sempre nel 1950 ricopre un ruolo secondario in Angelo tra la folla di Leonardo De Mitri. 

Nel 1951 Anna Vita recita una piccola parte in Signori in Carrozza di Luigi Zampa, un film con un grande cast che la mette in contatto con l’ambiente artistico partenopeo; nel cast, oltre ad Aldo Fabrizi, c’è infatti un certo Peppino De Filippo. Ed è così che crediamo che Anna sia entrata nel grande giro dei film di Antonio De Curtis in arte Totò. Infatti, nel 1951 reciterà col grande Totò, anche se in piccoli ruoli: la si può ammirare ne “I Re di Roma” regia di Monicelli in cui Anna interpreta la parte della figlia più grande di Totò; in Totò a colori regia di Steno, in cui fa la parte della Segretaria dell’editore Tiscordi nella esilarante scena della siringa. 


MOSTRA DI SCULTURA di Anna Vita

MOSTRA DI CERAMICA di Anna Vita

Poi due film nel 1952: Solo per te Lucia di Franco Rossi e Il peccato di Anna di Camillo Mastrocinque, il celebre regista di molti dei film di Totò.

Infine, la grande occasione: la proposta nel ruolo di attrice protagonista de Lo Sceicco Bianco di Fellini. A sorpresa, Anna rifiutò la parte: il film, infatti, prendeva in giro in maniera pungente il mondo del fotoromanzo cui lei era molto legata.

Le polemiche che ne derivarono probabilmente la danneggiarono, perché da allora non si hanno più notizie di lei come attrice. Forse delusa dal mondo del cinema, Anna fa perdere le tracce di sé. Ed è appunto in questa casa che si ritira, dedicandosi alla sua passione per l’arte e non sfuggendo - comunque - all’attenzione della stampa e della celluloide.

 L’Istituto Luce dedicò ad Anna Vita molta attenzione ad alcune sue mostre, naturalmente con tutta la retorica maschilista dell’epoca, che la bolla come “attrice di fumetti” (fotoromanzi), ignorando completamente la sua carriera ed il suo talento di attrice.

Nei link dall’archivio Luce qui accanto, girati in occasione di alcune sue mostre, Anna, che ha amato e difeso i “fumetti” fino a pagarne di persona,  mostra, invece, un temperamento da Diva che però non ama troppo essere sotto i riflettori. La sua personalità schiva e la sua bellezza attiravano, volente o nolente, l’attenzione. 

Anna Vita non è solo bella, è anche tenace ed intelligente, ha buone propensioni per gli affari e l’attività imprenditoriale; così crea e gestisce per molti anni un bel albergo, l’Hotel Coccinella, che è anch’esso evidente espressione del suo carattere e della sua personalità. Negli ultimi anni della sua vita, forse a causa di problemi economici, ha provato a darlo in gestione, come da carteggio che abbiamo ritrovato; crediamo senza successo, visto che l’albergo è anch’esso abbandonato e diventato lo spettro del vivace e colorato luogo che era. Ma per questo rimandiamo ad altro reportage e ad altra esplorazione qui su Essere Altrove.


Il coinvolgimento emotivo ci ha reso forse meno obbiettivi; raramente le storie scoperte dietro luoghi abbandonati ci hanno colpito così. La storia di Anna Vita, scoprire chi fosse davvero dopo averla superficialmente vista nelle pellicole ci ha emozionato davvero tanto, al punto che dopo pochi giorni la prima esplorazione siamo ritornati nella sua casa, come per andare a trovare un’amica. 

Vorremmo portare all’attenzione il degrado in cui versano le sue cose, reclamare giustizia per le sue opere, per le sue cose, per i suoi ricordi che non meritano di finire in irriconoscibile poltiglia sotto l’azione di qualche futura ruspa. Merita che qualcuno salvi le sue sculture, la sua storia, il suo ricordo … privato, museo, ente pubblico non importa, purché la sua storia sia preservata. 

IL LABORATORIO

Dopo aver reso il giusto omaggio alla proprietaria della casa e alla sua storia, va data attenzione all’aspetto esplorativo, che più interessa gli urbexer. La casa si presenta in buone condizioni statiche, non ci sono sostanziali pericoli. Tuttavia, è stata sicuramente vandalizzata e depredata, visto lo stato del mobilio e la confusione che regna sui pavimenti. Fortunatamente i ladri e i vandali non hanno amore per l’arte ed hanno risparmiato abbastanza il laboratorio e le sculture presenti nella casa. Se il primo piano risulta abbastanza decadente e buio, rendendo necessario in alcuni ambienti l’uso di lampade e torce, anche a causa della boscaglia che attutisce la luce, il piano superiore è meno ammalorato e molto più luminoso. La casa è intrisa di belle testimonianze della esistenza di Anna Vita; per questo non ne riveliamo l’esatta ubicazione, anche se nell’ambiente urbex la casa è ben conosciuta. Le stanze più commoventi sono certamente il laboratorio al pian terreno e la stanza da letto, con gli armadi pieni zeppi di abiti, i cassettoni ancora con la biancheria. Sul letto campeggiano due sottovesti di pregevole gusto, una nera ed una rosa, che regalano grande emozione. Anche la cabina armadio è zeppa di vestiti, borse scarpe, accessori. Il bagno ha una bella vasca con rubinetteria simil oro. Ci sono ancora i suoi trucchi e le sue creme. In uno studiolo, ci sono un po’ di mobili accatastati ed un mobile da toilette con alcuni monili, e bigiotteria. Abbiamo trovato anche documenti che ci hanno rivelato l’identità di Anna con ulteriore certezza: carteggi, biglietti da visita, lettere, un passaporto ed un emozionante frammento di quello che, a “naso”, sembra essere un abbozzo di testamento che abbiamo fotografato e rimesso al suo posto. Dal lato dall’entrata nel laboratorio, all’esterno, sfalsata in basso, c’è una grande piscina ridotta ormai ad un maleodorante stagno dove gracidano le rane al tramonto.

In conclusione, questa non è stata una delle solite esplorazioni, ci ha profondamente colpito e ci ha fatto conoscere molto da vicino una persona che certamente merita di essere celebrata e ricordata. Anna Vita, una diva di tanto tempo fa, ma che sentiamo ancora presente. E, anzi, gli chiediamo scusa per aver invaso la sua casa e la sua intimità, ma siamo felici di averlo fatto, contribuendo così, per quanto possiamo fare nel nostro piccolo, a mantenere vivo il suo ricordo. 

IL VIDEO

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


 SE QUESTA ESPLORAZIONE VI E' PIACIUTA LASCIATE UN COMMENTO NEL LIBRO DEGLI OSPITI O SE AVETE DOMANDE SEMPLICEMENTE CONTATTATECI.

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