.                         NAPOLI  Chiesa della Immacolatella a Pizzofalcone

La collina di Pizzofalcone coincide con la zona più antica della città, dove per primi si insediarono i coloni greci che fondarono Napoli. Era Palepolis, la città vecchia, e Neapolis fu chiamata così proprio per distinguerla dalla prima. Il nome “Pizzofalcone” sarebbe collegato alla falconiera voluta dal Re Carlo I d’Angiò nel XIII sec. che qui si esercitava nella nobile arte della caccia col falcone. In realtà questo è un monte, il Monte Echia, che dall’alto guarda lo sconfinato golfo di Napoli, con proprio di fronte l’isolotto di Megaride, oggi occupato da Castel dell’Ovo, dove la leggenda vuole che andò a morire la sirena Parthenope, addolorata di essere stata superata nel canto da Orfeo, o - secondo un’altra tradizione più popolare - per non essere riuscita a sedurre Ulisse. Ogni anno, proprio nei pressi di Megaride, si svolgevano le Lampadedromie, fiaccolate in onore di Parthenope.

In questo luogo così carico di storia, c’è l’ennesimo gioiello dimenticato di Napoli: la Chiesa della Immacolatella. Fu eretta nel XVI sec. col nome di Regia Cappella del Santissimo Rosario a beneficio della soldataglia spagnola, acquartierata sulla collina nel periodo vicereale. La chiesa originaria non aveva l’aspetto attuale. Infatti, nel 1857 Re Ferdinando II ne ordinò una vera e propria ricostruzione con un impianto a croce greca; una iscrizione sul portale d’ingresso lo ricorda. L’interno fu dotato di preziosi arredi sacri, statue e tele di pregio. Purtroppo, durante la guerra alcune bombe caddero nei pressi danneggiandola severamente. Restaurata e riaperta dopo alcuni anni, ha svolto la sua funzione fino a quel tragico 23 novembre del 1980, allorquando il devastante terremoto che colpì la Campania la rese inagibile. Da allora, questo tempio così caro ai napoletani, che la chiamano affettuosamente “chiesa delle montagnelle”, langue nell’abbandono e nell’oblio, preda di vandali e ladri che l’hanno quasi completamente spogliata. I tanti progetti di restauro e riqualificazione sono per ora rimasti lettera morta. 

Resta, nonostante tutto, un luogo di grande fascino e di inesauribile bellezza, con il suo doppio scalone di marmo dal quale si può ammirare uno dei panorami più belli della città.

 

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