LA CASA DEL REDUCE

Stiamo percorrendo su e giù una strada statale, senza riuscire a trovare la giusta deviazione per una famosa villa diroccata dalla storia sinistra, quando il caso ci ha portato proprio davanti ad una anonima vecchia casa di campagna, dall’aspetto ancor più inquietante della prima. Si intravede tra l’erba alta e gli alberi. Un vecchio cancelletto sgangherato non riesce più a impedire l’accesso a quello che dove essere un viottolo sterrato e che ora è un incolto ammasso di sterpaglie. Sul cancelletto una vecchia cassetta delle lettere senza alcun nome né civico.

Esitiamo un attimo prima di decidere di entrare, anche se la casa è certamente abbandonata, ma decidiamo di andare a vedere. Girata la facciata che guarda la strada e la laterale sinistra ci troviamo in una sorta di aia (la casa ha la forma di una L rovesciata) dove scorgiamo l’ingresso spalancato. Non si sente alcun rumore, ma la casa potrebbe essere occupata da abitanti occasionali e non ci sentiamo molto tranquilli. Ad alzare la tensione, ci pensa una roncola arrugginita piantata nella robusta porta di quercia dell’ingresso. Fortuna che l’auto è piuttosto vicina per una eventuale fuga. Entriamo con molta circospezione. La casa è molto vecchia, modesta e alquanto trasandata, ma non c'è nessuno. L’ingresso è coperto da un mucchio di rifiuti compositi (giornali, riviste, vestiti stracciati, scarpe logore, lettere, cartoline, fotografie …). Sulla sinistra c’è una piccola cucina degna di un film Horror con la tavola ancora piena di stoviglie impolverate e sudicie. Nel frigo roba scaduta da anni ed un odore nauseabondo. Protetta da un muretto bianco una piccola scala di una decina di gradini conduce ad un salottino con vecchi mobili sgangherati, tra cui un sofà di aspetto retrò ingombro di documenti, libri, vecchie foto ingiallite ed una onorificenza militare della Prima guerra mondiale. Questo ci ha ispirato per il titolo di questo reportage. Una vecchia valigia nera impolverata è appoggiata contro un muro. Una malandata macchina da cucire tedesca di inizi novecento Kohler giace sul pavimento; un po’ per fotografarla meglio, un po’ per una forma di rispetto, la solleviamo da terra (non senza sforzo) e la adagiamo su un tavolo. Ci sono, inoltre, due stanze da letto con vecchio mobilio in legno più una il cui soffitto è in parte crollato, creando uno strano effetto tra la penombra dell’ambiente ed un fascio di luce che filtra dal buco. Quello che davvero è inquietante è l’unico bagno: rosa ormai marcio per la sporcizia. La vasca è piena di un liquame denso e scuro che richiama alla memoria immagini di pellicole splatter.

Non ci tratteniamo oltre e andiamo via, ringraziando il caso che ci ha fatto passare di qui. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.