LA CHIESA DEI BAULI

Questa chiesa fu costruita agli inizi del settecento, laddove preesisteva una chiesa dedicata a San Biagio, accanto ad un fòndaco di origini medioevali di cui non sono rimaste tracce. Intorno a questa chiesa è legata una leggenda tramandata oralmente. La leggenda racconta che, in un giorno di un anno imprecisato, un mercante proveniente dalla Puglia con un carico di mercanzie si fermò nei pressi della chiesa per ristorarsi dal viaggio. Quando cercò di riprendere il cammino l’asino su cui viaggiava si rifiutò di mettersi in marcia. L’animale aveva in una sacca della sella una tavoletta di pietra su cui era effigiato il volto di una Madonna. L’asino si decideva a muoversi solo se sgravato dalla santa effigie. Così il mercante abbandonò la pietra nella chiesa. La nuova chiesa fu dunque eretta per accogliere questa antica icona della Santa Vergine proveniente dalla Puglia. La sacra effige godeva di una diffusa e profonda venerazione, come emerge da antichi documenti che testimoniano di lasciti, donazioni, elargizioni, anche da parte di semplici cittadini “per vedere ella decorata in sontuoso tempio”; a meta del XVIII sec. il complesso possedeva già svariati immobili. Nel 1845 fu interessata da interventi che l’hanno ulteriormente impreziosita di marmi e di stucchi. Danneggiata gravemente dal terremoto del 1980, è stata chiusa al culto in attesa che terminasse un consolidamento strutturale e il successivo restauro; ma tutto è rimasto fermo.  La chiesa era dedicata al culto mariano, in particolare di un rito che risale all’alto medioevo e di cui ha perpetuato la tradizione: la processione delle Vergini. Le spose desiderose di maternità o coloro che non riuscivano avere un figlio chiedevano alle ragazze nubili del paese di intercedere presso la vergine Maria. E, dunque, vi era una processione di ragazze vestite di bianco, le “verginelle”, che si recavano alla chiesa per chiedere il dono della maternità, non per sé ma a nome della sposa che le incaricava.  Quella che era una zona di campi distante dal paese, in quei giorni si riempiva di luminarie, di bancarelle e di gente in festa. C’era una atmosfera bucolica e spensierata, prima che la zona fosse interamente trasformata dalle industrie. 


La Chiesa, anche se di imponenti dimensioni, ha un aspetto esterno molto semplice, da chiesetta di campagna. Il portale, ora assente, era inserito in una cornice in marmo, al di sopra del quale vi è un ovale con un’effigie raffigurante la Madonna anch’esso danneggiato. L’interno è ad unica navata a pianta rettangolare, con due cappelle e due altari laterali. Annessa alla chiesa vi sono la sacrestia e la canonica. Appare molto scarna ed in cattivo stato. L’altare con l’effige di pietra non esiste più. Il tetto, crollato, è stato sostituito da una robusta copertura “a capanna” di legno e metallo che testimonia la volontà di proteggere ciò che è rimasto e recuperare questa chiesa, anche se non c’è traccia di cantieri attivi. La peculiarità di questo luogo sono alcuni misteriosi bauli dall’aspetto piuttosto vetusto, accatastati a lato dell’abside. Chissà chi li ha lasciati e perché e cosa contenevano… o contengono: uno è arrugginito e bloccato. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


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