REOPASTO

Sul confine tra Lazio e Umbria, adagiato in una piana ai piedi di un massiccio montuoso c’è un microscopico borgo abbandonato, cui si accede da una strada sterrata, poco dopo aver passato le omonime chiuse.

La sua origine si perde nella notte medioevale; si pensa risalga all’anno mille. Il suo abbandono avvenne nel corso degli anni 60 del XX secolo; in quel periodo vivevano lì ancora una settantina di persone.

Oggi è silenzioso e seminascosto tra una vegetazione lussureggiante che si è ripresa gli spazi sottrattigli secoli fa. Unici suoni sono quelli dell’acqua di un torrente che gli scorre nei pressi, degli uccelli e l’occasionale rumore del treno che passa sui binari nella massicciata sotto il ponte di ingresso.  L’unico monumento del borgo è la chiesa settecentesca di Sant’Andrea. 

Per vedere Reopasto occorre una mezz’ora appena, ma ne vale la pena. Sono luoghi dal fascino indiscusso e permettono di immaginare come si vivesse un tempo in questi luoghi. Inoltre, se siete appassionati di fotografia con la luce giusta offre spunti per meravigliosi scatti. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato.  

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.