Tocco Caudio

TIPOLOGIA: paese abbandonato

STATO DEI LUOGHI: molto fatiscente - pericoloso

MOTIVO ABBANDONO: terremoto e frane

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Sul versante sudorientale del massiccio del Taburno, in bilico su uno stretto ed alto sperone roccioso, come un vecchio sdraiato sul suo letto di morte, l’antico borgo di Tocco Caudio si sta lentamente disintegrando. Il vento, la pioggia, la natura instabile del terreno e, non da ultimo, la vegetazione rigogliosa che sta avviluppando ogni cosa, stanno inesorabilmente cancellando questo antico insediamento. Qui un tempo c’erano i Sanniti e sembra che Tocco fosse una delle loro roccaforti. Da qui sono passati un po’ tutte le genti guerriere, come i Longobardi e i Normanni. Tuttavia, la distruzione l’hanno sempre portata i terremoti. Già nel 1456 le cronache riportano un violento sisma che distrusse l’abitato. Al nome Tocco nel tempo si aggiunse prima quello di Vitulano e poi quello di Caudio quasi a voler esorcizzare la mala sorte di questo luogo. Ma i terremoti continuarono a flagellare queste contrade. E fu proprio a seguito del sisma del 1962, che distrusse molti centri abitati come Apice e Melito Irpino, che il paese fu progressivamente abbandonato per il nuovo insediamento nella zona di Friuni, più sicura e posta ad alcuni chilometri distante. Fu il funesto sisma del 23 novembre 1980 a decretare la fine di Tocco “vecchio”, che fu definitivamente abbandonato da tutti e divenne un paese fantasma.

                                                       La vallata ai piedi del Taburno                                                                              Veduta aerea di Tocco Caudio "vecchio"

Sulla collina , le prime case del nuovo insediamento

Veduta laterale del borgo antico

L’antico borgo medioevale, oggi definito “Tocco Vecchio”, presenta un impianto urbanistico di tipo longobardo. Per arrivarci, bisogna lasciare l’auto ai suoi piedi, dove c’è ancora un piccolo nucleo abitato con un bar ed alcune attività commerciali, ed inerpicarsi lungo una stradina lastricata di pietra che porta alla sommità del costone roccioso sul quale si sviluppa questo paese fantasma. Una volta superato un grande cancello posto all'ingresso, c’è una prima stretta strada protetta da un parapetto, con un primo nucleo di case sulla destra, tutte in cattivo stato e invase dalla vegetazione, che in alcuni casi impedisce l’ingresso. Si arriva,poi, ad un primo grande spiazzo che doveva essere un tempo adibito parzialmente ad area di parcheggio; lo si intuisce da un vecchio ed arrugginito cartello affisso ad un muro, recante una P. 

Da questo punto si dirama lo stretto e lungo corso principale del borgo, fiancheggiato da ambo i lati da edifici di due o tre piani. Questa è una zona potenzialmente pericolosa. Lo stato della gran parte degli edifici è assai precario e segni di crolli, anche recenti, si notano un po’ ovunque. Quasi tutte le case sono collassate all’interno, non hanno più pavimenti e spesso nemmeno, in tutto o in parte, il soffitto. In alcuni casi anche parte delle murature esterne è crollato, lasciando penzolanti brandelli di balconi e grandi finestre che assomigliano a ghigliottine pronte a scivolare giù. L’unica strada percorribile è quella centrale che attraversa in lunghezza tutto il paese fino alla chiesa dello Spirito Santo. E’ oggi parzialmente ostruita da cumuli di macerie di un crollo che bisogna scavalcare per passare. Il rumore del vento che passa negli squarci e nelle finestre aperte, gli inquietanti scricchiolii che si percepiscono di continuo rendono l’esplorazione a tratti angosciosa. La strada, come detto, è molto stretta; se venisse giù un balcone, un muro o, peggio, tutto un edificio non ci sarebbe modo di scansarlo e chi stesse in quel momento nella strada verrebbe investito. Anche dentro le case il pericolo è in agguato. Il pian terreno non si sa quanto sia stabile ed anche i pochi soffitti rimasti potrebbero, in tutto o in parte, crollare all'improvviso. Si cammina in punta di piedi, parlando a voce bassa, cercando di percepire anche il più piccolo rumore che possa annunciare qualche collasso imminente. Fortunatamente al termine del corso c’è una grande piazza, quasi completamente invasa dalla vegetazione, dove prendere fiato; c'è una bella chiesa ed altre case sparse tutto attorno: la Chiesa dello Spirito Santo che segna il confine nord del borgo. Da una grossa roccia bucata si può osservare la vallata in basso.

L’esplorazione di Tocco, specie nelle tarde ore pomeridiane, regala sensazioni strane. E’ come se il paese, morto per tutti, si riaccendesse per l’inatteso visitatore e cominciasse a sussurrare la sua storia fatta di paura, miseria e abbandono, ma anche di vita, amore, speranze.

Per gli urbex, gli esploratori urbani, le Ghost Town sono un concentrato di fascino e mistero ed esercitano un richiamo quasi irresistibile. Se vi capitasse di incontrane qualcuno nelle vostre esplorazioni, lo vedrete sparire nei portoni e riapparire da balconi, terrazze e tetti, come se fosse di casa lì. O forse sarà una delle tante visioni che solo una città fantasma sa regalare. Buona caccia.

 

L'esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.


 

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