LA VILLA DELL'INGEGNERE

Nelle campagne piemontesi c’è una meravigliosa villa, abbandonata da circa cinquanta anni, seminascosta da grandi alberi e da una serie di fabbricati di servizio. È facilmente raggiungibile, quindi anche facilmente aggredibile, poiché non ha alcuna recinzione attorno ed è completamente aperta. Ci auguriamo che non venga mai trovata da malintenzionati, ladri o vandali, perché come tante altre antiche dimore abbandonate è una vera capsula del tempo, piena ancora del suo contenuto in mobilio, suppellettili, vestiti, documenti, fotografie etc. Presumiamo che non più sia stata abitata dagli anni 70 per via della Fiat 132 parcheggiata in una rimessa, ma ciò che abbiamo trovato nella villa riporta ad epoche più antiche. Abbiamo chiamato così questa Villa perché all’interno c’è uno Studio di ingegneria, con molti progetti ancora presenti sugli scaffali, oltre che alcuni antichi documenti che fanno riferimento ad un ingegnere, di cui non faremo però il nome.  

Esternamente la Villa si presentava in buono stato e, quindi, abbiamo presunto non essere pericoloso entrare ad esplorarla. Prima di avventurarci al suo interno ci emozioniamo ad osservare, all’interno di una rimessa, una FIAT 132 GLS con cambio automatico (una vera rarità per l’epoca), ancora targata ed in ottimo stato. 

La Villa è aperta da più lati. Dentro c’è una grande confusione, ma crediamo che non sia stata opera di ladri che, altrimenti, avrebbero portato via quanto meno il mobilio più prezioso. Uno degli ingressi lasciati aperti è quello della cucina, angusta ed ingombra di oggetti ed elettrodomestici di almeno 50 anni. Dalla cucina si passa in un bel salottino/sala da pranzo, con un grande tavolo su cui ci sono foto e documenti, attiguo ad una più formale e sontuosa sala da pranzo, il cui soffitto affrescato reca ai 4 angoli delle teste di cani. Ma la stanza davvero bella è un grande salotto con camino, al termine del quale, incorniciata quasi da un pregiato tendaggio c’è una vecchissima foto di una signora dall’aria molto austera, forse qualche antenata della famiglia che come un nume protegge tutta la casa. Questa figura pare seguirti con lo sguardo ovunque ti sposti nella stanza e mette a disagio. Fuori di questo salone, in un’anticamera c’è una vecchissima macchina da cucire a pedali Titan. 

Saliamo lo scalone, con le ringhiere impolverate e piene di ragnatele, per esplorare il primo piano. Qui era la zona notte, vista la presenza di ben 4 grandi camere da letto quasi completamente arredate con mobilio di legno dallo stile piuttosto retrò e due bagni. Nonostante i decenni di abbandono e la polvere che ricopre tutto, lo stato complessivo dell’edificio appare buono, senza segni di cedimenti strutturali o gravi infiltrazioni, segno che con ogni probabilità il tetto è ancora integro. Su questo piano c’è anche lo studio professionale dell’ingegnere, non molto grande ma elegante. 


La casa mostra un ulteriore livello meno esteso degli altri, dove ci sono altre due stanze da letto più semplici ed una mansarda sottotetto dove osserviamo, con autentica meraviglia, oggetti che sembrano venire da un passato davvero remoto: testiere in ottone di vecchi letti, grandi bauli ed una tinozza da bagno in metallo.


È tempo di togliere il disturbo, chiedendo scusa agli spiriti dei vecchi abitanti che sempre aleggiano nelle antiche dimore. Il giardino è ormai una selva incolta dove qui e lì appare qualche relitto di quello che doveva essere un bel giardino all’italiana: una statua raffigurante un bambino e una vecchia fontana in pietra. 

Come spesso accade nell'urbex, l’esplorazione di questo luogo è stato un vero e proprio viaggio in epoche passate, un mondo ormai perduto di cui non affiorano che sbiaditi ricordi.

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L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.

 

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