-                                 PETINA  Il Monastero di Sant'Onofrio                                   -

Petìna è un comune arroccato alle pendici del massiccio degli Alburni. E’ collocato in un territorio di grande pregio naturalistico, ricco di boschi di faggi, abeti e lecci che si affaccia su un profondo vallone percorso dal fiume Onofrio, affluente del Tanagro. Con le imponenti guglie del Monte Figliolo che incombono pericolosamente su di esso, conserva ancora oggi le caratteristiche di un piccolo borgo medievale. Nel punto più alto c’era un fortilizio voluto dai principi longobardi di Salerno, intorno al quale vennero costruite le abitazioni collegate tra loro attraverso stretti e tortuosi vicoli. Oggi rimangono solo parte delle mura. 


Sin dall'VIII secolo d.C. giunsero in questa zona numerosi monaci greco-bizantini, noti come monaci basiliani, emigrati verso nord dopo la conquista araba della Sicilia, vivendo inizialmente all'interno di grotte che oggi costituiscono il complesso rupestre dello Spirito Santo e il primo nucleo dell'attuale Eremo di Sant’Onofrio. Nel tempo si stabilirono nuclei familiari dando nel tempo origine all'attuale centro abitato di Petina attorno all’anno mille.

Nell’aprile del 1018 l’abate Leo incaricò il notaio Alderisio di redigere un Memoratorium che vergasse gli accordi pattuiti tra lui e i conti Longobardi Alfano e Landone per la fondazione di un monastero. La disponibilità dei terreni obbligava l’abate Leo e i suoi successori al pagamento di una tassa annuale e, inoltre, gli imponeva precisi compiti: la costruzione del monastero e delle necessarie infrastrutture (strade, mulini, fosse granarie); impiantare colture come grano, la vite e l’ulivo. Tutto questo aveva anche lo scopo di promuovere la nascita di un nuovo insediamento. La presenza del monastero con la sua chiesa, la facoltà di amministrare i sacramenti e di seppellire i morti, avrebbe reso Sant’Onofrio un polo di forte attrazione per lo stanziamento di nuova popolazione che condividesse le medesime radici religiose. Ciò avrebbe significato anche disponibilità di manodopera per i ricchi signori del luogo. La fondazione di Sant’Onofrio è una preziosa testimonianza delle relazioni economiche ed istituzionali che in quei territori tra X e XI sec., diedero impulso ad un processo di ripopolamento proprio grazie al contributo delle comunità italo-greche emigrate dai territori bizantini dopo la conquista araba della Sicilia.

Il monastero ha una struttura imponente in cui sono facilmente riconoscibili il corpo della chiesa e la torre campanaria. Mostra segni di tentativi di restauro che però all’attualità non possono essere andati oltre del mero consolidamento, di cui peraltro ci sono evidentissime tracce nella chiesa. Le sue condizioni attuali sono di rudere. La bellezza del territorio e comunque della struttura, la sua illustre e secolare storia conferiscono grande fascino a questo monastero specie in certe ore del giorno come il tramonto. Una visita regalerà suggestioni indimenticabili.

 

Fonti storiche: Comune di Petìna; fondazione MIdA