CONVITTO PONTANO A LA CONOCCHIA, IL FANTASMA SULLA COLLINA

TIPOLOGIA: ex convento, ex ospedale, ex istituto scolastico

STATO DEI LUOGHI: da fatiscente a pericoloso

MOTIVO DELL'ABBANDONO: disuso - danni sisma

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Sulle colline a nord ovest di Napoli, un imponente edificio rossastro ridotto ormai ad uno spettro osserva la città sottostante. Con un corpo centrale e due grandi ali, nonché un volume aggiunto dove era un maestoso teatro, fu edificato nel XVIII secolo in una zona nota come "la Conocchia" per via di un colombario di età romana di forma conica. Infatti, in lingua napoletana la conocchia è il rocchetto di forma conica del filatoio su cui si avvolgeva il filo.Originariamente era adibito a casa di villeggiatura per i membri del Collegio del Salvatore della Compagnia di Gesù.  Nel 1860, i gesuiti furono espulsi da Giuseppe Garibaldi che in qualità di dittatore di Napoli aveva sequestrato numerosi edifici religiosi, fra cui il collegio. Divenuto di proprietà statale, fu adibito ad ospedale per le malattie infettive, grazie alla sua collocazione isolata e lontana da zone abitate. Qui furono ricoverati i napoletani colpiti dall'epidemia di colera del 1884. Il 1 aprile 1886 fu adibito a sede di un istituto scolastico. L'inaugurazione nel nuovo convitto, restaurato per l'occasione, perdendo le sue caratteristiche conventuali, venne benedetta dal cardinale Sanfelice. Cessata anche l'attività del convitto, la struttura passò tra i beni di proprietà della Provincia di Napoli  e divenne sede dell'istituto tecnico industriale fino agli anni ottanta quando questo fu trasferito altrove, decretando la chiusura dell'edificio. Il sisma del novembre dello stesso anno fece molti danni e di fatto ha condannato questo maestoso edificio all’oblio, da allora rimasto inutilizzato e in completo abbandono.

CARTOLINE D'EPOCA

 


INGRESSO: com'era e come è oggi

 

L'ex collegio, disteso sulla collina, appare come un decadente malinconico gigante addormentato. Nulla ha più della originaria grazia architettonica del collegio, dell’efficienza dell’ospedale, della pragmaticità dell'Istituto scolastico. Aggredito dalla prorompente vegetazione della collina, corroso dalle intemperie che lo stanno divorando dall'esterno e, ormai, anche dall'interno, è un tetro dedalo di corridoi semibui, maleodoranti di muffa, ingombri di calcinacci e brandelli di porte sfondate. Le condizioni statiche sono davvero precarie e in livelli ci sono diverse voragini nel pavimento da cui si intravedono gli ambienti sottostanti. Le pareti sono scrostate, le porte ancora presenti malferme sui cardini, gli ambienti spogli e polverosi. In alcune stanze il pavimento vibra e scricchiola sotto i piedi sconsigliando l’ingresso.  I piani sono speculari e si sviluppano più o meno nello stesso modo nelle due ali ai lati del blocco centrale. Più si sale, però, e più i corridoi sono luminosi. 

Nella parte posteriore dell’ala sinistra, a partire dal secondo piano, è visibile un maestoso teatro che si sviluppa in altezza fino all’ultimo piano. Il pavimento è ingombro di detriti e macerie del solaio e altre cose ormai indistinguibili: una spessa poltiglia nerastra. La pavimentazione del teatro è estremamente pericolosa, così ci siamo limitati ad osservarlo dal perimetro. E’ forse la cosa più bella rimasta dell’edificio, da solo meriterebbe una visita.

il teatro

Come sempre, sconsigliamo la visita di questo edificio, visto lo stato estremamente fatiscente e segni di continui collassi e crolli. In ogni caso, bisogna fare attenzione a dove mettere i piedi, cercando di camminare lontani dal centro, e non entrare negli ambienti dove il solaio mostra segni di cedimenti o risulti deformato. 

Il sopralluogo, senza alcuno fine di lucro, aveva il solo scopo di documentare la bellezza perduta e lo stato di abbandono, testimoniando quello che potrebbe a breve non esistere più o quello che si potrebbe forse ancora recuperare. Nulla è stato rotto, toccato o prelevato. L’edificio apparentemente non ha proprietari e non sono presenti, all'ingresso o all'interno, segnali di divieto.

IL VIDEO

 

L'esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


 

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