MONTI DAUNI, UN ANGOLO DI PROVENZA IN PUGLIA

Esistono in Italia luoghi che sono autentiche capsule del tempo, enclave del passato che resistono allo scorrere dei secoli e raccontano storie nascoste. Noi ne abbiamo scoperta una di queste, in un angolo remoto e alquanto atipico della Puglia, ai piedi dei Monti Dauni. Si tratta di due piccolo borghi: Faeto e, a pochi chilometri, il minuscolo Celle di San Vito.

La lingua francoprovenzale o arpitana, è una lingua romanza parlata nella Francia orientale, nella maggior parte della Svizzera romanda e in alcune parti dell'Italia. Assieme al francese e all'occitano, appartiene alle lingue gallo-retiche, sottogruppo delle lingue galloromanze. In Italia, il francoprovenzale, chiamato anche arpitano, è parlato principalmente in Valle d'Aosta e Piemonte. Tuttavia, esiste una minoranza linguistica, riconosciuta dallo Stato italiano, nelle due località dei Monti Dauni sopra citate, che formano la Daunia arpitana, in provincia di Foggia ma molto vicine al confine regionale con le province di Benevento e Avellino. Tutt'attorno si parlano dialetti italo romanzi, con la sola eccezione del borgo di Greci, quella arbereshe ovvero la minoranza etno-linguistica albanese.

Come è possibile che in due minuscoli borghi pugliesi, distanti quasi 1000 chilometri dal territorio d’origine arpitano (tra Francia, Svizzera ed Italia) ci sia questa minoranza linguistica?

Esistono diverse teorie a riguardo, anche se l’origine di queste comunità, risalente al medioevo, non è del tutto chiara.

La minoranza si sarebbe formata tra la fine del Duecento e l'inizio del Quattrocento a causa dell'emigrazione di un gruppo di galloromanzi per motivi sconosciuti. Alcuni ritengono che tale emigrazione sarebbe legata all’avvento della dinastia angioina nel Regno di Sicilia. Un'altra teoria, invece la lega all'emigrazione valdese a seguito delle persecuzioni religiose. Di queste nuove colonie valdesi ne parla Petrus Gillius, un naturalista e linguista francese: “i valdesi di Provenza, essendo perseguitati dal Papa di Avignone, andarono verso la città di Napoli e con il tempo edificarono cinque cittadine fortificate, ossia Monlione, Montauto, Faeto, la Cella e la Motta.” (Storia ecclesiastica delle Chiese riformate riunite in alcune valli del Piemonte, anticamente chiamate Vaudoises - Petrus Gillius). 

Comunque vada, queste due comunità superstiti si definiscono orgogliosamente “provenzali”. I monumenti, le strade e i cartelli di questi borghi sono redatti nella doppia lingua. Il calo demografico e altri fattori culturali oggi mettono a rischio questa enclave provenzale in terra di Puglia. 

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FAETO

A contribuire ancora di più alla strana sensazione di trovarsi in Provenza vi è la presenza della lavanda. La lavanda è presente in Italia in diverse regioni: in Veneto, in zone come Porto Tolle (Rovigo); Piemonte, a Sale San Giovanni (Cuneo), conosciuto anche come la "Provenza del Piemonte", nella Valle Stura, nel Monferrato; in Liguria; in Emilia-Romagna, in Val Tidone; in Toscana; in Umbria, nel Lavandeto di Assisi dove vengono organizzate visite guidate, eventi e mercatini; Lazio, nella Tuscia, in particolare a Tuscania, si possono trovare campi di lavanda; Molise, a Larino, in provincia di Campobasso.

Se eccettuiamo il parco della lavanda di Morano calabro, nel Parco del Pollino, quello dei monti Dauni è forse il campo di lavanda più a sud in Italia.

Il Campo di Lavanda è dell’Azienda Agricola Sabatino, frutto della passione e dell’ingegno di Filippo Sabatino. Trascorrerete, dalle 18.oo in poi, ora di apertura del campo, una esperienza di natura e relax irrinunciabile. Ideale anche per appassionati di fotografia, che troveranno set già approntati nel campo per scatti memorabili. Si consiglia di andare al tramonto, quando la luce è tenue e genera ombre più morbide.

Il periodo di fioritura della lavanda in Italia varia a seconda della zona e delle condizioni climatiche, ma generalmente si verifica tra fine giugno e luglio. Nel Campo sarete accolti da Filippo, la sua compagna e il gatto Vanda.

Sotto, il link alla pagina Facebook della azienda con tutti i riferimenti:

IL CAMPO DI LAVANDA

E per finire in bellezza, vi consigliamo fortemente l’esperienza della BUBBLE-ROOM, sul monte cornacchia, in un bosco al limitare del Lago Pescara. Con solo il rumore della fauna notturna e delle rane del lago, trascorrerete una esperienza di immersione nella natura totale ma in sicurezza e comfort. Dopo, un giro a Faeto e Celle, una passeggiata al campo della lavanda, una cena in uno dei borghi della zona (consigliamo Biccari), trascorrerete una notte indimenticabile sotto le stelle, nell’abbraccio di alberi giganti ma nel letto di in una confortevole bolla trasparente. Sotto il link della cooperativa per contatti:

LA BUBBLE ROOM, IL BOSCO E IL LAGO "PESCARA"

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