EX COMPRENSORIO DELLA CROCE ROSSA

Credevo (sbagliando) che questo complesso non ci avrebbe regalato sorprese, se non quella di trovarci in un luogo di superba bellezza.  E, in effetti, queste lussureggianti colline, impreziosite da minuscoli borghi, hanno un fascino enorme. Siamo nella Sabina, regione dell’alto Lazio, nella provincia di Rieti. Su uno dei poggi della zona, a pochi chilometri da Fara, sorge un vecchio edificio chiamato “Villa Rosset”. Villa Rosset fa parte di un complesso costituito da diversi edifici più piccoli, per lo più vuoti e pericolanti, sparsi su un’area di diversi ettari. Tutto il complesso è in abbandono da circa 30-35 anni.

Villa Rosset sorge in cima alla collina ed è il manufatto principale e più antico, facilmente riconoscibile anche da lontano per la torre dell’orologio che svetta su tutto. Risalente al secolo XIX, è stata residenza del Vescovo di Sabina sino alla Prima guerra mondiale.

Dopo la fine del primo conflitto mondiale la “Villa Rosset” fu acquistata dalla famiglia Maraini di Rieti che la destinò a convalescenziario per militari della guerra appena terminata, in memoria di un membro della famiglia caduto durante il suddetto conflitto. Ben presto il “Convalescenziario Villa Maraini” si svuotò per esito degli ultimi “reduci” ormai guariti e di conseguenza perse la sua funzionalità; si era ormai alla metà degli anni ’20 del Novecento. Così, la Villa fu acquistata dalla casa regnante Savoia su interessamento della Regina Elena e donato alla Croce Rossa Italiana. Da qui in poi la storia di questo luogo si lega a questa nobile istituzione. La CRI ne fece una sorta di preventorio destinato ad accogliere i figli di famiglie disagiate nel cui seno fosse ospitato almeno un membro colpito da tubercolosi.  I piccoli ospiti venivano ospitati, dal momento in cui erano stati prelevati dal seno della famiglia natale, sino al conseguimento della licenza elementare. Alla fine del 1943, con l’occupazione tedesca, il Preventorio fu sgombrato e destinato a convalescenziario per feriti tedeschi. Nel 1946 riprese la sua funzione di “Preventorio” e con gli anni ’60 del secolo scorso si aggiunse alla licenza elementare quella di terza media per i piccoli ospiti.

Con la metà degli anni ’70 con la scomparsa della tubercolosi e con la renitenza delle famiglie, anche se disagiate, ad inviare i loro figli, il complesso divenne colonia estiva che ospitava ragazzi con problemi familiari. La colonia poteva ospitare fino a 300 bambini alla volta.

Anche l’epoca delle colonie estive tramontò e il complesso diventò un deposito di materiali per il Corpo Militare di Croce Rossa fino a fine secolo. 

Il nuovo millennio ha visto cadere tutto in completo stato di abbandono e rovina. Si notano segni di un ingente cantiere recente, forse un tentativo (fallito) di ristrutturare e dare nuova vita a questo vetusto maniero. E, così, i fantasmi antichi si mescolano con quelli recenti, tutto in un’atmosfera greve e surreale che stride e contrasta con la prorompente bellezza della natura che lo circonda. Tuttavia, il comprensorio è tutt’altro che avaro di sorprese per chi sa cercare con pazienza ed ostinazione, andando oltre la apparente superficie scarnificata del chiostro, della chiesa e dei piani dormitorio. Ci sono lunghi corridoi e stanze vuote dalla struggente decadenza, ancora ricche di testimonianze di ciò che fu. Questo è un luogo dove tutto è sospeso e persino il silenzio che l’avvolge è carico di sussurri e voci che non risuonano più nelle orecchie ma nella mente. Ombre del passato che scivolano lungo i corridoi deserti e si rincorrono nello spazio di un battito d’ali di un uccello impaurito. Monaci, prelati, soldati, bambini in uniforme da collegio, crocerossine, medici, famiglie spezzate, guerra, devastazione, speranza. Tutto imprigionato in questa sorta di cittadella del passato che resiste.

IN COLLABORAZIONE CON SCHEGGE DI VERITA' 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.