L’impressione ricevuta è che si tratti della chiesa di qualche confraternita, dunque di uso prettamente “privato”. Del resto, possiamo fare solo supposizioni poiché conoscendo nome e ubicazione non si ricavano comunque molte informazioni.
La chiesa ha una linea molto semplice con campanile a vela in precarie condizioni statiche (è stato clappato per prevenire il crollo). Omonima della chiesa di culto cattolico più antica di Valencia fondata nel 1238 dagli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, la cui costruzione fu concessa ai cavalieri da Giacomo I d’Aragona in segno di riconoscenza per l'aiuto offertogli nella “reconquista” di Valencia. La intitolazione, dunque, potrebbe riferirsi all'Ordine religioso cavalleresco dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme o Ospitalieri che aveva l'obiettivo di assistere e difendere i pellegrini in Terrasanta oppure al santo patrono degli ospedali, Giovanni di Dio. Giovanni di Dio, poi San Giovanni di Dio, fu un laico spagnolo che fondò l'Ordine dei Fatebenefratelli dedicando la sua vita alla cura degli indigenti, malati e poveri.
Tuttavia, all’interno non si rinvengono rimandi all’uno o all’altro Ordine.
Forse un labile indizio può essere rappresentato dal pavimento che sembra essere molto più antico del resto della chiesa e in disarmonia stilistica col resto. Un pavimento come di quelli che si vedono nelle chiese medioevali in una chiesa in stile barocco. Che sia stata edificata su una preesistente chiesa?
Alcuni documenti ottocenteschi trovati in sacrestia rimandano ad una confraternita del suffragio e ciò si accorda con i tanti motti e iscrizioni latine che fanno mostra sopra le cappelle della navata, nella volta e sopra gli altari. Essi rimandano alla morte e alla cura dei defunti, scopo principale di tutte le confraternite:
Memor esto iudicii mei etenim erit et tuum mihi heri et tibi hodie – Ricorda, il mio destino è uguale al tuo; oggi a me, domani a te (deuteronomio 38, 22)
Ubi nos sumus vos eritis, miseremini nostri ut vestri misereatur - Dove siamo noi voi sarete, abbiate pietà di noi e noi l’avremo di voi
Ut nostra deleantur delicta sacrificate – Sacrificato affinché i nostri peccati siano cancellati
Comunque si spieghi la sua denominazione, la Chiesa di San Giovanni è un tesoro abbandonato da lungo tempo. A piante rettangolare, presenta una navata centrale con volta a botte affrescata ed una navata laterale destra con volta a crociera ed un bel coro ligneo. Da questa ultima si accede alla sacrestia dal lato del transetto e alla cantoria con l’organo dall’altro. La sacrestia ha alcuni paramenti sacri, candele e, come detto, antichi documenti che fanno riferimento ad una arciconfraternita. L'organo, in condizioni di avanzata decadenza, è forse la cosa più affascinante del luogo.
Ci piacerebbe sapere di più di questo luogo sacro come ci piacerebbe vederlo di nuovo in vita e diffondere il canto dei monaci al tramonto tra le strette stradine di questo antico borgo.
L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato.
IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.