-                                           SCUOLA MEDIA STATALE                                               -

Percorriamo il silenzioso viale che conduce a questo grande edificio che ospitava una scuola media statale. Attraversiamo il varco dove un tempo c’era un cancello, ora fagocitato, come tutto il resto, da una lussureggiante vegetazione e notiamo che esternamente l’edifico sembra in buone condizioni. Appena entrati è subito chiaro che non è così. La devastazione del sisma prima e il lungo abbandono poi hanno trasformato questo edificio, un tempo gioiosamente vissuto, in uno spettro di cemento. I padroni di questi spazi grigi e immersi nella semioscurità sono il silenzio e la decadenza. Ogni vibrazione, ogni crepitio lontano nel buio fa sussultare chi lo attraversa, nel ricordo di quel lontano 6 aprile 2009 che ha condannato questa struttura ad una lenta di distruzione. 

La Mazzini era una delle scuole più grandi dell’Aquila, un istituto modello che portava avanti un modo di fare scuola dinamico e completo. Fu spostata in alcuni moduli di emergenza, i cosiddetti “musp” moduli ad uso scolastico provvisori, sulla via Salaria Antica Est e vi è rimasta. I moduli, costruiti per essere provvisori, sono diventati definitivi senza averne la solidità e la durevolezza. Dicono esserci problemi di ogni genere: infiltrazioni, areazione, rete fognaria. Un senso di precarietà che dopo tanti anni è scandalosamente inaccettabile. In un paese avanzato la scuola dovrebbe essere considerata un bene primario. A l’Aquila il provvisorio è diventato definitivo e gli studenti si sono dovuti adattare ormai a studiare in prefabbricati che assomigliano più a scatole di sardine che ad un edificio vero. 

Nel vecchio edificio intanto una spessa coltre di polvere è calata su tutto quello che resta ancora all’interno.  

Tuttavia, i segni della passata vita scolastica sono ancora ben presenti. L’immaginazione corre al vociare e alla confusione che doveva regnare in questo grande scuola frequentata da ragazzini tra i 10 e i 13 anni. Nei corridoi ci sono ancora armadietti di legno con dentro libri di testo delle più svariate materie. Nelle aule ci sono lavagne, le immancabili carte geografiche, banchi, sedie, diari ma anche le profonde lacerazioni alle pareti, le ferite del terremoto.

Nella segreteria ci sono i registri di classe dei professori, pacchi di compiti in classe che gli insegnanti hanno fatto in tempo a correggere. Molti i calendari nelle aule, nei corridoi e negli uffici…tutti fermi a quel terribile mese di aprile del 2009.


Nel primo livello ci sono ancora i laboratori; quello di scienze ancora ingombro degli oggetti più disparati stravaganti: campioni geologici, iguane e rane in formalina, scheletri di animali, sostanze per piccoli esperimenti di chimica, strumenti di misurazione, esperimenti di fisica, una parte di uno scheletro umano. Tanti altri laboratori… musica, disegno e gli immancabili documenti e diari sparsi sui pavimenti. In uno, una bambina annota i voti, gli assegni dei compiti e l’età dei suoi pesciolini rossi. Forse tutti questi ragazzini oggi sono all’università o si sono già laureati e contribuiranno alla rinascita di questa splendida città, abbandonata colpevolmente dal resto del paese e dalla politica.

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


 

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