IL CASTELLO NEL SANATORIO

Questo complesso abbandonato si trova in una vasta zona boschiva collinare della toscana. Ci sono ben sei edifici, di cui abbiamo esplorato solo il più interessante, un’antica villa che ha le vaghe sembianze di un castello. L’edificio più grande (circa 5000 mq), adibito un tempo ad ospedale, è praticamente vuoto, se si eccettua una grande quantità di rifiuti di vario genere. Mostra segni di occupazione abusiva, con bivacchi improvvisati un po’ ovunque e, quindi, l’abbiamo lasciato stare.

Sembra che questa fosse una riserva di caccia appartenuta da secoli alla nobile famiglia dei Marchesi Catellini di Castiglione.

L’Istituto geografico militare (I.G.M.) rivela che fino ad almeno la metà dell’Ottocento questa famiglia aveva delle estese proprietà con il medesimo accesso di questo complesso. Negli ultimi decenni il complesso cominciò ad ampliarsi con aggiunta di altri corpi alla villa e ai fabbricati colonici. Dal 1911 la Villa risulterà disabitata e verrà acquistata dalla Famiglia Pinucci qualche anno dopo.

Si conosce poco delle origini della Villa e della sua storia. Il suo stile “eclettico”, molto in voga nella belle époque, fa ritenere la stessa di fine Ottocento. La villa si presenta nelle sembianze di un castello rinascimentale.  A pianta rettangolare, con quattro torri agli angoli, con una corte interna, si sviluppa su quattro livelli: piano interrato, piano terreno, primo piano, torri.

L’ingresso è facile e ci si immette subito su un ampio sentiero. Un rifugio a tenda con ciotole colme di croccantini ci suggerisce che c’è chi frequenta giornalmente questo luogo prendendosi cura dei tanti gatti che vediamo in giro.

Al Castello si arriva in poco tempo. Nascosto dalla pervicace vegetazione che lo sta lentamente avviluppando, presenta un elegante loggiato con finestre ad archi che ne spezza la monotonia e la austerità.  Dall’esterno, appare molto solido e sicuro, con una cinta muraria di solida pietra scura. Appena dentro (tutti gli accessi sono spalancati), ci si accorge che non è così: gran parte della struttura interna è collassata mettendo a giorno il pian terreno. I grandi travi dei solai creano una sorta di strana foresta, rendendo difficoltoso il passaggio. Purtroppo, una grande quantità di rifiuti ha invaso la struttura; in alcuni punti si cammina su vere e proprie collinette di detriti e rifiuti. Molti ambienti, dunque, risultano fatiscenti e pericolosi. Tuttavia, nella distruzione appaiono ovunque disseminati i segni di un luminoso passato: affreschi, parati, fregi, pregiati soffitti a cassettoni che lasciano immaginare quanto incredibilmente bello doveva essere questo luogo. Una grande salone nella penombra rivela, percorsa una breve scalinata di pietra, una stanza rettangolare con un monumentale camino e senza più il soffitto (solaio crollato integralmente). In ogni ambiente si accede attraverso porte monumentali con cornici di pietra con sopra incisi motti: AD MAIORA SEMPER; DUM VIVAM ET ULTRA. Aggirando questa impenetrabile stanza giungiamo ad un salone con un altro stupendo camino semicircolare, con la cappa conica, che ha per architrave una lastra di pietra con due angioletti che stringono una corona di alloro con al centro un accenno di stemma. Una stanza con il solaio crollato ed i grandi travi di quercia coricati a 45° nel pavimento è quel che rimane di una cucina. Saliamo attraverso una stretta scala di pietra che sembra sicura al primo piano dove ci sono dei bei soffitti a cassettoni. Da un loggiato si scorge bene una delle torri, quella con il grande orologio.

Lasciamo dopo poco questo luogo, augurandoci che possa resistere ancora a lungo. È paragonabile ad una nave che sta affondando. Quindi, omettiamo qualunque elemento che faciliti il ritrovamento, stavolta non per proteggere il luogo dalle persone (non c’è più nulla da salvare), ma le persone dal luogo. Agli intrepidi che lo trovassero e volessero avventurarsi quassù ed esplorarlo, consigliamo estrema prudenza. Alla prossima avventura

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.