EGITTO

.         CROCIERA SUL NILO


In navigazione da Luxor ad Aswan

Voli Egypt Air: Roma - Cairo  Cairo - Luxor.   M/Y   SEMIRAMIS  

Luxor->chiuse di Esna-> Edfu-> Aswan - > Philae -> Abu Simbel -> Kom Ombo -> Luxor  

 

 

Navigare sul Nilo è una delle esperienze più indimenticabili che si possano fare. Che sia la classica crociera, una barca a vela o una feluca non importa. Le albe, i tramonti, le calde notti stellate, la barca che scivola silenziosa al crepuscolo mentre il Muezzin chiama alla preghiera gli abitanti dei villaggi persi nella penombra della boscaglia lungo le rive, il saluto gioioso dei bambini che inseguono la nave correndo lungo il fiume ... è tutto parte di uno scenario senza tempo, tutto parte di una formula magica che si chiama semplicemente EGITTO. Noi siamo già quota due crociere sul Nilo e crediamo non sia finita qua.

 

 


Negli ultimi tempi, gli eventi che hanno sconvolto il nord Africa ed il medio oriente hanno messo in crisi l'indotto economico che ruotava intorno alle crociere sul Nilo, con il risultato di molti posti di lavoro persi, tante navi in disarmo lungo le rive e nei porti dei pochi veri centri abitati lungo le rive. Gran parte è frutto di disinformazione e di uno strisciante boicottaggio dei media occidentali. L'ultima volta che siamo stati in Egitto era nel giugno 2014, proprio per una crociera che ci fu donata da un importante casa editrice specializzata in viaggi. Ed è andata di lusso, perché avevamo una guida solo per noi e abbiamo girato in siti archeologici un tempo affollatissimi, ora semi deserti o deserti. Nonostante ciò, la cosa non può non intristirci e preoccuparci perché è proprio il turismo che difende questi luoghi e fornisce le risorse per proteggerli, ed è anche una delle principali fonti di ricchezza di un paese ora in profonda sofferenza. Andare in Egitto significa rompere questo sortilegio e aiutare a difendere un patrimonio che è di tutta l'umanità. Ci sentiamo di consigliarvi di fare una crociera sul Nilo: rimarrà tra i più bei ricordi della vostra vita. Qualche foto della navigazione e poi vi descriveremo i vari siti archeologici che si snodano lungo questo grande fiume. 

LUXOR

RIVA EST Sulla riva est, la riva dei vivi e della vita, Amenofi III inizia la costruzione del tempio di Luxor. Qui si svolgevano le processioni dedicate al dio Amon, rappresentato all’interno del tempio con le forme del dio Min, il dio della fertilità, unito a sua moglie Muth e a suo figlio Khnos (la triade divina e protettrice di Luxor). Amon e Muth si univano qui una volta all’anno, congiungendosi via Nilo e rientrando poi a Karnak attraverso il viale delle sfingi. Il complesso architettonico di Karnak è sicuramente il più grandioso ed imponente di tutto l’Egitto: era la casa del dio Amon e tutti i faraoni nell’arco di secoli hanno voluto onorare il dio costruendo parti del tempio, fino a farlo arrivare ad essere un vero e proprio labirinto di edifici sacri. Attraverso un viale fiancheggiato da sfingi con corpo di leone con testa umana o di ariete, la statua del dio Amon lasciava il tempio per raggiungere la sua sposa Muth nel tempio di Luxor : dalla loro unione si rigenerava il mondo.

RIVA OVEST In un blocco unico di quarzite, il faraone Amenofi III fece scolpire la sua figura, seduta nella posizione tradizionale di comando; alte circa 20 mt, le due statue erano all'ingresso del suo tempio funerario, edificato sulla sponda Ovest del Nilo. Un violento terremoto del 27 a.C., provocò una profonda spaccatura su una delle due statue che, soprattutto all’alba, cominciò ad emettere un suono particolare, come un lamento e fu così che vennero chiamati i Colossi di Memnon, in ricordo dell’eroe troiano morto, che la madre piangeva ogni mattina al sorgere del sole. Il suono era provocato dal raffreddamento della pietra durante la notte che poi si riscaldava con i primi raggi del sole. L’imperatore Settimio Severo, forse per ingraziarsi il dio, restaurò la spaccatura e da allora la statua smise di cantare. Il Tempio di MEDINET HABU è costruito a forma di fortezza, per dare protezione e rifugio agli abitanti dei villaggi limitrofi in caso di attacchi di predoni del deserto. Ramsete III per evitare che i suoi successori cancellassero il suo nome ed il suo cartiglio li scavò così profondamente nella pietra da rendere impossibile l’eliminazione se non con la distruzione del tempio. Splendidamente decorato con colori naturali nelle scene di guerra e nelle imprese militari del faraone, conserva tutt'oggi la maggior parte dei colori originali dei suoi affreschi. La riva Ovest del Nilo era la valle dove tramontava il sole, dove la dea Nut mangiava il disco solare per partorirlo dopo 12 ore e far ricominciare il ciclo vitale del giorno: era la Valle dei Morti. E’ qui che i faraoni cominciano a far scavare le loro tombe all'interno della montagna, posizionando il sarcofago alla fine di lunghi cunicoli. Infatti, oggi è nota come "Valle dei Re". Le pareti che conducono alla cella sacra sono decorati con il viaggio verso l’aldilà che l’anima del faraone deve compiere e con il giudizio a cui deve sottoporsi per raggiungere la beatitudine eterna: scritti ed affreschi del Libro dei Morti. Oggi è proibito fotografare e filmare in tutta l'aera. Ma la prima volta che siamo stati qui, nel 2006, era ancora possibile.

EDFU

Grandioso tempio di epoca tolemaica dedicato ad Horus, il dio dalla testa di falco: due sue statue sorvegliano l’ingresso alla sala ipostila. Il tempio è tutto e completamente decorato a bassorilievi, con rappresentazioni varie come varie preparazioni di medicinali o unguenti sacri, la battaglia tra il Bene ed il Male e la rinascita del mondo. 

KOM OMBO

Un tempio doppio, costruito in cima ad una collina lungo le sponde del Nilo e dedicato a due divinità: Sobek, il dio coccodrillo e Haroeris, altro nome di Horus il Grande, dalla testa di falco. Due parti perfettamente simmetriche per adorare i due dei dell’antico Egitto. Di straordinario interesse è il calendario, scolpito su una delle pareti del tempio: dettagliato antenato dell’attuale calendario gregoriano: 12 mesi divisi in 365 giorni, studiato in base alle piene del Nilo. Un’altra parete mostra gli strumenti chirurgici usati già all’epoca e le posizioni ideali per le partorienti. Al centro del cortile, un Nilometro che misurava le piene annuali del Nilo ed il conseguente pagamento delle tasse da parte della popolazione. Il tempio è conservato perfettamente in tutta la sua struttura ed in parte anche nei suoi colori originali, grazie alla sabbia sotto cui è stato sepolto per 15 secoli.

ASWAN

Una bellissima città, situata in declivio dalla cui sommità si può ammirare il Nilo, in questa zona molto trasparente, solcato da decine di imbarcazioni a vela tradizionali: le feluche. Sin dall'antichità la città è sempre stata un punto strategico per il Regno, grazie alla sua posizione ai confini con la Nubia ed il Sudan, zona di partenza e di arrivo delle carovane. Costruita sulla prima cataratta del Nilo, sin dall'antichità si era cercato di sbarrare le acque del Nilo per controllare le piene ed avere un flusso regolare per l’irrigazione dei campi. Verso Sud, si trova la Vecchia Diga che gli Inglesi costruirono sul fiume, usando blocchi di granito, di cui la zona è ricchissima; il vero capolavoro arrivò però intorno agli anni ’60: la Grande Diga di Aswan, impianto colossale dell’ingegneria idraulica di tutti i tempi. 11 anni di lavori iniziati durante il governo di Nasser e terminati sotto Sadat, in collaborazione con la Russia, portarono alla costruzione della diga che vediamo oggi, che è la seconda più grande al mondo, dopo quella edificata sul fiume Zambesi. Larga alla base 980 metri e 40 metri alla sommità, lunga 3600 metri ed alta 111, per un volume complessivo di portata d’acqua di 50 milioni di metri cubi, con una centrale idroelettrica con un potenziale di 2 milioni di KW/ora. La città è oggi un importante centro commerciale, punto di arrivo delle numerose navi da crociera che scendono le acque del Nilo; nonostante tutto non ha perso la sua natura originaria, con le sue romantiche navigazioni in feluca, tipica imbarcazione dell’antico Egitto, e con i suoi mercati, colorati di stoffe e profumati di spezie. 

TEMPIO DI PHILAE  Con la costruzione della Diga Vecchia, il tempio era stato sommerso e con la Grande Diga si correva il rischio di perderlo sotto le acque del Nilo; intervenne quindi l’UNESCO ed anche Philae entrò a fare parte del progetto di salvataggio dei templi della provincia di Aswan; di tutti quelli che si correva il rischio di perdere, 18 furono salvati, grazie ad una mobilitazione mondiale: i templi furono smontati e quindi ricostruiti in zone che l’acqua non avrebbe raggiunto. Una spedizione italiana si occupò di Philae: non solo si smontò il tempio, ma addirittura l’isola originaria, per ricreare le stesse identiche condizioni nel luogo che era stato scelto per ricostruire la casa di Iside…la dea dell’amore, della resurrezione, della rinascita, madre di Horus e moglie/sorella di Osiride. Sulle pareti, la nascita e l’educazione di Horus; la madre che lo protegge e lo allatta; il mito che celebra Osiride, legato alla morte ed alla resurrezione… All’esterno, il Padiglione di Traiano, che era luogo di attracco della barca sacra della dea.

Lungo il Nilo, solcando le sua acque tranquille, si costeggia l’Isola Elefantina, con le sue stranissime forme rocciose ed i suoi villaggi nubiani, coloratissimi; si ammirano i paesaggi verdissimi dell’isola di Kitchener, sede di un giardino botanico che raccoglie più di 900 specie di piante diverse; si vedono le colline disseminate di tombe di antichi dignitari o nobili fino ad arrivare ai piedi del Mausoleo dell’Aga Khan che visse qui i suoi ultimi anni di vita. Molto affascinante l'antico Hotel OLD CATARACT, reso celebre dal film "Assassinio sul Nilo" dall'omonimo romanzo di Agatha Christie. E' il vecchio albergo che si vede nella prima parte del film.

ABU SIMBEL

E’ uno dei simboli più noti dell'Egitto. Dopo la costruzione della diga di Aswan, sarebbe sparito definitivamente sotto le acque del Lago Nasser. L’area di Abu Simbel fu isolata con una chiusa lunga circa 360 metri e alta 25 per tenere lontane le acque. Poi, il tempio fu tagliato in 1036 blocchi numerati e spostati nella nuova destinazione 200 metri più lontano e 64 metri più in alto; fu una ditta italiana a realizzare la titanica impresa tra il 1964 e il 1968. La collina stessa, in cui era stato scolpito l’intero tempio fu ricreata per dare ai templi la esatta collocazione originaria. Questo era di basilare importanza. Infatti, il tempio di Ramses II ha una particolarità: due volte l'anno, il 21 febbraio ed il 21 ottobre i primi raggi dell'alba entrano nel tempio percorrendolo tutto e andandosi a posare sulle prime tre delle quattro statue sacre del Sancta sanctorum (Ramses II, Amon-Ra e Ra-Harachti), per il resto dell'anno in ombra; su quella di Ramses per 20 minuti, sulle altre due per soli 5 minuti. La statua di Ptah, dio delle tenebre, invece rimane sempre oscurata. Cosa incredibile è che la moderna ingegneria non è riuscita a garantire la stessa precisione con lo spostamento, con il risultato che oggi il fenomeno si verifica con lo scarto di un giorno. Il complesso di Abu Simbel è formato da due templi: uno dedicato a Ramses II e l'altro a sua moglie Nefertari. Il tempio di Ramses è una celebrazione  del faraone come "divinità tra gli dei". La facciata del tempio ha 4 statue gigantesche (20 metri), che lo ritraggono seduto, in posizione di governo. All'interno del tempio, 6 pilastri alti quasi 4 metri, raffigurano sempre Ramsete II. Sulle pareti sono scolpite le sue gesta. Nel sancta sanctorum la sua statua è seduta a fianco di Amon-Ra, Rahorakhthy e Ptah: il giorno della sua nascita e della sua incoronazione, corrispondenti ai due solstizi di primavera e di autunno la statua viene illuminata dai raggi del sole nascente come detto.

Poco distante dal tempio di Ramses c'è quello della moglie, Nefertari. Nefertari vuol dire: "la bella che viene da lontano”. Infatti, era nubiana ed è forse questa la ragione per cui Ramses II amava così tanto questa regione remota dell'Egitto tanto da farsi seppellire li.  Il tempio è molto meno sfarzoso e più piccolo, ma non per questo meno affascinante, con belle decorazioni che riprendono scene della battaglia di Qadesh. Un dipinto raffigura Nefertari con la dea Hathor, la vacca sacra che esce dalle paludi sacre formate da papiri e fiori di loto. Gli stucchi e le decorazioni sono molto ben conservati e fanno di questo tempio un luogo visitato quanto il più imponente tempio di Ramses II.

IL TEMPIO DI NEFERTARI

IL VIDEO

PIOVONO VESTITI

Attenzione piovono vestiti! Tutti abbandonano la piscina, il bar e le sdraio e si riversano verso le ringhiere per vedere che succede. Non è una allucinazione. Il sole egiziano, già bruciante a fine giugno, non c’entra. In navigazione lungo un tratto del Nilo, tra Luxor ed Esna, ero già stato informato dalla mia preziosissima guida Nagy di una singolare usanza e mi ero appostato con macchina fotografica sul ponte. I mercanti di tessuti e vestiti dei villaggi sparsi lungo le rive si sono inventati un bizzarro modo per vendere la mercanzia. Inseguono e abbordano i battelli che portano i turisti sul Nilo in crociera, vi si attaccano con un sistema di funi “a carrucola” che gli permette di mantenere una distanza minima di sicurezza dalla nave e avvicinarsi tirandosi. Di lì sotto iniziano a richiamare l’attenzione dei viaggiatori affacciati dai ponti terrazza. Dalle loro barchette di legno colorate, mostrano campioni della merce e lanciano vestiti protetti in sacchetti di plastica sul ponte, nella speranza che qualcuno li compri o per farli provare a chi li ha richiesti. Quando, finita la curiosità o l’interesse, le persone a bordo, per lo più donne, si allontanano dalle ringhiere scomparendo alla vista delle barche una dozzina di metri più in basso si continuano per lungo tempo a sentire i richiami dei venditori; chiamano per nome le ragazze che hanno comprato o che si sono affacciate, le gridano parole dolci e giurano loro eterno amore. E’ un’esperienza decisamente singolare quella che si vive a bordo delle navi su questo tratto del basso Nilo.

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