-                      IL CASTELLO DELLA BAMBINA SENZA NOME                          -

Nel 1872 un nobiluomo perugino vendette la Villa di famiglia ad una coppia italo britannica, Romeo G. e sua moglie Mary S., quest’ultima una discendente di stirpe reale inglese. La coppia trasformò la villa in una sorta di castello neo gotico, in stile tipicamente anglosassone, incaricando i migliori artisti dell’epoca; i lavori di restauro durarono quasi vent’anni.

Il complesso è in cima ad un colle nelle campagne umbre, circondato da un grande parco, ed è di grandissimo pregio; si fatica a pensare che sia completamente abbandonato. Il Castello da solo ha un’estensione di circa 2700 mq, poi ci sono oltre 500 mq di scuderie e 300 mq di immobili accessori. Il parco circostante ha, invece, una estensione di quasi 7 ettari. Il castello, dominato da una torre merlettata, ha un bellissimo ingresso in marmo bianco a baldacchino, sormontato da due leoni. Le grandi sale finemente decorate con stucchi ed affreschi, i soffitti in legno e pianelle in terracotta fatte a mano, i monumentali camini in pietra, la cappella, la biblioteca e le ben 28 stanze da letto compongono l’interno di questa meraviglia.

Non solo bellezza ma anche tanta storia e leggende di paese per questa antica dimora. Questo castello, ma non ne abbiamo però trovato tracce, sembra essere stato la sede del comando locale nazista durante la seconda guerra mondiale. Inoltre, pare che Gabriele D’Annunzio amasse particolarmente questo posto, avendovi soggiornato come ospite numerose volte. Per quanto riguarda le leggende che circolano su questa casa, una vuole il castello essere la dimora del fantasma una bambina morta in tenera età, che di tanto in tanto appare, spesso solo sotto forma di cantilena, nenia per bambini. Non si sa bene chi possa essere, se una figlia della coppia scomparsa prematuramente o di epoche precedenti; come tutte le leggende, hanno varie versioni che crescono e si colorano col tempo di sempre nuovi dettagli e, al contempo, un certo alone di mistero. 

Come detto, il complesso è isolato e non è in alcun modo protetto ed è addirittura aperto. Nonostante il Castello dentro sia praticamente vuoto, non riveleremo la sua ubicazione o elementi utili a farlo ritrovare, visto il pregio di questo luogo e la possibilità che venga vandalizzato. Va da sé che un urbexer esperto riuscirà a trovarlo comunque. 

Arriviamo al cancello percorrendo uno sterrato in salita. Il cancello è chiuso, ma intorno non ha nulla: assente un muro, una cancellata, una qualunque barriera che continua in protezione. Il parco è costituito da grandi alberi, per lo più pini. Le stalle sono molto grandi, protette da un grande cancello ormai arrugginito e spalancato. Il cortile è una selva incolta di erbacce nelle quali bisogna farsi strada con attenzione per evitare eventuali buche invisibili. Dentro ci sono con ancora gli stalli per i cavalli all’interno. Proseguendo, ci si trova presto al cospetto del castello accessibile attraverso una corta scalinata ed una corte semicircolare delimitata da un elegante parapetto. 

LE STALLE

Nonostante all’interno sia quasi vuoto, gli ambienti sono maestosi e monumentali, tali da indurre anche un certo timore. A differenza di molti castelli che sono piuttosto scarni e austeri, questo ha delle finiture di gran pregio. Pareti di legno, stucchi, affreschi con motivi neo classici e rinascimentali. Persino le stanze più piccole e semplici sono in qualche modo decorate. La cosa più pregevole sono sicuramente i soffitti: bisogna camminare col naso all’insù ed ammirare le bellissime volte delle sale di questa dimora fin nei minimi particolari. 

Eravamo in quattro ad esplorare quel giorno di ottobre e, vista la grandezza del luogo, ci eravamo inevitabilmente sparpagliati ed ognuno era da qualche parte intento ad immortalare gli ambienti del castello. Ero uscito da un ampio salone con un monumentale camino, avevo attraversato alcuni ambienti di servizio (forse delle cucine) ed ero in una zona con una serie di salottini decorati che si susseguivano uno dietro l'altro, quando mi è sembrato di udire un bisbiglio, quasi una nenia. Avete presente quando una bambina piccola si mette a giocare da sola e parla con una bambola o un soldatino, quasi sottovoce? Li per lì non ci ho fatto molto caso, perché non conoscendo bene la zona ho pensato che questi rumori o voci potessero provenire da fuori oppure che fossero le voci degli altri che risuonavano nelle grandi stanze vuote, amplificate forse dai soffitti di legno o dagli stucchi. Queste grandi dimore, specie quando vuote, sono piene di rumori, scricchiolii, vibrazioni, spifferi e a volte uno crede di aver sentito delle voci. Tuttavia, la cosa che mi lasciava perplesso è che questi suoni avevano la consistenza della voce sussurrata di una bambina molto piccola intenta a giocare. Quando una volta usciti siamo arrivati alle auto, ho raccontato quanto accaduto e gli altri mi hanno detto di avere avuto le stesse sensazioni, anche se in stanze diverse. Ognuno non aveva detto nulla per paura di non essere creduto.  Uno di noi peraltro aveva già sentito di queste vecchie storie che circolano da queste parti sul castello e che io non conoscevo. Un esame satellitare del castello conferma che la zona è del tutto isolata: non c’è alcuna abitazione nei paraggi o strada frequentata che lambisca i confini del castello. È per questo che ho deciso di chiamare così questo scritto. Mi ritengo una persona piuttosto razionale e una cosa che va al di la della mia comprensione non me la spiego per forza con fenomeni paranormali o forze ultraterrene. Insomma, non sono una persona facilmente impressionabile e sono piuttosto sicuro di quello che ho sentito. E, dunque, mi piace pensare che ci siano cose che non è possibile spiegare alla luce delle nostre conoscenze e di quello che i nostri limitati sensi percepiscono. Come dice Amleto all’amico Orazio dopo aver parlato col fantasma del padre sulla torre di Elsinore: “Orazio, ci sono più cose in cielo ed in terra di quante ne possa comprendere la tua filosofia”.


 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.

 

Treespassing private properties is both illegal and dangerous.


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